L’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società (Vas Onlus) nei mesi di maggio e di giugno in giro per l’Italia, porta avanti la Campagna Mangiasano: una manifestazione dedicata alla sicurezza alimentare e l’agricoltura ecologica, attraverso la quale si propone un modello agricolo basato sulla biodiversità, sulla stagionalità, sulla conservazione dei semi locali, sul rispetto del lavoro e delle conoscenze dei contadini e degli artigiani, sul rapporto diretto tra consumatore e produttore, sull’attenzione agli equilibri naturali, sull’equilibrio tra innovazione e tradizione. Principale obiettivo della campagna è quello di riflettere sulle problematiche dell’attuale sistema agroalimentare e di costruire soluzioni ecologiche adatte al territorio insieme a cittadini, agricoltori, artigiani, ristoratori, istituzioni. Si cerca di rendere evidente il nesso tra sicurezza alimentare e agrosistemi sani e ben gestiti, tra la qualità dell’alimentazione e la tutela della natura, la pianificazione rurale e la sovranità alimentare. L’iniziativa si svolgerà nella giornata di sabato 23 giugno prossimo a partire dalle ore 17,00. È nostro interesse proporre ai cittadini della zona di Porta Genova un appuntamento, presso lo spazio privato del “Casello Giallo” di Via Savona 5A, dedicato alle produzioni agricole ed artigianali. La manifestazione dal titolo “Mangiasano: Saperi e Sapori” vuole essere un momento di incontro e di ascolto tra i cittadini e le aziende di produttori e le varie esperienze di food policy nella realtà milanese e presentazione di un numero monografico della rivista Verde Ambiente. Presentazione e racconti sui progetti : “Bella Dentro” e “# Ion Non Butto”. Nel presentare la Campagna di Mangiasano, il Presidente Nazionale di VAS Onlus Guido Pollice ha espresso una grande preoccupazione per la recente operazione “le quindici tonnellate di falsi prodotti bio, 45 aziende perquisite e una persona denunciata in Sicilia con l’accusa di frode in commercio, oltre a sanzioni per un totale di 15.500 euro per indicazioni non a norma o incerta provenienza dei prodotti. Questo il bilancio di una […]
Archivi Giornalieri: 20 Giugno 2018
Si apprende da organi di stampa che l’Anest (Associazione nazionale energia solare termodinamica) ha recentemente chiesto al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, “di prendere in mano in tempi rapidi la situazione ed emanare in tempi brevi un nuovo Decreto FER che contenga una parte dedicata al solare termodinamico, per non far morire un comparto ad alta tecnologia e innovazione, fiore all’occhiello del Paese”. [vedi http://www.casaeclima.com/ar_35334__solare-termodinamico-anest-appella-di-maio-per-nuovo-decreto-fer.html] L’Associazione Anest ricorda al neo Ministro che “l’utilizzo dei sali fusi come fluido termovettore, presenta numerosi vantaggi: non sono inquinanti, non sono pericolosi, raggiungono una temperatura più alta di altri fluidi e durano per l’intera vita dell’impianto”. A fronte dello scombinato e fallimentare tentativo di realizzare, in Basilicata, un impianto con tecnologia solare termodinamica, così devastante da rischiare di compromettere un’estesa area agricola di oltre 226 ettari, ci sentiamo di aggiungere alcune informazioni alle ambigue affermazioni sulla tecnologia termodinamica. Si ricorda che l’impianto solare termodinamico, previsto in Basilicata, era tutt’altro che innocuo, o per usare un’espressione dell’Anest “non pericoloso”. Si trattava, infatti, di un impianto della potenza elettrica di 50 MW sottoposto alla Direttiva Seveso III, in quanto attività a rischio di incidente rilevante, che ha subito il 31 marzo 2016 l’inevitabile archiviazione dell’istanza di V.I.A. e dell’istanza di autorizzazione alle emissioni di inquinanti in atmosfera quali fenolo, benzene ed ossidi di azoto. L’Anest parla di sali fusi come fluido termovettore, ma evita di precisare che in Basilicata l’impianto previsto avrebbe utilizzato oli diatermici ricorrendo ai sali fusi solamente per immagazzinare calore. L’impianto in questione, così come altri previsti nella Regione Sardegna, sono da ritenersi ad alto impatto ambientale con enorme consumo di suolo agricolo e con l’aggravante di non essere interamente rinnovabili per l’enorme consumo di gas metano quale fonte non certo rinnovabile. Impianti che non andrebbero considerati come […]
