SPERLONGA – “Mi dia retta, si goda il paesaggio e volti le spalle al resto“. L’uomo col volto solcato di rughe è seduto su una panchina del centro storico di Sperlonga, uno dei borghi più belli d’Italia, poco più di tremila anime a metà strada fra Roma e Napoli, proprio di fianco all’edificio comunale chiuso di lunedì, “ma il martedì lo trova aperto tutto il giorno“. Godersi il paesaggio è la regola da queste parti. Dicono che se si vuole continuare a sognare, a Sperlonga non bisogna mai dare le spalle al mare. Ma da qualche tempo la magia dello sperone di roccia che si tuffa nelle acque limpide e in una distesa di sabbia dorata, si spezza su un maleficio di cubature abusive che hanno trasformato quel luogo dalla vista mozzafiato in un paradiso abitato da diavoli. “La natura è stata tanto generosa con questo posto e l’uomo l’ha ripagata così“, sussurra Anna Dicorio, che qui è nata e cresciuta. Il dito indica un mostro di impalcature che sembra appeso alla montagna, alle spalle del mare appunto. “Un idraulico di qui ha vinto il superenalotto e ha deciso di costruirsi quella villa. Poi, come vede, si è allargato… Ora la casa è sotto sequestro, ma intanto tutto resta dov’è. Qui si allargano tutti…“. A cominciare dal sindaco. Armando Cusani, classe 1963, esponente di punta della coalizione di centrodestra, è al suo terzo incarico da primo cittadino a Sperlonga. Prima, per due mandati, era stato presidente della Provincia di Latina. Malgrado sia agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta, non si è dimesso e, da quasi un ventennio, comanda lui. Il “sindaco padrone”, così lo chiamano, fu il primo in Italia a subire gli effetti della legge Severino: fu sospeso dalle funzioni nel 2013 per […]