La soluzione di Trump alle sparatorie a scuola: più armi nelle scuole

 

Mentre, dopo il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School, in tutti gli Stati Uniti gli studenti continuano a manifestare per chiedere un maggiore controllo delle armi, il presidente Donald Trump ha detto che prenderà in considerazione una proposta che consenta agli insegnanti e al personale scolastico di essere armati.

Il bello (o meglio il brutto) è che lo ha detto incontrando alla casa bianca gli studenti scampati al massacro e i genitori delle vittime del killer che era stato addestrato in un corso di tiro a segno organizzato dal liceo e finanziato dalla National Rifle Association, che ha finanziato anche la campagna elettorale di Trump e di molti repubblicani.

Di fronte agli studenti e ai parenti delle vittime di Parkland,, Trump ha asserito che gli insegnanti armati permetterebbero di fermare gli sparatori prima che ci siano «vittime significative», ma subito in molti hanno fatto notare che non ci sono prove sufficienti a dimostrare che il personale più armato nelle scuole aumenti la sicurezza.

L’incontro si stava svolgendo giù in un clima imbarazzato e tesissimo, ma poi gli studenti e i genitori, impietriti, hanno sentito il loro presidente dire che «Se [ll coachdi footba Aaron Feis] avesse avuto un’arma da fuoco non avrebbe dovuto correre [verso il cecchino], gli avrebbe sparato e sarebbe stata la fine. Questo sarebbe ovviamente solo per le persone che sono molto abili nel maneggiare una pistola … Farebbero un addestramento speciale e starebbero lì e non avresti più una zona senza armi».

Trump ha fatto un’altra proposta ancora più assurda; utilizzare i veterani di guerra come guardie di sicurezza armate nelle scuole. 

«Potrebbero essere marines che hanno lasciato i marines, che hanno lasciato l’esercito, hanno lasciato l’aeronautica e sono molto esperti. Ce ne sarebbero un sacco e il risultato sarebbe distribuito uniformemente nelle scuole».

Peccato che tra i killer che si sono resi colpevoli di massacri negli Usa ci siano molti veterani e che molti di loro soffrano di disturbi del comportamento postraumatici.

Mentre avanzava queste “proposte” Trump restava molto sul vago sugli impegni concreti che gli chiedevano studenti e genitori, come aumentare l’età minima per acquistare un AR-15 o migliorare sistema di controllo e prevenzione.

La proposta di Trump di armare gli insegnanti non è farina del suo sacco è stata costantemente sostenuta ad ogni massacro a scuola da esponenti della destra repubblicana come Newt Gingrich ed è un cavallo di battaglia di  Fox News.

Ma soprattutto piace molto all’Nra, il cui vicepresidente esecutivo Wayne La Pierre è famoso per aver detto: «L’unica cosa che può fermare un cattivo con una pistola è un bravo ragazzo con una pistola», tanto l’Nra vende le armi sia ai buoni che ai cattivi ragazzi. 

I repubblicani e l’Nra hanno sempre sostenuto l’abrogazione del divieto di portare armi a scuola che risale al 1990.

Ma l’idea che un “bravo ragazzo con una pistola” – che in Italia piace molto agli imitatori di Trump Salvini e Meloni –  possa fermare un killer si è costantemente dimostrata una balla. 

Durante una strage in Colorado lo scorso novembre, l’intervento e le indagini della polizia sono stati ostacolati dal numero impressionante di persone armate che circolava sulla scena del crimine. 

Uno studio del 2012 del Violence Policy Center ha rivelato che chiunque porti una pistola ha  una  probabilità 4,.46 volte superiore di essere colpito da uno stragista di chi non ce l’ha.

Eppure, Trump aveva cercato di usare il mito del “bravo ragazzo con la pistola” anche dopo la strage nella chiesa texana di  Sutherland Springs per dimostrare che non sono necessarie misure per il controllo delle armi: «Fortunatamente qualcun altro aveva una pistola che sparava nella direzione opposta, altrimenti non sarebbe andata così male come è andata, sarebbe stato molto peggio.

Ma questo è un problema di salute mentale al più alto livello», disse allora il presidente della cui salute mentale dubitano in molti, anche nel suo staff.

I cittadini convocati da Trump alla Casa Bianca hanno respinto le tesi del presidente, compreso Mark Barden,che ha perso un figlio di 7  anni, Daniel, ammazzato nella scuola elementare di Sandy Hook.

«Mia moglie Jackie non ha potuto essere qui perché è un’insegnante … Ha trascorso oltre un decennio nel Bronx. E leile direbbe che gli insegnanti a scuola hanno abbastanza responsabilità in questo momento che dover avere la tremenda responsabilità di usare una forza letale per togliere la vita – ha risposto Barden a Trump – Un sociopatico squilibrato in strada per commettere un omicidio in una scuola con il risultato – che sapendo che la conseguenza sarà un suicidio –  non gli interesserà se c’è qualcuno con una pistola».

Anche gli studenti della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland sono rimasti scioccati. Dopo l’incontro con Trump, la studentessa Isabella Barry ha detto alla CNN: «Vuole addestrare gli insegnanti a combattere il fuoco con il fuoco, se continuassimo ad accumulare la quantità di armi che stiamo vendendo e dando alla gente, mi sentirei come se non avessimo fatto nulla.

Sento che non è proprio necessario».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 22 febbraio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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