Il Nairobi National Park a rischio per una nuova ferrovia

 

In Kenya il Nairobi National Park è al centro dello scontro tra le priorità nazionali di sviluppo e la salvaguardia dell’ambientale in Kenya. 

Come spiega lo scrittore keniano Kari Mutu sull’Earth Island Journal quest’area protetta è stata istituita nel 1946, è il Parco Nazionale più antico del Kenya e si estende su 117 Km2 accanto alla capitale Nairobi, mantenendo un’incredibile biodiversità: «Animali come bufali, giraffe, leoni, leopardi, rinoceronti bianchi, rinoceronti neri in pericolo di estinzione e più di 600 specie di uccelli vivono all’interno dell’area protetta, che è anche l’unico parco nazionale del mondo all’interno di una città.  

Ma il progetto di una mega infrastruttura sta per cambiare il volto e il futuro di quest’area selvaggia».

Mutu si riferisce alla proposta di realizzare una nuova Standard gauge railway (Sgr) per il trasporto di merci e per l’alta velocità tra il porto di Mombasa e la capitale di Nairobi, una linea ferroviaria che taglierebbe in due il Nairobi National Park.

La Sgr è stata presentata come un progetto essenziale per il Kenya’s long-term plan che punta a industrializzare il Paese africano entro 2030.

La ferrovia, lunga 484 Km e che dovrebbe costare 3,8 miliardi di dollari, è finanziata soprattutto dal governo cinese e sarà costruita da imprese cinesi. 

La nuova linea correrà in parallelo con la vecchia meter-gauge railway, costruita nel 1904 dall’Impero britannico, che attraversa Nairobi prima di proseguire verso ovest fino all’Uganda.

Per evitare l’enorme gli enormi risarcimenti che avrebbero comportato le demolizioni di case e attività economiche che si trovavano lungo il percorso originario della Sgr, nel 2016 la Kenya Railways Corporation e la National Land Commission hanno deciso di far passare il secondo troncone della nuova ferrovia  attraverso il Nairobi National Park. 

Inizialmente sono state prese in considerazione diverse opzioni, tra le quali una che tagliava in due l’area dove vivono i rarissimi rinoceronti, poi le autorità hanno stabilito che la ferrovia all’interno del parco dovrà essere  sopraelevata, costruita su ponti con sottopassi che permettano agli animali di spostarsi nell’area protetta senza attraversare la Sgr.

Già 216 ettari di territorio del Parco Nazionale sono stati requisiti per la costruzione di 12 Km di ferrovia, una decisione che ha scatenato le proteste degli ambientalisti che temono per l’integrità a lungo termine di questo eccezionale ecosistema.

Il presidente Friends of Nairobi National Park (Fonnap), Akshay Vishwanath dice che «le dichiarazioni della Kenia Railways Corporation che il ponte di Nairobi Park non avrà un impatto sulla fauna selvatica non sono confermate da nessun fatto e non sono basate su scienza affidabile».

Vishwanath si riferisce ai risultati di uno studio realizzato nel 2016 da Save the Elephants e autorizzato dal Kenia wildlife service (Kws) per esaminare gli effetti di un altro progetto Sgr nel Tsavo National Park nel sud del Kenia, dove sono stati costruiti 120 chilometri di ferrovia per la stessa linea ferroviaria.

Nel Tsavo alcuni elefanti di Tsavo hanno utilizzato con successo i sottopassi per attraversare i binari della nuova ferrovia, ma altri li hanno evitati. 

Le giraffe si sono tenute lontane dai sottopassi e, secondo Save the Elephants, «durante la costruzione ferroviaria c’è stato un aumento significativo delle morti di elefanti da collisioni di treni e veicoli».

Vishwanath è convinto che «i risultati di Tsavo indicano la mancanza di considerazione per gli spostamenti  della fauna selvatica e per l’ambiente durante la pianificazione, la progettazione e la costruzione della ferrovia.  

Il Fonnap vede portare avanti gli stessi errori nel Parco di Nairobi».

Richard Leakey, presidente del board Kws, che  gestisce la fauna selvatica e tutti i parchi nazionali in Kenya, ammette che «idealmente, non ci dovrebbero essere trasporti in un parco nazionale», ma poi ha sottolineato l’importanza nazionale della ferrovia e ha definito i l’attraversamento del Nairobi National Park «un’alternativa pragmatica».  

