Il castello Giusso a Vico Equense perché non pensare ad un progetto di restauro?

 

Festa dei cuochi, beneficenza a gogò che però passa prima per la panza e poi arriva al resto. 

Una tela da restaurare che però non ha nemmeno una foto, né una ricostruzione storica, trattasi sicuramente della grande tela dell’Assunta che era al centro di un telone/arazzo che ricopriva il soffitto delle nostra ex cattedrale.

Il destino dei beni culturali a Vico, come tutto il resto, passa attraverso la bocca e dopo una veloce masticazione e – per tutto quello che si ingurgita- una lenta digestione, viene assimilato dallo stomaco e forse poi una piccola parte arriva al cervello. 

Eh si!

Il destino dei Beni Culturali in questo paese lo determinano i cuochi e allora, a questi generosi e volenterosi signori, vorrei segnalare quello che io ritengo essere insieme alla ex cattedrale dell’Annunziata un altro caposaldo monumentale della nostra città: sto parlando del castello Giusso .

La tradizione vuole che il castello fosse stato edificato da Carlo II d’Angiò, con lo scopo sia di difendere il piccolo borgo di Vico Equense, sia di utilizzarlo come residenza estiva, tuttavia l’ipotesi più accreditata è che il maniero sia stato costruito dal feudatario Sparano di Bari, secondo le forme militari dell’epoca, con alloggi per soldati, magazzini per i viveri e depositi per munizioni, ottenendo anche un finanziamento dal re angioino: il complesso fu costruito tra il 1284 ed il 1289. Con il passare degli anni appartenne a Gabriele Curiale, paggio della corona d’Aragona, a Ferrante Carafa, feudatario del paese nel 1568 e a Matteo Di Capua, appartenente alla famiglia dei  Ravaschieri, i quali furono feudatari di Vico Equense dal 1629 al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì i feudi divenne quindi residenza estiva della famiglia reale.

Dopo un breve periodo nelle mani di Nicola Amalfi, fu di proprietà della famiglia Giusso, che lo acquistò per una somma di quattrocentomila ducati, dal 1822 al 1934, quando fu ceduto alla Compagnia di Gesù, i quali a loro volta lo vendettero a privati nel 1970. 

Eh già, la Compagnia di Gesù – tra un “amore liberante” e un altro, ha sempre fatto lauti affari con le donazioni affidate a loro, lo stesso destino toccò pure alla villa Michela, una donazione della famiglia Visco, pure questa venduta a privati dopo aver sfrattato famiglie che la abitavano da più di sessantanni. 

Allora i cuochi non erano in auge come adesso – chissà, forse tra una mangiata e un’altra avremmo potuto conservare alla comunità entrambi i beni.

Il castello Giusso, sede oggi di proprietà di professionisti e location per matrimoni ed eventi, oggi versa in condizioni disastrose, anche se apparentemente non si vede.

Sarebbe il caso che i signori che lo abitano ne rispettassero  la storia e soprattutto la struttura.

Dall’interno il castello appare più o meno ben tenuto, ma ad una attenta osservazione e se lo si guarda dal mare ci si rende immediatamente conto dello stato di degrado in cui versa tutta la struttura e la facciata.

Bisognerebbe allora farsi carico di dire ai privati che lo abitano di correre ai ripari e restituirne la facciata ad una dignità estetica e forse anche strutturale completamente perduta. 

Si attendono consigli e proposte.  

 

(Articolo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo il 3 giugno 2018 sul blog “Cronache da Agharta”)

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas