Delegazione di sedici persone per il vertice con l’Unesco

 

Parigi val bene una trasferta.

Sono partiti in sedici ieri dal Comune e dall’aeroporto Marco Polo.

Destinazione, la sede europea dell’Unesco a Parigi per il vertice sull’ “emergenza Venezia” convocato per stamattina alle 10.

Il sindaco Luigi Brugnaro e la moglie Stefania, poi nel primo pomeriggio lo staff, consiglieri e dirigenti comunali, la presidente della commissione Turismo Giorgia Pea, il portavoce e il capo di Gabinetto, gli addetti alla comunicazione.

Una delegazione nutrita, che ieri sera era già al lavoro per completare i “dossier” da consegnare ai vertici delle Nazioni Unite.

Dieci i punti che l’Unesco ha inviato al governo italiano sollevando altrettante criticità che mettono a rischio il futuro della città d’acqua.

L’impatto delle grandi opere, a cominciare dal Mose, i nuovi canali in laguna annunciati per le grandi navi.

La pressione del turismo che sta trasformando la città storica in Disneyland, provocando la chiusura delle attività tradizionali, l’apertura di bar e fast-food, negozi di souvenir di bassa qualità al posto dell’artigianato tipico.

Ultimatum lanciato nell’estate scorsa, poi ribadito nella Conferenza dell’Unesco a Istanbul.

Il termine scade il primo febbraio, ed entro quella data il governo italiano dovrà dimostrare che qualcosa si sta facendo per invertire la tendenza.

In caso contrario, Venezia sarà depennata dall’elenco dei siti patrimonio dell’Umanità.

Primo vertice convocato a Roma, dal presidente della commissione italiana per l’Unesco Franco Bernabè alla presenza dei direttori generali dei ministeri.

Il sindaco Brugnaro aveva allora consegnato documenti e tabelle sui singoli temi.

Adesso il confronto si svolgerà a Parigi, direttamente tra il Comune e l’Unesco.

In attesa del documento finale che avrà come interlocutore dell’organizzazione mondiale il governo italiano.

Cosa succederà oggi?

Non ci si può aspettare un giudizio definitivo e netto dei vertici Unesco – la direttrice Irina Bokova e il suo vice, responsabile della cultura, il veneziano Francesco Bandarin – gli uffici si prenderanno con ogni probabilità qualche giorno per valutare e decidere.

Ma l’orientamento potrebbe essere già chiaro.

«Puntiamo a uscire con un documento congiunto», ha detto il sindaco prima di lasciare Venezia.

Intanto dai comitati e dalle associazioni arrivano solleciti a «rendere pubblica la documentazione che sarà consegnata all’Unesco».

La Municipalità di Venezia ha inviato all’Unesco una lettera aperta in cui ricorda le proposte fatte dall’organismo del Decentramento, «mai prese in considerazione dal Comune».

Come il “no” allo scavo di nuovi canali in laguna e un tetto massimo di 50 mila visitatori al giorno per il turismo in città.

Oltre ad altre iniziative volte a scoraggiare chi affitta a turisti e incentivare invece chi dà la casa di proprietà in affitto a residenti e studenti, alla tutela delle attività economiche tradizionali.

Un punto critico con l’apertura di sempre nuove attività e pubblici esercizi per il turismo mordi e fuggi.

In municipio qualche mugugno dalle opposizioni per la consistenza della delegazione inviata a Parigi.

«Abbiamo viaggiato tutti in classe economica ospitati in strutture anch’esse economiche», la risposta.

Il costo della spedizione è a carico del Comune, ad eccezione dei biglietti business per Brugnaro e la moglie, pagati di tasca sua dal sindaco, e del viaggio del suo portavoce Alessandro Bertasi, che non essendo dipendente comunale viene stipendiato dal sindaco.

 

(Articolo di Alberto Vitucci, pubblicato con questo titolo il 24 gennaio 2017 su “La Nuova di Venezia e Mestre”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas