Proposta di legge della Giunta Regionale del Lazio sulla rigenerazione urbana: si è tenuta l’audizione della Commissione Ambiente con le associazioni ambientaliste

 

La Giunta Regionale del Lazio ha approvato la deliberazione n. 32 del 31 gennaio 2017 con cui ha adottato e sottoposto all’approvazione del Consiglio Regionale la Proposta di legge n. 365 del 2 febbraio 2017concernente le Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio.

La proposta è stata assegnata alla VI Commissione (Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica) ed alla VIII Commissione (Agricoltura, artigianato, commercio, formazione professionale, innovazione, lavoro, piccola e media impresa, ricerca e sviluppo economico).

Il 21 marzo 2017 il Presidente della VI Commissione Ambiente, Enrico Panunzi, ha dato inizio al ciclo delle audizioni sulla proposta di legge, quando sono stati ascoltati costruttori, professionisti, associazioni e imprenditori: in tale occasione sono state avanzate alcune richieste, tra cui quella di allargare anche ai manufatti agricoli, ferma la destinazione d’uso, i benefici previsti dalla legge (che nella sua attuale stesura esclude le zone rurali); quella di non inserire nel testo il riferimento al “contributo straordinario” per gli interventi di rigenerazione, in quanto già previsto da una norma nazionale (di cui si auspica l’abolizione); quella di scaricare altrove il premio di cubatura, creando una specie di “salvadanaio”, nei casi in cui per obiettive ragioni non sia possibile fruirne nell’edificio oggetto di intervento e si abbia la disponibilità di altre aree idonee; quella di poter fare a meno dei piani di recupero per gli interventi diretti, più altre deroghe.

Una seconda audizione si è tenuta ieri mattina con i rappresentanti di industria, imprese, professionisti, associazioni di categoria: fra i temi toccati dai vari contributi portati dai rappresentanti di professionisti, associazioni imprenditoriali e produttive, ci sono stati la necessità di portare a conclusione la definizione del Pano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) e dei piani di assetto dei parchi, valutare di ampliare i benefici previsti dalla legge alle zone agricole (Confagricoltura e Federazione ordini agronomi e forestali) e a camping e villaggi turistici (Faita Federcamping Lazio), cogliere l’occasione per spingere i comuni a dotarsi di piani regolatori (collegio dei geometri di Frosinone), vigilare perché la rigenerazione non sia occasione di speculazioni (Anes).

La terza audizione è stata programmata per il pomeriggio di ieri 23 marzo 2017: ad essa sono state invitate a partecipare le seguenti 9 associazioni.

Alla audizione hanno partecipato solo 3 delle 9 associazioni invitate.

Il 22 marzo 2017 il Forum Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio aveva trasmesso un messaggio di posta elettronica con cui ha lamentato «il breve preavviso per lo studio e la preparazione di osservazioni sul testo della Proposta di Legge N. 365/2017» e la conseguente impossibilità di essere presenti alla audizione: è stato chiesto di poter partecipare ad una successiva audizione.

Nella mattinata di ieri il WWF Lazio aveva trasmesso il seguente messaggio di posta elettronica: «Ringraziamo per l’invito, ma come WWF Lazio rileviamo una contrazione temporale del preavviso che palesemente rende difficile la partecipazione, e che  – ci dispiace dirlo – fa trasparire la volontà di “ sbrigare formalmente una pratica” piuttosto che favorire un contributo responsabile e meditato di associazioni ambientaliste importanti a produzioni normative urbanistiche di rilievo , che – è pensiero di chi scrive – potrebbero migliorare una gestione territoriale del Lazio  da anni fortemente deludente e che nel futuro non dà molti segnali di essere diversa.

Disponibili ovviamente ad ulteriori audizioni, ma con preavvisi degni di una effettiva volontà istituzionale di attivare forme partecipative.

Andrea Filpa

Delegato WWF Lazio».

Nella stessa mattinata anche “Carte in Regola” ha fatto presente che «una così tardiva comunicazione comporta, di fatto, l’impossibilità per i cittadini di partecipare fattivamente e si unisce alla richiesta di convocazione di un’altra audizione,una così tardiva comunicazione comporta, di fatto, l’impossibilità per i cittadini di partecipare fattivamente e si unisce alla richiesta di convocazione di un’altra audizione».

Oltre al Presidente Enrico Panunzi (Partito Democratico), alla audizione hanno partecipato soltanto i consiglieri Daniela Bianchi (Articolo1 – Movimento democratico e progressista – MDP), Maria Bonafoni (Articolo1 – Movimento democratico e progressista – MDP), Fabio De Lillo (Cuori Italiani) e Devid Porrello (Movimento 5 Stelle).

