Abusivismo, il Governo contro la legge della Regione Campania

 

È scontro tra governo e Regione sull’abusivismo edilizio.

Il Consiglio dei ministri presieduto da Paolo Gentiloni ha deciso di impugnare la norma della giunta De Luca che blocca le demolizioni.

Tecnicamente si chiamano “misure alternative agli abbattimenti”.

Un modo per andare incontro agli occupanti abusivi in una Regione che conta almeno 67 mila case da demolire.

La Regione di Bassolino non aderì nel 2003 al condono previsto dal governo e per questo si sono accumulate tante sentenze che darebbero il via libera alle ruspe.

Per il governo Gentiloni la legge approvata a giugno dalla Campania sarebbe in contrasto con i principi nazionali e con le norme statali a tutela dell’ambiente.

La legge targata De Luca parte dal testo unico in materia edilizia risalente al 2001.

Che prevede in caso di abuso l’intervento del dirigente del Comune.

Viene ordinata la demolizione ai danni di chi ha commesso l’abuso.

Se non si provvede all’abbattimento, il Comune acquisisce l’immobile.

L’opera deve essere buttata giù a spese di chi ha costruito senza titolo o in zona non edificabile.

Ma la stessa norma nazionale prevede la possibilità che il consiglio comunale “dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”.

Fin qui la legge italiana.

La legge De Luca va a supportare i Comuni con “linee guida regionali” da approvare nei municipi.

In particolare, Palazzo Santa Lucia indica – nel testo della legge approvato il 22 giugno – “il fitto e la vendita” degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale “anche con preferenza per gli occupanti per necessità al fine di garantire un alloggio adeguato alla composizione del relativo nucleo familiare”.

Il governo contesterebbe soprattutto il criterio della vendita a favore di chi risiede nell’immobile abusivo.

In pratica, la casa che per legge dovrebbe essere abbattuta, ritornerebbe a pieno titolo in possesso dell’occupante che magari è lo stesso che ha realizzato l’abuso, dopo essere passata per il Comune che l’ha acquisita.

Non solo.

La Regione dice ai Comuni di approvare “i criteri” che definiscano “il requisito soggettivo di occupante per necessità”.

E anche “i criteri per determinare il canone di locazione e il prezzo di vendita” differenziando “le superfici adeguate alla composizione del nucleo familiare e quelle in eventuale eccedenza”.

Insomma, un modo per far pagare di più l’abuso se l’occupante si è allargato troppo rispetto al numero di familiari.

Non solo.

Il governo contrasta anche l’articolo della legge De Luca che consente “un ampliamento” agli edifici destinati ad attività manifatturiere, industriali e artigianali che si trovano in Comuni sprovvisti di piano urbanistico.

Dopo i rilievi alla legge regionale inviati da Roma, la giunta De Luca ha cercato di convincere il governo a non impugnare la norma “blocca-demolizioni”.

Una moral suasion esercitata dal vicepresidente Fulvio Bonavitacola verso il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti.

E da De Luca in persona col premier Gentiloni.

Tentativi andati a vuoto, alla luce della decisione di ieri del Consiglio dei ministri.

 

(Articolo di Alessio Gemma, pubblicato con questo titolo l’8 agosto 2017 sul sito online de “la Repubblica”)

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la Repubblica 08.08.2017

Il Fatto Quotidiano 08.08.2017

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