Inceneritore Terni biomassa, attività autorizzata per i prossimi dieci anni

 

Rilasciata l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per Terni biomassa, il provvedimento ha effetto per dieci anni ma potrà subire revisioni anche a seguito dell’eventuale studio epidemiologico da parte del distretto sanitario.

Dopo mesi di proteste, il parere dell’Usl Umbria 2 e quello flop del sindaco, la Regione Umbria ha concluso l’iter per il rilascio dell’Aia all’impianto della Tozzi Holding di Ravenna.

La corposa autorizzazione prevede un lungo elenco di prescrizioni frutto del lavoro svolto dai tecnici di Asl e Arpa e dai funzionari dell’ente regionale che hanno ridotto i limiti di emissioni concessi all’inceneritore di Maratta.

Sabato prossimo in città è in programma una nuova mobilitazione da parte del Comitato No inc.

TUMORI DA INQUINAMENTO: ECCO IL RAPPORTO USL 2

Terni biomassa, c’è ok all’esercizio. 

Giunto al termine il procedimento imposto da obblighi di legge, a distanza di due anni e mezzo dall’istanza presentata dalla società proprietaria dell’inceneritore di via Ratini risalente al settembre del 2014, quando la Tozzi holding aveva da non molto ereditato dalla Printer (che deteneva l’impianto dal 2009) anche le autorizzazioni all’esercizio.

In questo arco di tempo, hanno avuto luogo ben sei sedute di Conferenza dei servizi, talvolta con doppio incontro per aggiornamento o sopralluoghi.

Il rilascio dell’Aia, sottoscritto da Paolo Grigioni ed Emanuele Smacchi del servizio Autorizzazioni ambientali, tiene conto di una serie smisurata di nulla osta propedeutici che vanno dagli aspetti edilizi fino a alle procedure antincendio e quelle per lo scarico di acque reflue, passando persino per l’inquinamento acustico.

Prescrizioni per la Tozzi Holding 

«Nelle fasi di adeguamento dell’impianto all’Aia – si legge tra le clausole dell’autorizzazione – non si devono provocare fenomeni di inquinamento tali da peggiorare l’attuale situazione ambientale, devono essere gestite in maniera opportuna, minimizzando l’impatto ambientale, le fasi di avvio e di arresto dell’impianto, le emissioni fuggitive, i malfunzionamenti e l’arresto definitivo dell’impianto.  

Entro sei mesi dall’emissione dell’atto autorizzativo – è indicato – il gestore dovrà predisporre una relazione contenente la descrizione delle fasi critiche di gestione e le modalità di intervento previste. La relazione dovrà essere inviata all’Arpa e alla Regione Umbria».

Tra queste e altre, prettamente tecniche, anche quella di inoltrare al servizio Tesoseria della Regione l’importo di 750 euro previsto per l’istruttoria.

Aia per dieci anni  

Per il gestore dell’impianto di Maratta, da parte degli Uffici Regionali è stata messa nero su bianco anche l’obbligata disponibilità ai controlli e la predisposizione di opere che consentano in qualunque momento analisi e campionamenti vari.  

«Il presente provvedimento – è specificato nell’atto ufficiale – potrà essere oggetto di riesame, ai sensi e nei modi stabiliti dalle leggi vigenti in materia ma anche all’esito delle risultanze degli studi epidemiologici condotti o coordinati dalla Usl Umbria 2, previa richiesta del sindaco del Comune di Terni, in qualsiasi momento dall’adozione del presente atto.  

L’esercizio dell’impianto – si legge ancora – resta comunque subordinato agli autonomi ed esclusivi poteri di massima autorità sanitaria conferiti al sindaco di Terni, ove da questi ritenuto necessario a salvaguardia della salute pubblica, in qualsiasi momento dall’adozione del presente atto».

Comitato No inc

«Come prevedibile – scrive il numero uno dei No inc Fabio Neri – Ternibiomassa è stato autorizzato definitivamente.  

