Giornata mondiale del suolo: «Il suolo in Europa non è ancora bene comune»

 

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Oggi è la Giornata mondiale del suolo dei promotori della Ice – Iniziativa dei cittadini europei “People4soil” rivolgono a tutti un invito: «Immaginate una nazione di medie dimensioni, come l’Ungheria, il Portogallo o la Repubblica Ceca.  

Ora immaginate l’intera area di quella nazione ricoperta da cemento e asfalto: è grosso modo la superficie di suoli agricoli che negli ultimi 50 anni è stata “consumata” da insediamenti e infrastrutture nei 28 paesi dell’Unione Europea.  

Il suolo continua ad essere consumato a una velocità allarmante, nonostante la crisi che affligge il settore delle costruzioni in molti Paesi.  

Ogni anno, 1000 km2 di aree coltivate vengono cancellate da nuovi edifici».

Secondo Ice “People4soil”, promossa in Italia dal Coordinamento #salvailsuolo (Acli, Coldiretti, Fai, Inu, Legambiente, Lipu, Slow Food e Wwf) a cui aderiscono 90 organizzazioni nazionali, «l’Europa ha il dovere di preservare la sua più importante risorsa naturale: il suolo».

Un appello diventato una petizione ufficiale alla Commissione europea, per chiedere che istituisca e sviluppi un quadro giuridico vincolante, fissando principi e regole da rispettare da parte di ciascuno Stato membro.

«Ad oggi, non vi è alcun riconoscimento legale per i servizi ecologici, sociali ed economici che i suoli sono in grado di fornire ai cittadini europei, né obiettivi vincolanti, ad esempio atti a conseguire la bonifica di terreni contaminati, o la salvaguardia dei serbatoi di carbonio, o la prevenzione del consumo di suolo».

Questa situazione è esattamente quello che il coordinamento #Salvailsuolo vuole cambiare, sottolineando che «allo stesso tempo, il mercato europeo delle materie prime alimentari è sempre più dipendente dalle importazioni da paesi terzi, dove l’agricoltura intensiva spinge milioni di piccoli agricoltori ad abbandonare i loro campi e a migrare verso le aree suburbane.  

Si tratta di una contraddizione evidente per un’Unione Europea che è nata con l’obiettivo di assicurare con la propria agricoltura la sicurezza alimentare per tutti i cittadini e, ora, sta cercando di gestire flussi rilevanti di migranti provenienti dall’Africa subsahariana, dove molti campi sono coltivati per le imprese europee».

La coalizione di associazioni evidenzia che «il consumo di suolo è solo la punta di un iceberg, il suolo in Europa deve affrontare molte minacce e danni: oltre 250.000 siti sono pesantemente contaminati, quasi la metà dei terreni agricoli sono minacciati dalla riduzione della sostanza organica e gli equilibri ecologici dei sistemi naturali vengono compromessi, decine di milioni di ettari soffrono gli effetti dell’erosione e del dissesto idrogeologico, e la desertificazione avanza in molti paesi del Mediterraneo, rendendo le coltivazioni sempre più sensibili alla siccità e ai cambiamenti climatici».

Le prime 25.000 firme sono state già raccolte in Italia sul sito ufficiale della petizione: www.salvailsuolo.it.

Tutti i cittadini e le cittadine europee adulte possono firmare, basta una carta d’identità.

A People4Soil concludono: «Abbiamo due obiettivi molto impegnativi da raggiungere: raccogliere un milione di firme entro settembre 2017, e ottenere il pieno riconoscimento del suolo come bene comune da proteggere, per il benessere dei cittadini europei».

People4Soil

www.salvailsuolo.it.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 5 dicembre 2016 sul sito online “greenreport.it”)

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