Il Presidente della Commissione Ambiente ha dato inizio alla audizione comunicando che in diversi non hanno partecipato anche alla audizione che si è svolta nella mattinata, per cui ha deciso di invitare tutti gli assenti per un’altra audizione che si terrà il prossimo martedì 28 marzo.

Per rispondere alle lamentele sul breve preavviso delle convocazioni, ha tenuto a giustificare la tempistica che si è dato con l’opportunità di dare ai consiglieri più tempo per la valutazione di tutte le osservazioni presentate e di tutte le proposte di emendamenti.

Ha dato quindi la parola a Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio.

Roberto Scacchi

Ha esordito affermando che conviene con la tempistica più che opportuna che si è dato il Presidente Panunzi: ha proseguito sostenendo che a Legambiente Lazio piace che ci sia una norma regionale per la rigenerazione urbana, riferendosi in particolare alle aree depresse all’interno dell’abitato.

Ha fatto quindi sapere che Legambiente Lazio sta predisponendo degli emendamenti che si ripromette di inviare a breve e che punteranno ad indicare anche una via d’uscita alla crisi delle costruzioni: a tal ultimo riguardo ha portato l’esempio delle terre abbattute dal terremoto, per riferirsi specificatamente a future costruzioni antisismiche.

A suo giudizio il settore delle costruzioni deve adeguarsi alle regole della rigenerazione urbana: più complesso secondo lui è il recupero del patrimonio edilizio abbandonato e/o dismesso.

Un altro motivo di discussione è l’innalzamento degli standard ambientali sugli edifici: qui la legge deve servire per fare un passo in avanti, ad esempio verso la riqualificazione energetica.

La rigenerazione degli edifici va vista anche in termini di consumi.

Riguardo alle premialiità, previste agli articoli 2, 3 e 5 della proposta di legge, ha fatto presente che già altre leggi vanno in questa direzione.

Ha parlato da ultimo del demanio marittimo (art. 7 bis) per affermare che si tratta di un tema estraneo.

Il Presidente Panunzi ha dato quindi la parola al Dott. Arch. Rodolfo Bosi, membro del Consiglio Nazionale di VAS e responsabile del Circolo Territoriale di Roma di VAS

Rodolfo Bosi

Ha voluto far presente che, malgrado la convocazione tardiva, ha trovato il tempo di studiare il testo della proposta di legge e di redigere una serie di Osservazioni alla proprosta di legge n. 365 del 2 febbraio 2017 in termini sia di “metodo” che di “merito”, che ha poi consegnato in copia agli atti della Commissione Ambiente.

Fra le osservazioni di “metodo” Rodolfo Bosi ha fatto presente che il 18 dicembre del 2015 il Presidente Nicola Zingaretti ha presentato il testo della nuova legge urbanistica della Regione Lazio che era stato congedato dalla apposita Commissione di studio coordinata dall’Arch. Daniele Iacovone che è stata costituita con deliberazione della Giunta Regionale n. 105 del 17 maggio 2013 e che ha tenuto una serie di riunioni anche con le associazioni ambientaliste, a cui ha avuto modo di partecipare anche “Verdi Ambiente e Società” (VAS) portando il suo contributo. (vedi http://www.vasroma.it/audizione-della-commissione-di-studio-incaricata-dalla-regione-lazio-per-la-redazione-della-nuova-legge-regionale-in-materia-urbanistica/)

Il Capo III della proposta del “Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia della Regione Lazio” è dedicato alla “rigenerazione urbana, riqualificazione e recupero edilizio”.

L’art. 11 è espressamente dedicato alla “Rigenerazione urbana” e ne detta la disciplina, illustrata poi anche nella Relazione.

Il 18 dicembre del 2015 sul sito della Regione Lazio è stato pubblicato un comunicato sulla proposta di Testo Unico, che faceva sapere che «per sei mesi sarà online un sito dedicato per raccogliere indicazioni e favorire un confronto aperto e trasparente con tutte le forze in campo su una materia così delicata.»

I 6 mesi sono trascorsi senza che poi la Regione Lazio desse seguito alla proposta di Testo Unificato, ma in occasione del bilancio di previsione 2017-2018 ha prorogato il Piano Casa che sarebbe scaduto il 31 gennaio 2017 ed ha contestualmente impegnato la Giunta a presentare una proposta di legge sulla “rigenerazione urbana”.