Però a mettere in imbarazzo il Kenya e i suoi amici cinesi c’è uno studio del 2013 della  Banca Mondiale che mette in discussione il ragionamento finanziario che sta dietro il progetto, rilevando che i costi di ristrutturazione della vecchia linea ferroviaria sarebbero sostanzialmente inferiori a quelli della costruzione della Sgr  e che la nuova linea non avrebbe economicamente senso, a meno che  nel 2030 non ci fosse un volume di trasporto merci e passeggeri superiore più di dieci volte di quello attuale.

Sull’Earth Island Journal, Mutu fa notare che «la ferrovia non è l’unica minaccia per il parco di Nairobi, che è sotto pressione su diversi fronti.  

La popolazione di Nairobi è cresciuta dai 2 milioni di persone nel 2000 ad  oltre 3 milioni di abitanti, mentre i quartieri residenziali e commerciali circondano i confini settentrionali, orientali e occidentali del Parco.  

La spazzatura e gli scarichi di liquami nei fiumi che attraversano il parco sono una preoccupazione.  

Una condotta petrolifera che scorre sotto il parco e i piloni delle linee elettriche si estendono da nord a sud.

Nel  2011, una parte di territorio è stata messa  fuori dal parco per costruire parte di una grande autostrada.  

Il confine meridionale del parco, storicamente lasciato senza recinzioni per consentire lo spostamento stagionale degli animali, è costantemente minacciato da invasioni e dal consumo di suolo, che, se non controllato, potrebbe trasformare il parco in qualcosa di simile ad un grande zoo.  

Rimane la questione se questo piccolo e delicato ecosistema possa sostenere qualsiasi altra infrastruttura».

Gli ambientalisti sono convinti di no e citano il rapporto di valutazione dell’impatto ambientale per la Sgr, anche perché è stato realizzato dopo l’avvio della costruzione della ferrovia. 

Sostengono che il procedimento  è stato affrettato, che non c’è stato un sufficiente coinvolgimento degli stakeholder e che la valutazione è stata breve per quanto riguarda diversi temi specifici.

I lavori per costruire la ferrovia all’interno del Nairobi National Park dovrebbero durare 18 mesi e non è chiaro quale sarà l’impatto a breve e a lungo termine dell’inquinamento acustico,dei  lavori di costruzione e del traffico intenso dei cantieri sul comportamento della fauna selvatica e sugli habitat.

Mutu evidenzia che «oltre agli impatti sulla fauna selvatica, il treno potrebbe anche influenzare il turismo. 

Il Nairobi National Park attrae il terzo più alto numero di visitatori in Kenya ed è uno dei pochi spazi verdi per i residenti della città.  

Il turismo è la seconda più alta fonte di valuta in Kenya e il  Kws produce i propri proventi principalmente dalle tasse di ingresso al parco».

Vishwanat aggiunge che «il parco fornisce anche preziosi servizi ecosistemici per purificare l’aria a Nairobi e serve come spartiacque.  

Gli insetti e gli uccelli del parco sono gli impollinatori nelle aziende agricole periurbane, quindi svolgono un ruolo vitale nella produzione alimentare».

Proprio per i molteplici impatti della ferrovia, gli ambientalisti hanno ottenuto una prima vittoria in tribunale: ad aprile l’attivista keniano Okiya Omtatah e la Kenya Coalition for Wildlife Conservation hanno ottenuto un ordinanza della Corte di sospensione delle opere di costruzione all’interno del Parco, sulla base del fatto che la valutazione dell’impatto ambientale era insufficiente.

Ma il caso è ancora in discussione.

Gli ambientalisti keniani non sono contrari per principio ai  progetti infrastrutturali, ma dicono che il governo non si impegna per uno sviluppo sostenibile e per la partecipazione dell’opinione pubblica, come sancito dalla Costituzione. 

Ma soprattutto sono preoccupati  perché la Sgr potrebbe diventare un precedente pericoloso quando si dovranno approvare altri mega progetti all’interno dei Parchi nazionali del Kenya.

Il primo presidente del Kenia, Jomo Kenyatta, disse che «le risorse naturali di questo paese – e la fauna selvatica che offre un’attrazione così apprezzabile per i visitatori provenienti da tutto il mondo, i bei luoghi in cui vivono questi animali, le forti foreste che custodiscono le aree idriche così vitali per la sopravvivenza dell’uomo e delle bestie – sono un patrimonio inestimabile per il futuro».

Suo figlio, Uhuru Kenyatta, che è l’attuale contestato presidente del Kenya, ha ironicamente autorizzato una ferrovia cinese ad alta velocità che dovrebbe attraversare un Parco nazionale.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 ottobre 2017 sul sito “greenreport.it”)

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