Prosegue il percorso formativo del progetto Alternanza Scuola-Lavoro sulla “Valorizzazione dei beni archeologici e ambientali del Parco Volusia”

 

Su questo stesso sito il 12 ottobre 2017 è stato pubblicato un articolo dal titolo «VAS collabora al progetto Alternanza Scuola-Lavoro sulla “Valorizzazione dei beni archeologici e ambientali del Parco Volusia”», che dava notizia dello svolgimento presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Gaetano De Sanctis” delle prime due ore di introduzione e presentazione del progetto. (http://www.vasonlus.it/?p=53511)

Nella mattinata di ieri è proseguito il percorso formativo secondo il cronoprogramma concordato, che prevedeva un sopralluogo al Parco di Volusia delle due classi di terza liceo che seguono il corso, per una introduzione archeologica e naturalistica al parco, a partire dal parcheggio situato all’ingresso del parco dove è stato dato appuntamento.

Oltre che dalla Prof.ssa Vallera “tutor” scolastico del De Sanctis, i ragazzi delle due classi di terza liceo sono stati accompagnati dalla Presidente dell’associazione “Amici del Parco Volusia”, Lucia Mosiello, dal dott. Francesco Maria Cifarelli della Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dalla archeologa Margherita Bartoli, “tutor” formativo esterno del progetto, e dal dott. arch. Rodolfo Bosi che collabora al corso formativo a nome e per conto del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS).

Dall’ingresso al parco ci si è spostati verso la parte nord-orientale del parco per visitare l’area archeologica.

L’area archeologica del Parco Volusia: in basso a sinistra il tratto di strada romana ed il mausoleo (visibili) ed in alto i resti accertati della villa romana (oggi interrati)

Confronto reale sul territorio dell’area archeologica

La dott.ssa Margherita Bartoli ha portato i ragazzi a vedere dapprima il tratto di basolato dell’antica strada romana che dalla via Cassia portava alla villa romana di Casale Ghella, spiegandone la storia.

Il dott. arch. Rodolfo Bosi ha integrato l’intervento della dott.ssa Bartoli portando a conoscenza dei ragazzi che ai primi del ‘900 le palazzine del comprensorio di Casale Ghella non erano state ancora costruite ed in questa zona di campagna risultava realizzato solo il casale (oggi abbandonato) costruito della famiglia Magini che raggiungeva la via Cassia attraversato una strada poderale realizzata sopra il basolato romano.

Dalla strada romana il sopralluogo si è spostato al vicino mausoleo, di cui la dott.ssa Bartoli ha spiegato le sue varie parti, facendo sapere che era originariamente costituito da più strati e che quel che si vede oggi è lo strato più in basso e più antico, a cui si accedeva da una scala di ingresso posta a ridosso della strada romana.

Il sopralluogo è proseguito soffermandosi davanti al casale della famiglia Magini, oggi reso inaccessibile da un recinto che non lascia vedere nemmeno dove si trova esattamente l’area archeologica della villa romana con la cisterna.

La dott.ssa Bartoli, il dott. Cifarelli e la prof.ssa Vallera del De Sanctis si sono soffermati ad inquadrare l’epoca storica in cui è nata la villa romana come “casa rurale”, che è successiva all’epoca etrusca e che è rimasta in funzione fino al Medioevo.

Il dott. arch. Rodolfo Bosi ha portato a conoscenza dei ragazzi che la cisterna era collegata con una galleria da lui percorsa all’epoca che sbucava dove con il sistema delle chiuse veniva fatta scorrere l’acqua quando occorreva irrigare i campi con un sistema di canali fatti di tegole: ha fatto presente che in questo modo si realizzava il detto di Cicerone secondo cui si univa l’otium al negotium.

La cisterna (a destra) ed il cunicolo per l’irrigazione dei campi

Il sopralluogo è quindi continuato nella parte a nord-ovest del parco lungo il sentiero che fa risaltare la parte naturalistica, arrivando a costeggiare un bosco oggi chiuso al pubblico, in attesa che si realizzi un ponticello che consenta di attraversare un fosso: a tal ultimo riguardo il dott. arch. Rodolfo Bosi ha spiegato ai ragazzi che il corso d’acqua prende il nome di Fosso dell’Erba Puzza, a causa del presumibile cattivo odore della vegetazione circostante, e che ha come affluente di destra un altro corso d’acqua chiamato Fosso degli Impiccati, che nasceva in via Casalattico dove è stato intubato.

Lungo questo percorso la dott.ssa Lucia Mosiello ha avuto modo di far vedere da un lato gli esemplari di sughere esistenti e dall’altro lato un atto di vandalismo che il parco Volusia sta già subendo, con l’asportazione dello schienale in legno di una panchina.

Il sopralluogo è terminato alle ore 11 circa.

 

 

 

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