Orsa uccisa in trentino: le reazioni di Wwf e Legambiente

 

Il 13 agosto la Provincia autonoma di Trento ha annunciato che «nella serata di ieri gli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento hanno proceduto all’abbattimento dell’orsa KJ2 in attuazione dell’ordinanza emessa dal presidente della Provincia per garantire la sicurezza delle persone. 

Ciò è stato possibile grazie alle precedenti attività di identificazione genetica e successiva cattura e radiocollarizzazione ai fini della riconoscibilità dell’animale. 

Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve tempo possibile.  

Sempre in funzione della prioritaria sicurezza delle persone continueranno in maniera intensiva tutte le attività condotte per ridurre il rischio di incidenti (informazione, comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio)».

La reazione del Wwf Italia è stata durissima: «Non può essere l’orsa a pagare con la vita errori umani. 

Avevamo diffidato la Provincia a procedere con l’abbattimento, perché inutile è senza ritorno, ma evidentemente le pressioni politiche sono state più forti del buon senso – ha detto il vicepresidente del Panda italiano Dante Caserta – Ed è singolare che, sebbene l’orsa fosse stata individuata già da tempo, l’abbattimento sia avvenuto proprio nella notte del weekend di ferragosto, quando gran parte delle persone sono in vacanza e l’attenzione mediatica è al minimo».

Il Wwf aveva già segnalato che la alla base dell’episodio ci fosse presenza ricorrente di cani senza guinzaglio nella zona dell’attacco e ora aggiunge: «Se le autorità competenti non lavorano per eliminare le cause che portano ad episodi spiacevoli, a farne le spese saranno sempre gli orsi, e questo non è accettabile».

Il Wwf annuncia che «valuterà nei prossimi giorni come procedere sul piano legale, e intanto convoca per fine settembre gli Stati Generali dell’Orso in Italia, perché gli ultimi episodi hanno messo in luce come sia indispensabile ed improcrastinabile un netto salto di qualità nella gestione del plantigrado, ancora sull’orlo dell’estinzione, su tutto il territorio nazionale».

Anche Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità Legambiente, non è per niente d’accordo con quanto deciso dal presidente del Trentino: «La provincia autonoma di Trento ha deciso, sulla base di una sua delibera contingibile e urgente del 2015, di procedere all’abbattimento dell’orsa kj2 che si era resa protagonista di due aggressioni, una delle quali non accertata, negli ultimi due anni.

In questi casi è lo stesso Piano d’azione per la gestione e tutela dell’orso bruno alpino (Pacobace) che stabilisce che si debba intervenire per ridurre i rischi che può continuare a causare un orso cosiddetto problematico.

Ma è lo stesso Pacobace che stabilisce anche come si deve intervenire.

Innanzitutto l’intervento deve essere condiviso con il Ministero dell’ambiente e autorizzato da Ispra.

In questi casi si può anche decidere di intervenire per catturare e ridurre in cattività l’animale, una scelta anche questa da condividere e da autorizzare.

La provincia di Trento ha deciso invece di agire in autonomia (forse perché è una provincia autonoma e non risponde alle leggi dello Stato come le altre istituzioni) e si è mossa diversamente da quanto prevede il Pacobace stesso, un documento sottoscritto anche da tutte le altre regioni del l’arco alpino italiano e approvato dalla Conferenza delle regioni e delle autonomie locali».

Nicoletti ricorda che «la provincia di Trento è lo stesso ente protagonista dal 1997 della reintroduzione dell’orso bruno alpino nel suo territorio sulla base di un progetto Life Ursus finanziato dalla Ue e coordinato dal Parco regionale dell’Adamello Brenta.  

La provincia di Trento dal 2005 ha esautorato il Parco regionale dell’Adamello Brenta dalla gestione degli orsi, ed ha approvato il Piano di comunicazione previsto dal progetto Life Ursus fin dal 2002 solo nel 2017.  

La provincia di Trento è lo steso ente che, d’accordo con la Regione Lombardia e la provincia di Bolzano e la condivisione di questo Ministro dell’ambiente, ha proceduto a smantellare il parco nazionale dello Stelvio trasformandolo in un parco di interesse locale».

Nicoletti conclude amaramente: «La provincia di Trento è così, e forse crede in questo modo di fare gli interessi del Trentino, ma chi tutela gli interessi della natura e degli animali, oltre che degli altri italiani che in casi analoghi (Abruzzo per esempio) rispettano le leggi ed protocolli che si sottoscrivono?»

 

(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 14 agosto 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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