Acqua: fiume Gange ora è ‘persona’

 

Pochi giorni dopo la storica decisione del Parlamento della Nuova Zelanda che ha dato personalità giuridica al fiume Whanganui, considerato divinità dal popolo Maori, è ora la volta di un tribunale dell’India di decretare che i fiumi Gange e Yamuna sono “persone viventi”, in occasione delle celebrazioni per la Giornata mondiale dell’acqua.

Dopo avere esaminato l’istanza di un cittadino che chiedeva urgenti decisioni per proteggere l’equilibrio ecologico dei fiumi sacri indiani, l’Alta Corte dell’Uttarakhand, ha firmato un’ordinanza in cui sottolinea che “gli indù hanno una profonda ‘Astha’ (fede) nel Gange e nello Yamuna“, fiumi che “sono centrali per l’esistenza della metà della popolazione indiana e per la loro salute e benessere“.

Il Gange e lo Yamuna, insiste l’ordinanza, “respirano, sostengono e vivono con le diverse comunità dalle montagne al mare” e per questo “esiste il massimo vantaggio nel conferire lo status di persona vivente/entità legale” ai due fiumi.

E dopo mesi di tensione Pakistan e India hanno ripreso il dialogo riguardante i fiumi che li attraversano e che rientrano nel Trattato per le acque dell’Indo, firmato sotto gli auspici della Banca Mondiale (Wb) nel 1960.

I colloqui, conclusisi ieri dopo due giorni a Islamabad in presenza dei commissari per la tutela del Trattato dei rispettivi Paesi, si erano interrotti nel marzo 2015, ed hanno riguardato l’esame dei progetti idroelettrici esistenti, soprattutto per il possibile impatto ambientale nei territori di India e Pakistan.

Secondo Radio Pakistan le delegazioni hanno convenuto sulla necessità di “ridisegnare il progetto idroelettrico di Miyar“, e di “ispezionare di nuovi i siti dei due progetti idroelettrici contestati di Lower Kalnai e Pakal Dul”.

Gli osservatori sottolineano che, aldilà dei risultati ottenuti, l’incontro di Islamabad va letto come un gesto di distensione perché lo scorso anno il premier indiano Narendra Modi, sullo sfondo delle tensioni in Kashmir, aveva minacciato di denunciare il Trattato con il Pakistan.

In base ad esso il Pakistan ha il controllo su tre fiumi occidentali (Indo, Chenab e Jhelum) mentre l’India lo ha sui tre fiumi orientali (Beas, Ravi e Sutley).

    

(ANSA del 22 marzo 2017, ore 10:45)

 

 

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