Summit G7 Women Kicking it on Climate, le donne chiedono di passare all’azione

 

Presentando a Ottawa il summit delle donne leader sulle questioni climatiche “Women Kicking it on Climate” – che prepara il G7 dei Capi di Stato dell’8 e 9 giugno e il G7 dei ministri dell’ambiente dell’1 ottobre – la ministra dell’ambiente e del cambiamento climatico del Canada, Catherine McKenna, ha detto: «Mi ritengo privilegiata di poter collaborare con così tante donne coraggiose, alle testa della lotta contro i cambiamenti climatici.

Sappiamo che le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili quando si tratta di cambiamenti climatici.

Tuttavia, le donne svolgono anche un ruolo di primo piano e danno prova di una leadership audace nelle iniziative prese in tutto il mondo per contrastare il fenomeno.

Insieme, le donne trasformano le idee in soluzioni per ridurre l’inquinamento, rafforzare la resilienza celle collettività di fronte  agli effetti dei cambiamenti climatici, promuovere politiche eque e inclusive su clima ed energia, e vigilare affinché lasciamo in ambiente sano e un’economia prospera e pulita ai nostri bambini e ai nostri nipoti».

Intervenendo al summit, la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi ha detto che «lotta al cambiamento climatico e questione di genere sono tra i temi che verranno toccati dal prossimo G7 che si svolgerà in Canada a giugno: è proprio dalle donne, riunite oggi qui ad Ottawa, che può venire un esempio di relazione al di là dei confini, perché si passi finalmente all’azione per contrastare i cambiamenti climatici con rigore, concretezza e empatia».

Il summit è stato fortemente voluto dalla McKenna, che ha evidenziato: «Le donne leader dei Paesi del G7 e della comunità internazionale parteciperanno al Summit per elaborare delle soluzioni per i cambiamenti climatici, per favorire l’autonomia delle donne, l’uguaglianza tra i sessi e l’attuazione dell’Accordo di Parigi».

E la Bianchi ha ricordato che «l’Accordo di Parigi è un risultato importante, un accordo globale raggiunto dopo decenni di trattative: ora non c’è più tempo da perdere, occorre passare all’azione, la finestra per agire rischia di chiudersi.

Le donne hanno giocato sempre un ruolo fondamentale nella difesa della salute e dell’ambiente nel mondo e nella società italiana (dall’Ilva di Genova-Cornigliano e Taranto, alle mamme anti-smog di Milano e Napoli).

Ora bisogna dire che se vogliamo pensare al futuro delle nostre famiglie, delle nostre comunità, delle specie animali e vegetali, del Pianeta come oggi lo conosciamo, bisogna, innanzitutto, decarbonizzare i nostri trasporti, la nostra energia, le nostre imprese, i nostri consumi.

Nel Mediterraneo rischiamo entro la fine di questo secolo (come riportato nell’ultimo rapporto dell’IPCC) un aumento delle temperature tra i 2,2 e i 5,5 gradi centigradi e una diminuzione delle precipitazioni dal -4 al -27%; mentre, secondo uno studio dell’Enea, le acque del mare potrebbero innalzarsi cambiando il  profilo dell’Italia, sommergendo fino a 5.500 chilometri quadrati di pianure costiere localizzati in particolare nel Nord Adriatico, nel golfo di Taranto, nel golfo di Oristano e in quello di Cagliari» aggiunge Donatella Bianchi che conclude: «Non si tratta solo di numeri ma di persone, di intere città e terre che rischiano di venire abbandonate, di relazioni umane cancellate: sono le comunità, quindi, che devono fare le loro scelte e chiedere ai Governi di affrontare oggi, subito il cambiamento».

Il Canada si sta muovendo: oggi la McKenna e Amarjeet Sohi, il ministro alle infrastrutture e delle Collettività, presenteranno i finanziamenti per «progetti infrastrutturali miranti all’attenuazione e all’adattamento per rafforzare la capacità delle collettività di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici»

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 maggio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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