Mentre gli Stati uniti venivano sferzati dall’ennesimo super-uragano, l’Homeland security advisory della Casa Bianca, Tom Bossert, ha detto: «Continuiamo a prendere seriamente il cambiamento climatico, non la sua causa, ma le cose che osserviamo». Sierra Club, la più grande diffusa e influente associazione ambientalista Usa, fa notare che «questa affermazione è in forte contraddizione con le azioni effettive adottate da questa Amministrazione, tra le quali i ripetuti sforzi per sconfiggere la ricerca sui cambiamenti climatici, la censura del termine “cambiamento climatico” da parte di tutto il governo federale, la nomina di negazionisti climatici ai posti più alti dell’Amministrazione e l’eliminazione del regolamento sul rischio alluvioni del presidente Obama solo poche settimane prima dell’uragano Harvey». Inoltre, alla domanda se Donald Trump, alla luce della devastante sequela di uragani di quest’anno, rivedrà il suo atteggiamento sull’uscita dall’Accordo di Parigi, la segretaria per la stampa della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha risposto assurdamente che gli Usa continueranno a essere il leader mondiale in materia ambientale, nonostante tentino di fare pezzi un accordo climatico storico, forse insufficiente, ma che ha richiesto decenni di trattative per poter essere sottoscritto da tutti i Paesi del mondo meno il Nicaragua (che lo considera insufficiente e ingiusto), la Siria sconvolta dalla guerra e gli Usa di Trump. Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, ha sottolineato che «la negazione della crisi climatica da parte di Donald Trump è una minaccia mortale per questo Paese. Trump non solo non ha fatto nulla di serio contro la crisi climatica: ha lavorato per peggiorarla, rottamando qualsiasi politica che ci aiuti a prepararsi o ad agire riguardo questo pericolo chiaro e presente. Trump ha definito la crisi climatica una truffa mentre milioni di persone fuggivano dagli uragani, dalle inondazioni e dagli incendi. La crisi climatica ha reso le condizioni meteo […]