Accordo di Parigi, firma anche il Nicaragua. Trump resta solo (con la Siria)

 

Il Nicaragua ha annunciato la sua adesione all’Accordo di Parigi sul clima.

Gli Usa di Trump quindi restano il solo Paese del mondo con la Siria di Bashir al-Assad (che non ha firmato perché è in guerra) a rimanere fuori dall’Accordo globale sul clima.  

Finora il Nicaragua, che emette lo 0,03% delle emissioni di gas serra mondiali ma dove i casi di inquinamento non mancano, si era dichiarato contrario all’Accordo di Parigi perché non costringe i Paesi ricchi a pagare abbastanza per le loro emissioni climalteranti.

L’adesione all’Accordo di Parigi sarebbe stata comunicata all’Onu dal presidente nicaraguense Ortega.  

Una decisione presa da Managua su pressione degli altri governi di sinistra latinoamericani e caraibici  e proprio mentre da Washington arrivano segnali contrastanti sulla posizione dell’amministrazione Trump sull’ accordo.

Secondo il sito filogovernativo 19 Digital,  Ortega ha confermato che il Nicaragua  è entrato a far parte dell’Accordo di Parigi  anche dopo che il comunicato ufficiale di adesione era stato cancellato dal sito web del governo, sollevando non pochi dubbi sulle reali intenzioni del governo sandinista.

Ma sia la vicepresidente del Nicaragua Rosario Murillo (moglie di Ortega) che il presidente hanno confermato e successivamente il presidente della Repubblica è intervenuto per chiarire meglio: «Siamo pronti d aderire, firmeremo l’Accordo di Parigi.  

Abbiamo fatto molte riunioni sul tema ed abbiamo già il programma di adesione del Nicaragua e la firma dell’accordo di Parigi».

Il perché il comunicato ufficiale sia stato fatto scomparire resta un mistero, ma l’ambientalista Víctor Campos, direttore del Centro Humboldt, intervistato dal giornale di opposizione La Prensa,  ha detto: «Pensiamo che sia stata la decisione appropriata.  

Non dubitiamo che il governo continuerà a chiedere che ci sia maggiore ambizione nell’accordo e che siamo sicuri che ciò lo favorisca, in termini di relazioni internazionali del Nicaragua con il resto dei Paesi del mondo.  

La decisione comporterà un piano di adattamento, una legge e una politica climatici».

Le dichiarazioni di Ortega, sull’accordo di Parigi sarebbero state fatte durante un incontro con i funzionari della Banca mondiale ma settimane prima, il governo di Managua aveva pubblicato un Libro bianco sul contestatissimo Canale interoceanico Atlantico-Pacifico nel quale spiegava il processo di consultazioni per arrivare alla firma dell’Accordo di Parigi.

Il facilitatore della Mesa Nacional para la Gestión de Riesgo, Denis Meléndez, ha detto che anche se  le informazioni sull’adesione all’Accordo di Parigi sono state tolte dal sito del governo, «una volta che è stato annunciato è da ritenersi valido, non credo che possiamo fare un passo indietro.

Dobbiamo tenere in considerazione gli scenari climatici, che indicano la direzione da seguire e gli obiettivi da centrare in termini di mitigazione attraverso l’Accordo.  

L’adesione rafforzerebbe ancora di più la capacità del Nicaragua».

Intanto 50 associazioni ambientaliste del Nicaragua hanno pubblicato un comunicato che chiede al governo di ristabilire il decreto 76-2006, Sistema de Evaluación Ambiental, che è stato abrogato dal decreto 15-2017 pubblicato nel Diario Oficial La Gaceta.

Un atto che, proprio per evitare le osservazioni ambientaliste riguardanti il Canale del Nicaragua, punta a limitare la realizzazione degli studi sull’impatto ambientale.

La coalizione delle associazioni ambientaliste ha detto che la prossima settimana presenterà le sue considerazioni sugli ultimi progetti di grande impatto ambientale del governo Ortega.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 21 settembre 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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