Sandra Piccioni e Antonio Valentini Freschi del Premio Verde Ambiente 2017 di Sorrento, i coordinatori della Cooperativa Rinascita 78 di Illica (frazione di Accumuli) hanno dedicato a Vas Onlus e al suo Presidente Pollice una bella poesia. “Sono solo parole ma masticandole a lungo se ne sente il sapore“. Grazie Sandra e Antonio per la vostra grande voglia di esserci. “A lungo dormiremo sotto la neve tra sassi e sterpi ai bordi delle strade ai margini dei campi vicino le case. Poi RINASCEREMO come i semi, come i frutti avremo foglie e avremo radici ed ali per volare e saremo parole e canto presenza ed emozione saremo pensiero e cultura voglia di vivere e di urlare voglia di esserci voglia di dare e là dove voi posaste l’ali noi ce la faremo.”
Archivi Giornalieri: 25 Ottobre 2017
Oggi gli Stati membri dell’Unione europea voteranno la proposta della Commissione Ue per rinnovare l’autorizzazione all’immissione in commercio di glifosato per 10 anni, a partire dal 15 dicembre di quest’anno, data di scadenza della licenza attuale, ma ieri, con 355 voti favorevoli, 204 contrari e 111 astensioni, il Parlamento europeo ha chiesto con una risoluzione non vincolante il divieto totale entro dicembre 2022 degli erbicidi a base di glifosato e restrizioni immediate sull’uso della sostanza prodotta da Monsanto. L’Europarlamento si è quindi opposto alla proposta della Commissione europea e secondo gli eurodeputati, «l’Unione dovrebbe innanzitutto eliminare la sostanza partendo con un divieto per l’uso domestico e un divieto per quello agricolo non appena saranno a disposizione alternative biologiche (ad esempio i cosiddetti sistemi di difesa integrata) sufficienti per il controllo delle erbe infestanti. L’obiettivo finale deve essere un divieto totale nell’Ue entro il 15 dicembre 2022, con le necessarie restrizioni intermedie». In una nota l’Europatlamento sottolinea che «il processo comunitario di valutazione dei rischi, da effettuare prima di rinnovare la licenza della sostanza, desta preoccupazione, poiché l’Agenzia per i tumori dell’Onu e le Agenzie dell’Ue per la sicurezza alimentare e per i prodotti chimici sono arrivate a conclusioni divergenti per quanto riguarda la sua sicurezza». Inoltre, i deputati europei sottolineano che «i documenti interni della Monsanto – l’azienda proprietaria e produttrice del Roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva – che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall’Ue ai fini della valutazione della sicurezza del glifosato. La procedura di autorizzazione comunitaria, inclusa la valutazione scientifica delle sostanze, dovrebbe basarsi unicamente su studi soggetti a revisione paritetica e su studi indipendenti pubblicati e commissionati dalle autorità pubbliche competenti. Le agenzie dell’Ue dovrebbero essere dotate […]
La conferma è arrivata dal Jrc (Joint research centre) dell’Unione europea, di concerto con la Netherlands environmental assessment agency (Pbl) olandese: nel mondo le emissioni di gas serra continuano ad essere stabili ormai da tre anni di fila, nonostante un Pil globale in crescita. Non tutti i Paesi si muovo però – naturalmente – all’unisono. A sorprendere è la performance dei due più grandi emettitori di gas climalteranti, Cina e Usa, che secondo il report diffuso dal Jrc hanno ridotto (come del resto Russia e Giappone) le proprie emissioni di CO2 dal 2015 al 2016, mentre quelle dell’Unione europea «sono rimaste stabili», pari al 9,6% delle emissioni globali. Un risultato frutto anche in questo caso di performance eterogenee tra i vari Stati membri dell’Ue, all’interno della quale l’Italia non brilla. Sebbene nel nostro Paese le emissioni di CO2 registrate nel 2016 siano ancora sensibilmente più basse rispetto a quelle relative al 1990, sia in senso assoluto (358.140 milioni di tonnellate/anno contro 423.297) sia procapite (6.029 tonnellate/anno contro 7.413) sia in relazione ai risultati dell’attività economica (0.171 tCO2/kUSD