Come già fatto con la legge di modifica della legge regionale n. 29/1997, che ha visto accantonare la proposta n. 291 del 2 ottobre 2015 per approvare le modifiche all’interno della legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016, la proposta del “Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia della Regione Lazio” è stata scavalcata, perché con la Legge regionale n. 17 del 31 dicembre 2016 (Legge di Stabilità regionale 2017) è stata approvata una “norma spuria” inserita al comma 88 dell’art. 3 (relativo alle “Disposizioni varie”), secondo cui «la Giunta regionale, entro il 31 gennaio 2017, presenta al Consiglio regionale una proposta di legge in materia di rigenerazione urbana

Contestualmente, con il successivo comma 89 è stato disposto che «nelle more dell’approvazione da parte del Consiglio regionale della proposta di legge di cui al comma 88, il termine del “31 gennaio 2017” contenuto nella l.r. n. 21/2009 è prorogato fino all’approvazione della stessa e comunque non oltre il 1 giugno 2017.»

La correlazione tra i due commi lascia chiaramente intendere che al Piano Casa della Regione Lazio subentrerà un altro “Piano Casa” ma di settore, riservato esclusivamente alla “rigenerazione urbana”.

Nel rispetto dei tempi che le ha dato il Consiglio Regionale, il 31 gennaio 2017 la Giunta Regionale del Lazio ha approvato la deliberazione n. 32 con cui ha adottato e sottoposto all’approvazione del Consiglio Regionale la proposta di legge n. 365 del 2 febbraio 2017 concernente le “ Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”.

Nelle premesse della deliberazione con cui è stata adottata la proposta di legge regionale n. 365/2017 non si fa il minimo cenno alla proposta del “Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia della Regione Lazio”, tuttora in corso di istruttoria, ma per giustificare il provvedimento si fa riferimento alla legge n. 106 del 12 luglio 2011, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge n. 70 del 13 maggio 2011, concernente il “Semestre Europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia”, e più precisamente al comma 9 dell’art. 5 (relativo alle costruzioni private).

Nelle stesse premesse viene espressamente citata la scadenza del Piano Casa per rilevare da un lato «la necessità di intervenire con misure non più straordinarie nel settore edilizio, per superare le disposizioni della legge regionale 11 agosto 2009, n. 21 “Misure straordinarie per il settore edilizio ed interventi per l’edilizia residenziale sociale”» e dall’altro lato che «il termine di sessanta giorni di cui al citato articolo 5, comma 9, d.l. 70/2011, deve essere ritenuto ordinatorio, anche alla luce delle disposizioni dei commi successivi, che espressamente considerano l’ipotesi che le leggi regionali sopraggiungano successivamente allo spirare di detto termine .»

Per un opportuno confronto con il testo della proposta di legge n. 365/2017, l’Arch. Rodolfo B osi ha citato i commi successivi al comma 9 che non vengono riportati nelle premesse e che qui interessano, in particolare il comma 14 che detta la seguente disciplina: «le disposizioni contenute nel comma 9, fatto salvo quanto previsto al comma 10, e al secondo periodo del comma 11, sono immediatamente applicabili alle Regioni a statuto ordinario che non hanno provveduto all’approvazione delle specifiche leggi regionali. Fino alla approvazione di tali leggi, la volumetria aggiuntiva da riconoscere quale misura premiale, ai sensi del comma 9 lettera a), è realizzata in misura non superiore complessivamente al venti per cento del volume dell’edificio se destinato ad uso residenziale, o al dieci per cento della superficie coperta per gli edifici adibiti ad uso diverso.»

Anziché applicare la legge n. 106/2011 la Giunta Regionale del Lazio ha preferito far approvare la legge n. 10 dell’11 agosto 2011, con cui ha modificato il “Piano Casa” fatto approvare dalla precedente Giunta con la legge regionale n. 21 dell’11 agosto 2009 per consentire di estendere i premi di cubature all’intero territorio regionale, senza doverli limitare esclusivamente alle aree urbanizzate da riqualificare.

Ora, a distanza di quasi 6 anni dal Decreto-Legge n. 70/2011 la Regione Lazio ha sentito l’esigenza di attuarlo soprattutto per sfruttarne la possibilità di stabilire per legge delle premialità in misura ben maggiore delle minime volumetrie aggiuntive indicate nella legge di conversione n. 106/2011, come si vedrà più avanti nelle osservazioni di merito. 

