«Tribunale abusivo va bloccato lo scempio»

 

VICENZA. Nuovo blitz degli ambientalisti a Borgo Berga, il “mostro” urbanistico costruito sull’area ex Cotorossi a Vicenza, alla confluenza dei fiumi Bacchiglione e Retrone e all’ombra delle ville palladiane.

Un gigante di cemento che rischia di trascinare nel fango anche il tribunale costruito proprio su quell’area, ora al centro di un’inchiesta: domani, il tribunale del riesame si dovrà pronunciare sulla richiesta di sequestro dell’area, che il gip ha bocciato.

Proprio per questo ieri attivisti del gruppo “Vicenza si solleva” si sono barricati nella gru che svetta nel complesso residenziale a pochi passi dalla Rotonda.

Altri invece si sono incatenati all’interno del cantiere per bloccare i lavori nel mirino della procura, la quale ha chiesto il sequestro dell’area per presunti abusi edilizi.

Quello di ieri è solo l’ultimo di una serie di raid che “Vicenza si solleva” ha compiuto nell’area in cui sorgono il nuovo tribunale, un supermercato, palestra, negozi e appartamenti.

La presenza di manifestanti dentro l’area è stata confermata dalla polizia, presente con due pattuglie e con i dirigenti della Digos, che identificheranno i manifestanti.

Da quanto si è appreso, i responsabili della società “Cotorossi” proprietaria dell’area, non hanno richiesto lo sgombero del cantiere.

Sulla vicenda ha preso posizione il senatore Enrico Cappelletti (M5S): «Alcuni cittadini hanno manifestato all’interno dei cantieri di Borgo Berga per bloccare i lavori, cosa che avrebbe dovuto fare la politica vicentina che invece si è dimostrata totalmente incapace di fermare la più grande speculazione edilizia mai realizzatasi nella città di Vicenza.  

È assurdo come si sia consentita una cementificazione.  

Ci siamo battuti per anni assieme a numerosi comitati di cittadini ed associazioni perché venisse detta una parola di verità sulle numerose irregolarità che hanno connotato la realizzazione di questo autentico sfregio alla città.  

L’amministrazione se ne deve assumere tutta la responsabilità» continua il senatore M5S.

«Ora grazie al lavoro della Procura abbiamo la ragionevole certezza che l’opera sia abusiva, realizzata in violazione delle distanze dai corsi d’acqua, dei vincoli storico-architettonici, delle norme sugli appalti, e dell’obbligo della valutazione ambientale.  

Sappiamo che oltre alla devastazione del territorio e al rischio idrogeologico vi sono stati danni milionari al Comune derivanti dalle cessioni di terreni pubblici e dalla costruzione delle opere di urbanizzazione.  

Ci auguriamo che l’amministrazione prenda finalmente le misure necessarie per porre fine a questo scempio ed avviare le procedure di demolizione» conclude il senatore.

 

(Articolo di Enrico Cappelletti, pubblicato con questo titolo il 22 marzo 2017 su “Il Mattino di Padova”)

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