nel 2016 contro le 0.243 del 1990), la striscia di risultati positivi si è interrotta nel 2014 e non accenna a riprendere. Come si nota nel grafico a fianco, da allora per l’Italia le emissioni di CO2 sono tornate a crescere, nonostante nel mezzo – a dicembre 2015 – sia arrivata la stipula dell’Accordo di Parigi sul clima. Un pessimo risultato che non collima con la posizione di governo e Parlamento sul tema, che ad ogni occasione ribadiscono l’impegno nazionale contro i cambiamenti climatici. Un’importante occasione per dare concretezza alle parole potrebbe arrivare con la nuova Strategia energetica nazionale (Sen) – attesa al varo entro la fine di novembre dopo la consultazione pubblica aperta in estate –, una partita che si incrocia […]
Nonostante le temperature superiori alla media, in oltre la metà degli 8mila comuni italiani, cioè quelli della cosiddetta zona climatica “E”, che comprende città come Milano, Torino, Bologna, Venezia, ma anche zone di montagna, dal 15 ottobre è possibile accendere i riscaldamenti. Per aiutare i consumatori a scaldare al meglio le proprie abitazioni, evitando sprechi e brutte sorprese in bolletta (o sanzioni per non aver effettuato le revisioni di legge), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) propone 10 regole pratiche per un riscaldamento efficiente che unisca il comfort al risparmio in bolletta. Eccole: Regola N. 1 – Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013). Regola N. 2 – Controllare la temperatura degli ambienti. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile. Regola N. 3 – Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E”, ad esempio, è consentito fino a un massimo di 14 ore. Regola N. 4 – Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un ‘trucco’ semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore. Regola N. 5 – Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno. […]
Sul glifosato (N-phosphonomethylglycine), l’erbicida più utilizzata in Europa, la discussione è sempre più arroventata dopo la pubblicazione dei “Monsanto Paper” e la Commissione europea è sempre più sotto accusa per averne procrastinato l’uso dopo il 2016, dopo che era scaduta l’autorizzazione. Si sta discutendo – con l’Italia che sembra contraria – la possibilità di un’ulteriore estensione “temporanea” dell’uso del glifosato nell’Eue e una delle condizioni è che l’agente non abbia un impatto negativo sulla salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. Eppure, nonostante l’esteso e massiccio uso del glifosato in questi anni, in pochissimi hanno cercato di capire quanto l’erbicida sia attualmente presente nei suoli agricoli. A colmare la lacuna ci ha pensato lo studio “Distribution of glyphosate and aminomethylphosphonic acid (AMPA) in agricultural topsoils of the European Union” pubblicato su Science of The Total Environment da un team internazionale di scienziati guidata dalla Wageningen University & Research e al quale ha partecipato anche l’italiano Luca Montanarella del Joint Research Centre (Jrc), il braccio scientifico della Commissione europea. E i risultati dello studio sono un brutto colpo proprio per le tesi pro-glifosato della Commissione Ue: il 45% dei terreni agricoli europei contiene glifosato e acido aminometilfosfonico (AMPA), un metabolita che è il principale prodotto stabile della degradazione del glifosato. La presenza e le concentrazioni di AMPA sono risultate superiori a quella del glifosato, con alcuni campioni con 2 mg per chilogrammo di terreno. Anche se non esiste uno standard ufficiale per il suolo: per l’acqua potabile lo standard è un massimo di 0,1μg per litro. Una delle autrici dello studio, Violette Geissen del Soil physics and land management group della Wageningen University & Research spiega: «Glifosato e AMPA sono altamente persistenti dopo che si attaccano alle particelle del suolo. Ciò aumenta il rischio di contaminazione ambientale attraverso fattori quali l’erosione […]