La riforma della legge sui Parchi va avanti ma con errori da matita blu

 

La Commissione Ambiente della Camera ha terminato l’esame del disegno di legge di modifica della 394/91, che presto passerà all’esame dell’Aula.

Certamente il testo è migliorato rispetto alla formulazione approvata in Senato, che conteneva alcune parti addirittura agghiaccianti, ma su certe scelte resta l’enorme perplessità derivante dalla totale incomprensibilità delle motivazioni.

Ovviamente ci riferiamo soprattutto alla perseveranza nel non voler accettare che i direttori abbiano, oltre a dimostrate capacità manageriali, anche una robusta competenza sui temi della biodiversità e delle aree protette.

AIDAP non vuol credere a chi ipotizza che la scelta sia fatta per far entrare nelle direzioni dei parchi personaggi vicini alla politica e lontani dal merito, ma certamente la scelta portata avanti su questo aspetto resterà un’angosciante incognita su dove il Paese intende andare.

Lo vedremo certamente già nei primi mesi di applicazione e AIDAP vigilerà per quanto possibile.

Salvo auspicati ripensamenti, nelle selezioni per i direttori ci si troverà a valutare la “comprovata esperienza professionale di tipo gestionale o ambientale“: basterà dunque aver gestito un’impresa, magari di quelle che con l’ambiente non c’entrano nulla ?

E se, paradossalmente, il candidato avesse comprovata esperienza gestionale di un’azienda venatoria o di una cava di marmo, come si potrà confutare il suo diritto ad essere nominato direttore di parco ?

Si dirà, come buon senso vorrebbe, che la competenza gestionale debba intendersi in campo ambientale.

Del resto il primo relatore della legge, senatore Caleo, dichiarò in aula proprio questo, ancorché nemmeno lui avesse però accettato di metterlo nero su bianco nella legge stessa.

Ma allora perché, di fronte alle pressioni di moltissimi soggetti tra cui AIDAP, la Camera ha “aggiustato il tiro” inserendo le parole “o ambientale” ?

Ecco però che si arriva alla parte peggiore: lasciando stare le diverse visioni politiche, una legge deve almeno essere scritta in un italiano corretto e nel rispetto della logica: su questo aspetto il lavoro parlamentare di queste settimane appare preoccupantemente carente tanto da meritare la segnalazione degli errori con la matita blu !

Come ha efficacemente detto su FB il Vicepresidente AIDAP, Avv. Pierluigi Capone, scrivere “Competenza di tipo gestionale O ambientale” è come chiedere ad un oste “un bicchiere di vino o di vetro”.

Si tratta di due termini che descrivono categorie diverse, una relativa al “come” ed una relativa al “cosa”; categorie che è concettualmente sbagliato mettere come alternative.

Riteniamo dunque che non si possa licenziare una legge con manifeste incongruenze logiche, che la Camera, nella discussione in Aula, deve assolutamente sanare.

Lo stesso dicasi per la recente modifica approvata sulle procedure per i Nulla Osta in zona D.

Si prevede una procedura semplificata “In presenza di piano del parco e regolamento del parco approvati e vigenti le cui previsioni sono state recepite dai Comuni nei rispettivi strumenti urbanistici…”.  

La norma può essere certamente positiva, però è necessario che la si coordini con il testo, a questo punto da cambiare, del comma 7 dell’art. 12 che prevede ”Il piano ….. sostituisce ad ogni livello i piani paesistici, i piani territoriali o urbanistici e ogni altro strumento di pianificazione”.  

Articolo, tra l’altro, da sempre disapplicato.

Come può quindi la legge dire che gli strumenti urbanistici devono essere coerenti col piano per il parco quando la medesima legge dice che tali strumenti sono addirittura sostituiti dal Piano e non dovrebbero nemmeno esistere ?

E poi, non ci ricordiamo che in base alla intervenuta legislazione i Piani paesistici sono tornati ad essere sovraordinati ?

Non è forse il caso di sistemare queste incongruenze mentre si approva la legge ?

Di casi come questi nella legge ve ne sono purtroppo diversi (vedasi la parola “amministrativa” che limita inspiegabilmente e devastantemente l’azione del direttore) ed AIDAP li ha segnalati ed è disponibile ad evidenziarne altri, se non altro perché il Parlamento non licenzi una legge che già da neonata debba usare le stampelle.

In definitiva, non sarà forse il caso di sottoporre la legge, come modificata, ad una seria revisione da parte di un ufficio legislativo ?

Forse, con l’aiuto della logica, anche alcune scelte di merito un pò troppo zoppicanti potranno essere finalmente “aggiustate”.

 

(Comunicato della Associazione italiana direttori e funzionari aree protette – AIDAP, pubblicato con questo titolo il 17 marzo 2017 sul sito online “greenreport.it”)

 

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