Con la scadenza del “Piano Casa” fissata al prossimo 1 giugno, potevano essere comunque applicabili i premi di cubatura consentiti dal comma 14 dell’art. 5 della legge n. 106/2011, anche in assenza del suo recepimento con apposita legge regionale, che la Giunta Regionale del Lazio ora vuole invece far approvare in tutta fretta proprio per consentire una maggiore premialità, sostituendo di fatto il “Piano Casa” in scadenza con un “Piano Casa” limitato apparentemente alla sola “rigenerazione urbana” e ad un recupero edilizio esteso anche ai manufatti ricadenti nelle aree demaniali marittime.

Il Dott. Arch. Rodolfo Bosi è quindi passato ad esporre le sue osservazioni di “merito” ad ognuno degli articoli della proposta di legge.

Il testo del 2° comma dell’art. 2 è più o meno lo stesso del 1° comma dell’art. 11 della proposta di “Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia della Regione Lazio”.

In base al 3° comma i Comuni del Lazio potranno individuare le aree su cui consentire gli interventi e sugli incrementi che non potranno superare comunque il 35% della superficie utile lorda esistente e fino al 40% nel caso in cui sia ridotta la superficie coperta a favore della superficie permeabile.

VAS chiede di applicare una premialità nella misura della percentuale massima (20%) fissata dal comma 14 dell’art. 5 della legge n. 106/2011, innalzandola al 30% solo nel caso in cui sia ridotta la superficie coperta a favore della superficie permeabile.

Il testo del comma 7 è conforme alla prescrizione del comma 10 dell’art. 5 della legge n. 106/20111.

Una volta che i Comuni abbiano effettuato la ricognizione delle aree degradate possono essere presentati, da parte dei soggetti che ne hanno titolo, piani di intervento comprensivi del progetto preliminare di riqualificazione urbana.

Ma per redigere i progetti VAS propone, sull’esempio della Regione Toscana, di ricorrere a concorsi con avviso al pubblico oppure a un invito diretto ad almeno 3 progettisti.

Per la valutazione degli interventi va prevista poi l’istituzione di un’apposita commissione giudicatrice i cui componenti tecnico-scientifici sono selezionati mediante procedure di evidenza pubblica.

I piani di intervento saranno oggetto di pubblicazione, e dovranno essere discussi in un’assemblea pubblica al fine di favorirne la conoscenza e raccogliere osservazioni e contributi dei cittadini.

VAS quindi propone di integrare l’art. 3 in tal senso.

Per come è formulato, l’articolo 3 lascia intendere che per la ristrutturazione edilizia e la demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, quale che sia la loro destinazione d’uso, viene comunque dato un incremento del 30% della volumetria o della superficie utile lorda: per un opportuno confronto il Dott. Arch. Rodolfo Bosi ha fatto presente che l’art. 4 della legge regionale n. 21/2009 (Piano Casa) consente per “Interventi di sostituzione edilizia con demolizione e ricostruzione degli edifici” ampliamenti fino al 35%.

Alla lettera a) del 1° comma VAS propone di abbassare dal 30% al 20% l’incremento della volumetria o della superficie utile lorda per i casi di ristrutturazione edilizia e demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, precisando che siano ad uso residenziale: VAS chiede di applicare una premialità nella misura della percentuale fissata dal comma 14 dell’art. 5 della legge n. 106/2011.

Alla lettera b) del 1° comma VAS propone di specificare che il mutamento delle destinazioni d’uso degli edifici esistenti deve essere riferito a manufatti ad uso non residenziale e che il tal caso la premialità deve essere del 10% della volumetria o della superficie lorda: VAS chiede di applicare anche qui una premialità nella misura della percentuale fissata dal comma 14 dell’art. 5 della legge n. 106/2011.

Alla lettera c) del 1° comma VAS propone di specificare che in caso di delocalizzazione e cessione gratuita al Comune delle aree liberate la premialità può essere portata fino al 35% della volumetria o della superficie utile lorda. 

All’articolo 7 della proposta di legge viene prevista la monetizzazione degli standard “qualora sia comprovata l’impossibilità di cedere le aree per gli standard urbanistici ovvero l’incremento delle aree a standard sia inferiore a 1000 metri quadrati”.

La suddetta disposizione risulta in violazione del comma 11 dell’art. 5 della legge n. 106/2011, che prescrive che “resta fermo il rispetto degli standard urbanistici”: VAS propone quindi di stralciare la suddetta disposizione, anche perché verrebbe a determinare una sottrazione di una parte dei servizi da assicurare ai cittadini. 

