Per l’Istituto Ramazzini il Glifosato è tossico anche a bassissime dosi

 

«Gli erbicidi a base di glifosato possono alterare importanti parametri biologici: risultano essere rischiosi per lo sviluppo sessuale, genotossici e capaci di alterare la flora batterica intestinale anche a dosi che finora sono state considerate sicure e dopo brevi esposizioni».

È la conclusione a cui giunge l’Istituto di ricerca Ramazzini di Bologna, in uno dei tre diversi studi in via di pubblicazione sul prestigioso mensile scientifico Environmental Health e anticipate dallo stesso Istituto due giorni fa.

Cambia la terra – No ai pesticidi, sì al biologico, un progetto di informazione e sensibilizzazione voluto da Federbio con Isde-Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu e Wwwf, con un comitato di garanti composto da alcune personalità del mondo dell’associazionismo e della ricerca, sottolinea che «lo studio guidato dall’importante istituzione scientifica italiana ha coinvolto numerose università europee e statunitensi, ed è stato reso possibile solo grazie alla campagna di crowd funding lanciata dal Ramazzini e all’apporto dei 30 mila membri della cooperativa che supporta l’attività del laboratorio.

Ma ieri l’Efsa – l’agenzia europea per la sicurezza alimentare  che è sotto osservazione di un’apposita commissione dell’Europarlamento per le procedure di valutazione –  si è affrettata a rendere noto che ai correnti livelli di esposizione da glifosato ”non si ravvisa un rischio per la salute dell’uomo”, dopo aver completato il riesame dei tenori massimi di glifosato ammesso per legge negli alimenti».

L’Efsa ha comunicato di aver «completato il riesame dei tenori massimi di glifosato la cui presenza è ammessa per legge negli alimenti. Il riesame si basa sui dati relativi ai residui di glifosato negli alimenti trasmessi all’Efsa da tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

I tenori o livelli massimi di residui (LMR) vengono stabiliti per garantire che i consumatori siano protetti da quantità eccessive di glifosato assunte tramite l’alimentazione, sulla base di un’analisi di tutti gli usi correnti e autorizzati dell’erbicida nell’Ue.

Nella disamina scientifica vengono indicate le incertezze derivanti da lacune nei dati ricevuti (vedere il testo integrale del parere motivato per i dettagli).

La revisione – che copre tutte le colture trattate con glifosato – comprende anche una valutazione del rischio che evidenzia come, ai correnti livelli di esposizione, non si ravvisi un rischio per la salute dell’uomo.

Per questa valutazione l’Efsa ha messo a confronto dati sulla dieta di adulti e bambini dell’UE con i valori di sicurezza per l’assunzione raccommandati dall’Efsa stessa nel 2015».

Maria Grazia Mammuccini, responsabile del progetto Cambia la terra, ricorda che «dopo lo scandalo dei Monsanto Papers, la ricerca italiana ha dimostrato di poter creativamente trovare le strade per garantire una ricerca indipendente e libera dai condizionamenti dell’industria agrochimica in evidente conflitto di interessi.

E quello che la ricerca libera trova è esattamente una conferma di quello che ci aspettavamo: il glifosato è nocivo alla salute fa male, anche a bassissime dosi, e fa male in particolare in gravidanza, nei neonati e negli adolescenti in quella fascia di età che arriva fino ai 18 anni.

Il tempo e le ricerche non appoggiate dall’industria chimica dimostreranno con il tempo la cancerogenicità di una sostanza che è l’erbicida più utilizzato al mondo.

Come Cambia la terra, abbiamo mostrato attraverso la campagna #ipesticididentrodi noi che questa sostanza estremamente tossica sui trova nelle urine di chi mangia cibi coltivati in maniera convenzionale e che non si trova invece se si tiene una dieta pesticidi zero.

Gli studi presentati dal Ramazzini dimostrano quanto fossero fondate le preoccupazioni di oltre un milione di cittadini europei che avevano chiesto #stopglifosato subito e stupisce come l’Efsa si sia precipitata immediatamente a rassicurare sull’assenza di rischi per l’uomo piuttosto che acquisire tali studi con l’obiettivo prioritario di tutelare la salute dei cittadini».

La responsabile del progetto Cambia la terra conclude: «Quello che chiediamo, come ambientalisti e come mondo del biologico è che venga rivista la licenza di inquinare per altri cinque anni rilasciata al glifosato dalla Commissione Ue, grazie al voto di un governo tedesco che aveva perso la bussola.

E quello che chiediamo da subito all’Italia è che si sospendano con effetto immediato le sovvenzioni all’agricoltura che utilizza sostanze dannose per la salute umana e per l’ambiente, come il glifosato».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 maggio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

 

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