Pochi minuti dopo che Trump è diventato presidente, cancellato ogni riferimento ai cambiamenti climatici dal sito web della Casa Bianca

 

Pochi minuti dopo che Donald Trump aveva prestato giuramento come 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America,  dal  sito internet della Casa Bianca sono state oscurate tutte le pagine che illustravano i piani dell’ex presidente Barack Obama per combattere il cambiamento climatico.

Il sito web della Casa Bianca  ha ora invece una pagina  “An American First Energy Plan” che dettaglia la posizione della nuova amministrazione Trump su energia e (inesistente) politica climatica. 

Il piano è praticamente la copia delle promesse/minacce  fatte da Trump durante la campagna elettorale:  estrazione di combustibili fossili senza limiti,  in particolare nelle terre federali, annullamento delle politiche climatiche Obama,  come il Climate Action Plan e il  Waters of the United States rule, e investimenti nelle “tecnologie del carbone pulito”.

Durissimo il commento di Michael Brun, direttore  esecutivo di  Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa,  «pochi minuti dopo chi aveva, qualsiasi illusione che Trump avrebbe agito nel migliore interesse delle famiglie in questo Paese come presidente è stata  spazzata  via da una dichiarazione di priorità che costituisce un errore storico su una delle crisi principali che affliggono il nostro pianeta e un assalto sulla salute pubblica.  

Quello  che Trump ha pubblicato non è certo un piano:  è una lista dei desideri degli inquinatori che renderà la nostra aria e la nostra acqua più sporche, il nostro clima e le nostre relazioni internazionali più instabili e i nostri bambini più malati. Questo è un inizio vergognoso e oscuro per la presidenza Trump e uno schiaffo in faccia a qualsiasi americano che abbia pensato che Trump potesse perseguire l’interesse nazionale».

Come fa notare Natasha Geiling su Think Progress, «Trump deve ancora spiegare come il suo piano riuscirebbe  a sostenere sia il boom del  fracking del gas naturale che a riportare posti di lavoro nel carbone.  

La maggior parte degli esperti di politica energetica concordano sul fatto  che la maggiore disponibilità di gas naturale a buon mercato ha contribuito a molta  della recente flessione delle prospettive del carbone, il che renderebbe la promessa di Trump di “abbracciare la shale oil and gas revolution” antitetica alla sua promessa di rilanciare l’industria del carbone americana.  

Tuttavia, l’assenza che si nota di più nel piano energetico è che non c’è alcuna menzione dell’Accordo di Parigi sul clima,  dal quale  Trump in precedenza aveva  promesso di ritirarsi  se fosse stato eletto presidente.   

Però, Trump aveva mostrato una certa riluttanza a mantenere quella promessa e il suo candidato a Segretario di Stato, l’ex CEO di Exxon Rex Tillerson, durante la sua audizione di conferma,  ha detto ai parlamentari, che pensava che  gli Stati Uniti dovrebbero rimanere “al tavolo” per quanto riguarda l’Accordo di Parigi». 

Da quando Trump ha vinto le elezioni a novembre, scienziati e ambientalisti si chiedevano se, dato il negazionismo climatico di molti uomini e donne dello staff di transizione e dell’Amministrazione Trump, quale sarebbe stata l’informazione climatica che il nuovo governo  avrebbe messo sul suo sito internet ufficiale e cosa avrebbe rimosso.  

«Finora, le informazioni climatiche sulle pagine di Epa, Nasa e altre agenzie federali non sono state ancora cancellate – dice la Geiling – anche perché, non volendo correre rischi, i programmatori hanno trascorso le ultime settimane  ad archiviare febbrilmente  più dati possibile. L’informazione climatica dell’Amministrazione Obama ancora disponibile nel sito web archiviato dell’Amministrazione».

Sul quel sito oscurato, si legge anche un commento sull’accordo climatico tra Stati Uniti e Cina: «Per il bene dei nostri figli e delle generazioni future, dobbiamo agire ora.  

E noi lo stiamo facendo».

Ma la nuova Amministrazione del presidente Donald Trump non sembra condividere lo stesso senso di urgenza di Obama e degli altri leader del mondo. 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 21 gennaio 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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