Gli “Interventi di riordino funzionale dei manufatti ricadenti nelle aree demaniali marittime”, previsti all’art. 7 bis, non hanno nulla a che vedere con la rigenerazione urbana e consentono per di più il consolidamento delle strutture edilizie dei titolari di concessioni demaniali marittime che dopo il 31 dicembre del 2018 dovranno essere messe a gara, con il rischio che non vengano aggiudicate agli attuali titolari.  

VAS chiede pertanto lo stralcio di tale articolo. 

Il Dott. Arch. Rodolfo Bosi ha chiuso il suo intervento facendo presente che all’articolo 8 la modifica prevista alla lettera a) del 1° comma è superflua perché ignora che il comma 2 è stato già modificato in tal senso dall’articolo 20, comma 8, lettera a), numero 2), della legge regionale 10 agosto 2016, n. 12: VAS ne chiede quindi lo stralcio.

Il Presidente Panunzi ha dato quindi la parola all’Arch. Daniel Modigliani, Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) Lazio.

Daniel Modigliani

Ha fatto sapere che anche l’INU si riserva di trasmettere a breve le osservazioni e le proposte di emendamenti, per cui ha anticipato di parlare solo dei temi generali.

A giudizio dell’Arch. Modigliani per prima cosa questa proposta di legge rischia di diventare per moti anni il manuale operativo per la trasformazione, per cui è necessario coordinarla con il “Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia della Regione Lazio”, in corso di istruttoria, se non altro perché ne costituisce una anticipazione.

Ha fatto un unico cenno da un lato al compito che spetta ai Comuni e che è quello di individuare bene le aree da sottoporre a rigenerazione urbana e dall’altro lato alla strumentazione urbanistica della Regione Lazio che è ormai “antica”: a quest’ultimo riguardo ha fatto notare che sono stati approvati ben 7 Piani Regolatori Generali [senza averli sottoposti all’obbligatorio procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, ndr.].

Ha fatto presente che il coordinamento va fatto con la programmazione e che condivide lo strumento della rigenerazione urbana a tempi brevi per interventi diretti, mentre per gli interventi complessi va valutata la loro incidenza sul lungo periodo.

Mancano nella proposta di legge alcune cose, come ad esempio il rapporto tra costruzione e pianificazione: un secondo punto mancante è l’aiuto che va dato ai Comuni nelle scelte che debbono fare.

A tal ultimo riguardo ha consigliato l’uso della “Carta del Suolo” ed il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR): la mancata connessione con la pianificazione del paesaggio a suo giudizio potrebbe rendere deboli gli interventi dei Comuni.

Un’altra cosa un po’ preoccupante è secondo l’Arch. Modigliani la trasformazione di parte del territorio urbanizzato: all’interno della pianificazione vigente ci sono molte aree libere che debbono essere coinvolte nella rigenerazione urbana.

C’è secondo lui una paura che comunque aleggia, perché è consistente la quantità delle aree libere già soggette a disciplina urbanistica: i Programmi Integrati di Intervento (PRINT) non si possono fare se non ci sono le aree libere.

A tal riguardo ha parlato di operazioni di densificazione e concentrazione, come doppio obiettivo che andrebbe chiarito.

L’Arch. Modigliani ha quindi fatto notare la sovrapposizione di termini (anche lessicali) tra “ambiti” ed “aree”: si riscontra anche tra interventi “diretti” o “convenzionati”, che presuppongono un “programma”.

In riferimento alle premialità ha fatto notare che si prevarica la “qualità” dell’intervento e degli spazi urbani, che non ha necessariamente bisogno di “quantità”: in tal senso va curato il rapporto tra quello che fanno i privati e la qualità che viene data ai cittadini.

L’Arch. Modigliani ha fatto notare che non sappiamo ancora se il Piano Cassa abbia dato dei vantaggi e portato dei miglioramenti grazie alle premialità che ha concesso: ma ha fatto sapere che per quel poco che ha potuto accertare, ci sono state autentiche devastazioni del territorio.

Ha messo in risalto che non si può superare il limite del “senza piano”.

Con riguardo ai cambi di destinazione d’uso ha fatto notare che si sta andando verso una generalizzazione estesissima, mettendo in risalto che non ci possono essere deroghe riguardo alle destinazioni a servizi, mentre quando si tratta di destinazioni urbanistiche va tenuto conto del rapporto tra volume e superficie.

A tal ultimo riguardo ha portato l‘esempio degli artifici che sono stati messi in atto con i capannoni industriali per ottenere l’aumento di superfici e divolumi: va quindi regolamentato questo rapporto, anche perché comporta delle difficoltà per il reperimento degli standard.

Intorno alle ore 16 il Presidente Enrico Panunzi ha chiuso l’audizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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