Aeroporto di Fiumicino: blitz Legambiente contro il nuovo terminal e la quarta pista

 

I volontari di Legambiente che hanno innalzato lo striscione “Stop consumo di suolo” a Fiumicino, si appellano al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, alla sindaca della Città metropolitana di Roma Capitale Virginia Raggi e al Sindaco di Fiumicino Esterino Montino perché «blocchino una scelta sbagliata e inutile, con una fretta che si spiega con il tentativo di evitare il Dibattito pubblico previsto dal Codice degli Appalti».

Legambiente Lazio denuncia che «sotto silenzio, e mentre Alitalia si stava avvitando in una drammatica crisi, è cominciata la procedura di approvazione del “Master plan 2030” dell’Aeroporto di Fiumicino che prevede la realizzazione di un nuovo Terminal e una quarta pista al posto di aree agricole, alberi e corsi d’acqua.

 

“Master plan 2030” dell’Aeroporto di Fiumicino

La proposta, che ha cominciato l’iter di Valutazione di Impatto Ambientale, interesserebbe un area enorme ricompresa nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e determinerebbe una incredibile occupazione di suoli con piste di asfalto e edifici, un nuovo svincolo autostradale di accesso, oltre che un notevole impatto acustico e atmosferico per un ampio territorio tra Fiumicino, Fregene, Maccarese.  

Quasi 500 gli ettari che verrebbero asfaltati e cementificati all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, oggi agricoli e oltretutto con vincoli paesaggistici e archeologici».

Per Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, «è davvero incredibile che solo quattro mesi fa all’inaugurazione del nuovo Terminal E di Fiumicino, di fronte al Presidente del Consiglio Gentiloni, i manager dell’Aeroporto si vantassero di aver realizzato un intervento senza consumo di suolo.  

Stavolta senza proclami hanno presentato un progetto che stravolgerebbe un area grande 6 volte Villa Borghese. 

Inoltre, come messo in evidenza dal comitato Fuoripista, che si batte contro il progetto, non si comprendono neanche le motivazioni trasportistiche della proposta.  

Il progetto prevede la realizzazione di una quarta pista parallela e attaccata alla terza, e quindi di difficile utilizzo contemporaneo.  

Inoltre prevede di realizzare un enorme nuovo terminal nella Zona Nord.  

La ragione della fretta sta forse nella volontà di evitare che un progetto di questa dimensione sia sottoposto al Dibattito Pubblico previsto dal Codice degli Appalti e che tra poche settimane sarà definito da un Decreto del Ministero delle Infrastrutture».

Infatti, gli ambientalisti sottolineano che «diversi studi tecnici hanno dimostrato che è possibile perfino raddoppiare i passeggeri trasportati a Fiumicino – attualmente sono 40 milioni l’anno -, con un utilizzo diverso delle piste e potenziando i terminal esistenti con nuovi spazi e connessioni». 

Ma, secondo Legambiente,  «proprio il fatto che un intervento di questo tipo costerebbe molto meno, e non occuperebbe nuovi suoli, è la ragione per cui non interessa a chi gestisce l’Aeroporto e vuole guadagnare dai cantieri e garantirsi una lunga gestione degli introiti aeroportuali con progetti mastodontici quanto inutili.  

Oltretutto, è da sottolineare che sia a Fiumicino che a Ciampino i cittadini soffrono il superamento dei limiti di inquinamento acustico senza vedere mitigazioni e compensazioni ambientali.  

E l’Enac, che dovrebbe controllare queste situazioni, è sempre dalla parte di chi gestisce gli aeroporti».

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, ha concluso: «Non è ammissibile che un progetto di questa dimensione e impatto, venga presentato senza alcun confronto con il territorio, soprattutto perché esistono altre soluzioni possibili per l’Aeroporto che avrebbero un impatto molto minore.  

Per queste ragioni e contro la prepotenza di chi gestisce l’Aeroporto di Fiumicino e di chi dovrebbe controllare i gestori ma sembra invece difenderne gli interessi ci appelliamo al Presidente della Regione Nicola Zingaretti e ai Sindaci di Roma Virginia Raggi e di Fiumicino Esterino Montino, perché fermino la procedura di Via di questo progetto devastante.  

Quello di cui siamo sicuri è che, insieme ai cittadini, alle associazioni e ai comitati del territorio, siamo pronti a una dura battaglia nell’interesse generale e dell’ambiente, per difendere una porzione di altissimo pregio del Lazio, che rischia di dissolversi sotto una colata di asfalto».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 26 maggio 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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