Emergenza cinghiali, il presidente del Consiglio regionale della Liguria ha la soluzione: «Insegnare la caccia a scuola»

 

Il leghista Francesco Bruzzone, presidente del Consiglio regionale della Liguria e cacciatore, ha una ricetta per affrontare l’emergenza cinghiali nella sua Regione: spiegare ai bambini l’importanza della caccia.  

Bruzzone  è preoccupato perché «è’ ormai un dato di fatto che la fauna selvatica sia in aumento, un fenomeno che si è verificato negli ultimi anni di pari passo con i mutamenti subiti dal nostro territorio.  

L’Appennino Ligure è ricchissimo di questa fauna ed è destinato, d’ora in avanti, ad arricchirsi ancora di più di ungulati, che potrebbero essere individuati anche come risorsa alimentare, dal momento che in Liguria la quantità di carne di ungulati selvatici supera quella presente negli allevamenti».

Poi, sorvolando sul fatto che la massiccia presenza di ungulati è frutto di politiche venatorie sbagliate, il presidente del Consiglio regionale ligure  denuncia che «le cronache delle ultime settimane parlano di cinghiali nei centri cittadini, sulle autostrade e anche nei cortili degli ospedali».  

Ma quel che preoccupa di più Bruzzone è che «a fronte dell’aumento della fauna selvatica, si sta registrando in maniera inversamente proporzionale una diminuzione di coloro che, più di ogni altro, provvedono al controllo della fauna, ovvero i cacciatori.  

E senza cacciatori, il fenomeno, non si può contrastare».

Come intervenire? 

Per l’esponente leghista il problema è culturale, o meglio di cultura venatoria, e conclude: «Per questo motivo, è necessario cominciare a spiegare bene ai giovani, fin dalle scuole, l’importanza della caccia, l’utilità del prelievo venatorio.  

Senza pregiudizi né luoghi comuni, senza falsi ambientalismi di facciata che tanti danni hanno creato negli ultimi decenni, occorre trasmettere alle nuove generazioni la purezza di una passione e di una tradizione del territorio che, di per sé, esclude ogni tipo di abitudine malsana.  

Il mio è un appello al mondo politico e istituzionale, naturalmente, ma anche a quello della scuola e dei provveditorati agli studi.  

Introduciamo la caccia come argomento da trattare a scuola, nell’ambito della tutela dell’ambiente: in questo modo, cominciando a fare opera di educazione a partire dalle scuole, sarà possibile dare vita a una politica di aumento del numero di cacciatori, per contrastare un’emergenza che è ormai fuori controllo».

A parte che, seguendo il ragionamento di Bruzzone non si capisce come l’emergenza cinghiali sia andata fuori controllo se c’era chi, come lui, è così bravo a controllarla,  la Lega abolizione della Caccia (Lac) risponde al presidente del Consiglio regionale della Liguria: «Insegnare la caccia nelle scuole?  

Follia pura questa è istigazione alla violenza!  

Il mondo e gli animali di violenza ne stanno vedendo troppa. 

A scuola si deve insegnare il rispetto e non come si usano le armi per uccidere animali.  

L’ambiente va protetto e uccidere non vuol dire proteggere.  

I danni sono provocati dal mondo venatorio, i cinghiali in aumento sono la consegna del prelievo venatorio.  

Ormai è provato scientificamente da chi studia il comportamento animale, più si spara più aumentano i cinghiali.  

Biologia ed etologia sono le materie che i cacciatori dovrebbero imparare a scuola.  

È proprio nelle regioni dove ci sono più cacciatori che ci sono più cinghiali, ci si domanda mai il perché?»

La Lac si riferisce a  studi come  “Wild boar populations up, numbers of hunters down? A review of trends and implications for Europe”,  o come l’altro  studio “Pulsed resources and climate-induced variation in the reproductive traits of wild boar under high hunting pressure”  dai quali emerge che a una maggiore densità di cacciatori corrisponde un aumento del numero di cinghiali  e che la fertilità dei cinghiali è notevolmente più alta quando sono sottoposti a pressione venatoria elevata.

Durissimo il commento del presidente nazionale dell’Associazione difesa animali e ambiente Lorenzo Croce: «Quanto sostiene Bruzzone sarebbe ridicolo se non venisse da un politico, per giunta cacciatore.  

Non penso ci sia da discutere se non condannare le parole stolte di un uomo probabilmente provato psicologicamente, per cui non mi sento di escludere la necessità di un trattamento sanitario obbligatorio immediato».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 12 aprile 21017 sul sito online “greenreport.it”)

 

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