Agire: se il G7 si allinea a Trump crisi migratoria, alimentare e ambientale senza sbocchi

 

Alla vigilia del G7 di Taormina, Agire, la rete di ONG per l’emergenza (ActionAid, Amref, Cesvi, Coopi, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes, Vis) lancia l’allarme sul rischio fallimento del Vertice: «I 7 Grandi della Terra, che dovrebbero prendere decisioni su sicurezza alimentare e salute globale del pianeta dai documenti finora discussi sembra non daranno una svolta alle politiche globali, allineandosi alle scelte della Presidenza Trump e lasciando così nel dimenticatoio le emergenze umanitarie più gravi».

Trump ieri ha incontrato Papa Francesco che, come un monito, gli ha regalato il documento “La non violenza, stile di una politica per la pace” e quelli di Agire dicono: «Ci auguriamo che questa lettura mitighi le idee del Presidente degli Stati Uniti e dia una scossa anche al vertice di cui Trump sarà protagonista, che si teme possa concludersi con un nulla di fatto sui grandi temi umanitari».

Agire ha molti dubbi anche sulle politiche del governo italiano che pochi giorni fa ha organizzato un incontro con i ministri dell’Interno di Libia, Niger e Ciad per la costruzione di centri di accoglienza che dovrebbero arginare il fenomeno migratorio. 

«Saranno davvero i centri di accoglienza in Africa sub Sahariana ad arginare i fenomeni migratori o non piuttosto delle azioni di aiuto concrete nelle aree dove una carestia dalle proporzioni catastrofiche sta colpendo oltre 30 milioni di persone?», si chiede la Rete delle ONG.

Secondo quanto detto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, le priorità in agenda al G7 di Taormina guarderanno gli scambi internazionali, il clima, la questione migratoria e la «difesa dei valori che i paesi del G7 rappresentano». 

Ma gire fa notare che «i 7 Grandi della Terra, che dovrebbero prendere decisioni su sicurezza alimentare e salute globale del pianeta e dei 7 miliardi di persone che lo abitano, dai documenti finora discussi sembra non daranno una svolta alle politiche globali, allineandosi probabilmente alle scelte della Presidenza Trump e lasciando così nel dimenticatoio le emergenze umanitarie più gravi: guerra in Siria e in Iraq ma anche crisi alimentare in Africa, strettamente legata ai cambiamenti climatici.  

Sappiamo che, mentre il riscaldamento globale stravolge il pianeta causando tremende siccità, inondazioni e catastrofi naturali, Trump ha più volte dichiarato di bocciare l’accordo di Parigi e di non considerare prioritarie le tematiche ambientali» e anche ieri, nell’incontro con Gentiloni, Trump ha confermato che l’Accordo di Parigi sarebbe economicamente insostenibile per gli Stati Uniti, che poi sarebbero anche la più forte economia del mondo.

Agire spiega che «una delle iniziative su cui hanno lavorato gli sherpa dei Governi nel percorso di preparazione al G7, riguarda la fame e la sua relazione con i fenomeni migratori.  

Speriamo che da questo tavolo possano nascere decisioni e impegni concreti, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.  

Nell’attesa preoccupano gli esiti del Vertice che il Governo italiano ha tenuto pochi giorni fa al Viminale con i ministri dell’Interno di Libia, Niger e Ciad per la costruzione di centri di accoglienza che dovrebbero arginare il fenomeno migratorio là dove si generaanziché obbligare a salvataggi in mare.  

Un segnale che anticipa il Summit del G7 e le sue conclusioni?  

Ma che significa costruire centri in Libia, Niger e Ciad ?

Come si argina il fenomeno?  

Con centri di cosiddetta “accoglienza” in paesi in cui il rispetto dei diritti umani non è garantito, come in Libia?  

Chi controllerà il rispetto degli standard umanitari?  

Tutto ciò non è chiaro».

La rete di ONG fa notare che «Niger e Ciad, tra l’altro, attraversano in questo momento una gravissima crisi alimentare dovuta in parte proprio ai cambiamenti climatici, in parte ai movimenti di popolazione legati alle fughe da Boko Haram.  

In questi paesi, così come in Sud Sudan, in Etiopia, Somalia e parte del Kenya, circa 30 milioni di persone vanno a letto con la pancia vuota.  

Ci sono dichiarazioni ufficiali di Carestia ed azioni umanitarie urgenti, che non possono attendere perché molte persone stanno letteralmente morendo di fame. 

Saranno davvero i centri di accoglienza in Africa sub Sahariana ad arginare i fenomeni migratori o non piuttosto delle azioni di aiuto concrete in quelle aree?  

E senza un accordo condiviso sul clima, lo sfruttamento delle risorse naturali e la regolamentazione delle emissioni, quale futuro potremo garantire ai nostri figli?»

La coordinatrice di Agire, Alessandra Fantuzi, conclude: «Difendere i valori che i Paesi del G7 rappresentano, per noi non significa proteggere le nostre frontiere, ma riconoscere il diritto all’assistenza umanitaria, il valore di ogni persona e il rispetto dei diritti umani» dice. 

«I leader mondiali sono chiamati a dare risposte responsabili per il futuro di tutti, con uno sguardo globale necessario e imprescindibile.  

Ci auguriamo che questo vertice non sia solo una passerella e che non si limiti a ribadire i privilegi economici e di libertà individuale di cui godono le grandi democrazie».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 maggio 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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