Cnr, l’Italia sarà colpita da tornado sempre più devastanti a causa del riscaldamento globale

 

Nel novembre di cinque anni fa Taranto fu sconvolta da un evento che raramente si manifesta all’interno del Mediterraneo, un violento tornado.

Quando la forza della tempesta si esaurì rimasero sul territorio un morto e 60 milioni di euro di danni.

Una tragedia portata dal caso o dai cambiamenti climatici in atto?

La risposta arriva oggi dagli Istituti di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) e sull’inquinamento atmosferico (Iia-Cnr) con un lavoro pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ed è in grado di fornirci al contempo preziose indicazioni utili per il futuro.

«Sappiamo che all’epoca dell’evento – dichiara il ricercatore Cnr Antonello Pasini – la temperatura della superficie del Mar Ionio era di circa 1°C superiore alla media climatologica del periodo», ed è questo un dato determinante per spiegare l’intera dinamica dell’evento.

Simulando il percorso della cella temporalesca dotata di moto vorticoso (supercella) da cui si è formato il tornado, i ricercatori Cnr sono riusciti a scoprire che «con 1°C in meno (ovvero con la temperatura della superficie del mar Jonio pari alla media climatica di fine novembre) la supercella non si sarebbe formata, quindi il tornado non si sarebbe sviluppato.  

Al contrario, aumentando la temperatura di 1° C (il valore previsto da molti modelli climatici per la fine del XXI secolo), il tornado sarebbe stato molto più intenso», come precisa Mario Marcello Miglietta, ricercatore Isac-Cnr e primo autore dell’articolo.

Il perché è presto detto: «La temperatura del mare è un parametro importante per lo sviluppo di eventi molto localizzati – aggiunge Pasini – in quanto un mare più caldo fornisce più energia al tornado, che si manifesta poi in una sua maggiore intensità e violenza».

Anche se la ricerca prende in considerazione un singolo caso, i risultati possono essere generalizzati a simili fenomeni meteo nell’Europa mediterranea.

«La nostra ricerca – chiarisce Miglietta – ha mostrato che nel Mediterraneo questi fenomeni sono senza dubbio correlati alla temperatura del mare e che la loro intensità non cresce gradualmente, ma è destinata ad aumentare in modo più rapido una volta superato un certo valore di temperatura».

E anche se va precisato che con questo studio «non abbiamo analizzato il possibile aumento del numero di tornado in Italia, ma solo la loro violenza», in generale possiamo «affermare che – conclude il primo autore della ricerca – in alcune zone del nostro Paese abbiamo raggiunto la soglia di innesco di temperatura del mare per fenomeni molto violenti».

 

(Articolo di Luca Aterini, pubblicato con questo titolo il 18 ottobre 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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