La Regione Umbria, trincerata dietro i tecnicismi normativi non ha fermato l’impianto inquinante nella Conca malgrado anni e anni di mobilitazioni e iniziative cittadine; malgrado le evidenze dello studio Sentieri, malgrado la consapevolezza generale di uno stato ambientale assolutamente compromesso.  

Il Comune di Terni, nelle vesti del suo sindaco/medico, ha sostanzialmente dato vita ad una messa in scena annunciando lo scorso anno il proprio parere negativo, facendo presagire la reale possibilità anche giuridica di arrivare al diniego dell’autorizzazione e invece si è scoperto che il primo cittadino non ha prodotto alcun parere tecnico, la stessa Regione lo ha smentito.  

Per non parlare dell’Usl Umbria 2, costretta dalla mobilitazione popolare a presentarsi per la prima volta in venti anni ad una Conferenza dei servizi con un proprio documento; che nella fattispecie non ha influito minimamente nel procedimento.  

Ebbene sabato sarà la manifestazione dell’indignazione ma anche la dimostrazione che non ci fermeremo.  

Lanceremo la raccolta fondi per il ricorso al Tar a cui iniziamo a lavorare con i nostri legali già da oggi.  

Lo sgomento è molto, ma proprio per questo dobbiamo trasformare rabbia e frustrazione in nuove iniziative. Sabato 25 sarà un nuovo inizio della battaglia».

 

(Articolo di Marta Rosati, pubblicato con questo titolo il 23 marzo 2017 sul sito “Umbria 24”)

 

COMUNICATO STAMPA

Il Circolo VAS di Terni chiede le dimissioni della Marini, del direttore ARPA e dei funzionari regionali

Questa mattina abbiamo appreso dalla stampa locale il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata, dalla Regione Umbria, al secondo inceneritore di Terni, quello che fa capo alla società Terni Biomassa.

Quello che tutti temevamo è puntualmente accaduto visto che, da sempre, Terni viene trattata come una colonia da parte della Regione e tutto può essere concesso ed autorizzato a Terni.

Questo ultimo evento, però, contiene un ulteriore elemento di gravità rispetto a quelli del passato più o meno recente dato che è stata rilasciata un’autorizzazione come se nulla fosse, a fronte di un quadro ambientale e, di conseguenza sanitario, gravissimo considerando che quasi ogni famiglia ternana ha un malato o un morto di tumore.

Le parole rilasciate due giorni fa dall’assessore all’ambiente della Regione Fernanda Cecchini, sono di un’inaudita gravità visto che denotano il totale disprezzo di una realtà, come quella della conca ternana (Terni e Narni) pesantemente colpita da decenni di politiche  totalmente assoggettate al volere dei grandi gruppi industriali e di grandi inquinatori che nel nostro lembo di terra hanno trovato una sorta di paradiso di affari e profitti; sono 20 anni che respiriamo l’aria appestata dai rifiuti bruciati (di ogni tipo) negli inceneritori di Maratta.

Il circolo VAS (Verdi Ambiente e Società) di Terni, intende sostenere la mobilitazione popolare che deve avere come obiettivo la chiusura dei 2 inceneritori di Maratta e l’inversione radicale delle politiche ambientali nel nostro territorio; sabato 25 marzo sarà solo la prima di molte iniziative per tutelare la salute e l’ambiente della conca ternana.

Il Circolo VAS chiede, inoltre, le dimissioni della governatrice Marini, del direttore di ARPA Umbria  e dei funzionari della Regione Umbria che hanno rilasciato l’autorizzazione per un’opera che farà peggiorare in modo pesante la salute, già altamente compromessa, dei ternani e dei narnesi. 

Il diritto alla salute a Terni non esiste, vale molto meno della paura di un ricorso risarcitorio da parte degli inceneritoristi!

 

Circolo VAS (Verdi Ambiente e Società) di Terni

 

 

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