Carbone, blitz di Greenpeace per salvare una chiesa tedesca, ma la demolizione è iniziata

 

A volte la protezione dei monumenti ha a che fare con la protezione del clima.

Lo hanno dimostrato ieri 40 attivisti di Greenpeace Deutschland che hanno protestato a Immerath, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, contro la demolizione della Chiesa cattolica di San Lamberto, dispiegando uno striscione sul quale era scritto: “Wer Kultur zerstört, zerstört auch Menschen” (Distruggere la cultura distrugge anche le persone).

La chiesa di “Dom Immerather” è stata costruita nel XIX secolo  e sarebbe un edificio protetto  che invece verrà raso al suolo insieme all’area dove sorge per far posto all’enorme miniera di lignite all’aperto di Garzweiler II di proprietà del colosso energetico tedesco RWE.

A Greenpeace Deutschland dicono che «il fatto che il carbone di Garzweiler sia necessario è una domanda che RWE non si pone. 

La risposta è ovvia: il carbone non è necessario per l’approvvigionamento energetico tedesco. 

Una breve analisi commissionata da Greenpeace lo scorso anno dimostra che un terzo delle centrali a carbone in Germania potrebbe essere messa offline nei prossimi tre anni, senza conseguenze per la sicurezza dell’approvvigionamento».

Gli ambientalisti denunciano che in realtà il carbone non serve in Germania ma per rimpinguare le esportazioni in altri Paesi che durano da anni. 

Infatti RWE, tramite le sue società controllate distribuisce elettricità a oltre 120 milioni di clienti, in Europa e Nord America.

Gli attivisti di Greenpeace hanno aperto striscioni vicino agli escavatori e anche una scritta “Stop Carbone” da cui esce del fuoco.

Sono riusciti a fermare i lavori per alcune ore, ma alla fine sono stati sgombrati dalle Forze dell’Ordine ed è iniziato l’abbattimento della chiesa.

Secondo Greenpeace, la demolizione della chiesa di Immerath è il simbolo di una politica energetica obsoleta  e, mentre l’uscita dsal  carbone è uno degli elementi del negoziato per costituire nuovamente la Grosse Koalition tra i socialdemocratici della Spd e i democristiani della Cdu di Angela Merkel, la RWE vuole continuare a estrarre carbone per utilizzarlo nelle sue centrali tedescge e venderlo all’estero.

Secondo Anike Peters, esperta di energia di Greenpeace Deutschland, «È chiaro: il clima deve essere protetto e l’uscita di carbone è inevitabile».

La Germania ha l’obiettivo dichiarato di ridurre entro il 2020 del 40% le sue emissioni di biossido di carbonio rispetto al 1990, una promessa fatta in campagna elettorale dalla Merkel, ma nelle precedenti trattative (fallite) per costituire una coalizione “Jamaica” (Cdu/Csu, Verdi e Liberali) la Cdu ha proposto di chiudere centrali a carbone per 7 gigawatt, troppo poco per ottenere un vero miglioramento, tanto che i Grünen hanno abbandonato il tavolo. 

Secondo l’analisi di Greenpeace, «entro il 2020 si possono eliminare 17 gigawatt, equivalenti a un risparmio di 88 milioni di tonnellate di CO2.

In altre parole, l’obiettivo climatico tedesco sarebbe stato raggiunto».

La cosa abbastanza incredibile è che la demolizione della chiesa sia stata approvata da un governo di un Land guidato dalla Cdu, cioè un Partito che si professa cristiano, e che questo avvenga mentre a Berlino la stessa Cdu negozia un’uscita dal carbone con la Spd.

La Peters conclude: «Greenpeace chiede un’uscita di carbone graduale e socialmente accettabile entro il 2030.

È fattibile: Cdu  e Spd devono solo volerlo».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 gennaio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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