Guido Pollice Sull’ultimo numero di Verde Ambiente (3/4 di marzo-giugno 2017) è stato pubblicato il seguente editoriale del Presidente di VAS Guido Pollice. Le cose utili si ottengono partendo da risorse naturali (combustibili fossili, pietre, minerali, prodotti agricoli e forestali, animali) che vengono trasformate in merci: carburanti, elettricità, cemento, metalli, pomodori in scatola, carne, carta, eccetera; dopo l’uso delle merci una parte della materia va perduta sotto forma di gas, liquidi e solidi di scarto e rifiuto e va ad inquinare l’aria, le acque, il suolo. Questa circolazione natura-merci-natura è tenuta in moto da un fattore invisibile, ma indispensabile che è l’energia fornita da alcune “fonti” che liberano calore o elettricità, le “forme” finali dell’energia, attraverso la combustione, il movimento o l’uso di macchine, eccetera. Con il calore liberato dalla combustione del carbone è possibile trasformare i minerali in metalli o produrre elettricità; con quello liberato dalla combustione del gasolio si fanno girare le ruote dell’automobile; con quello liberato dalla combustione del metano è possibile scaldare le case; le fabbriche, le case, i treni, gli uffici hanno bisogno di elettricità, altra “forma” invisibile di energia che viene prodotta con combustibili o col moto delle acque, o con le “forze” del Sole e del vento e che arriva nelle fabbriche e nelle case attraverso le prese di corrente. In Italia nel 2015 l’economia delle merci è stata tenuta in moto con una quantità di energia equivalente a quella che sarebbe liberata bruciando 150 milioni di tonnellate di petrolio (tep), immettendo nell’atmosfera circa 450 milioni di tonnellate di gas vari (gas serra) fra cui predomina l’anidride carbonica, responsabili dei mutamenti climatici. L’economia produce molte altre centinaia di milioni di rifiuti, ma quelli gassosi responsabili dei mutamenti climatici sono tenuti sotto particolare osservazione. Di quanta energia — gasolio, calore, elettricità — avranno […]