Vi siete mai chiesti come sono costruiti i telefoni cellulari che tutti noi abbiamo in tasca? E, soprattutto, da dove vengono le materie prime necessarie per la loro fabbricazione? Un rapporto pubblicato nello scorso mese di gennaio da Amnesty International e da Afrewatch ha fatto luce sulle drammatiche realtà che si nascondono dietro a degli strumenti di comunicazione apparentemente innocui, entrati ormai da tempo nell’uso quotidiano. I bambini nello straziante video di Sky News Nella Repubblica Democratica del Congo, infatti, migliaia di bambini sono costretti a lavorare nelle miniere di cobalto per estrarre il prezioso minerale, utilizzato proprio per la fabbricazione di telefonini e smartphone in tutto il mondo. Le due ong hanno spiegato che nel sud del paese i minori lavorano “in condizioni pericolose, al fianco degli adulti, con turni massacranti”. Aggiungendo che sulla questione “le multinazionali fanno finta di non vedere”, mentre il governo di Kinshasa si dichiara “vittima di una guerra commerciale”. Amnesty e Afrewatch hanno tracciato nel loro rapporto il percorso effettuato dal cobalto, scoprendo che ad estrarlo sono a volte bambini di soli sette anni. Un’informazione che di recente è stata confermata da un’inchiesta di Sky News Australia, che ha addirittura riferito di piccoli di appena quattro anni al lavoro nelle miniere. In un video pubblicato dall’emittente televisiva – che definire agghiacciante è riduttivo – si vedono Dorsen e Richard, rispettivamente di otto e undici anni, mentre lavorano sotto la pioggia battente. I sacchi caricati sulle spalle, gli adulti che li incitano a fare in fretta, i tunnel pericolanti per raggiungere la miniera. Gli occhi rossi, la fatica, le lacrime: “Mia mamma è già morta, sono costretto a lavorare tutto il giorno. Quando sono qui soffro tanto”. Sedici multinazionali nel mirino delle ong Le due ong hanno accusato esplicitamente sedici multinazionali – Ahong, Apple, Byd, Daimler, Dell, Hp, Huawei, Inventec, […]
Secondo il Global Trends survey, il rapporto annuale pubblicato oggi dall’United Nations Refugee Agency (Unhcr), «nel 2017 è stata scacciata dalla propria casa una persona ogni due secondi e i Paesi in via di sviluppo sono i più colpiti». Mentre qualcuno in Italia riesuma la discriminazione razziale e crede di fermare le migrazioni dei disperati costruendo nuovi campi di concentramento in Libia gestiti dai trafficanti di carne umana, l’Unhcr sottolinea che «la guerra, la violenza e la persecuzione hanno sradicato un numero record di uomini, di donne e di bambini in tutto il mondo durante l’anno passato, rendendo l’adozione di un nuovo patto mondiale sui rifugiati più essenziale che mai». Ogni anno l’Unhcr pubblica il suo Global Trends survey in previsione del World Refugee Day che si celebra il 20 giugno, il rapporto fa il bilancio degli sfollamenti forzati basandosi su statistiche raccolte dall’Unhcr, dai governi e da altri partner e le statistiche messe insieme dell’Unhcr dimostrano che «alla fine del 2017, in tutto il mondo 68,5 milioni di persone esrano state cacciate dalle loro case, cioè una cifra superiore a quella della popolazione della Thilandia» (e dell’Italia). I rifugiati scappati dai loro Paesi per sfuggire a guerre e persecuzioni nel 2017 sono arrivati a 25,4 milioni, 2,9 milioni in più che nel 2016, l’aumento più forte mai registrato dall’Unhcr in un solo anno. E questo coincide però con un calo record degli ingressi di profughi in Europa. Sono aumentati anche i nuovi sfollati, con 16,2 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare le loro case nel 2017. Mentre Salvini minaccia di fermare l’invasione spedendo i profughi nei Paesi ricchi, in realtà a sostenere questo imponente fenomeno migratorio – spesso frutto di guerre per le risorse che finiscono anche in Italia – sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Il rapporto […]
Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita. E soprattutto invita a non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche di chi è riuscito a ricostruire il proprio futuro, portando il proprio contributo alla società che lo ha accolto. Per perseguire questo obiettivo l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) prosegue la campagna #WithRefugees, che vuole dare visibilità alle espressioni di solidarietà verso i rifugiati, amplificando la voce di chi accoglie e rafforzando l’incontro tra le comunità locali e i rifugiati ed i richiedenti asilo. #WithRefugees è anche una petizione, con la quale l’UNHCR chiede ai governi di garantire che ogni bambino rifugiato abbia un’istruzione, che ogni famiglia rifugiata abbia un posto sicuro in cui vivere, che ogni rifugiato possa lavorare o acquisire nuove competenze per dare il suo contributo alla comunità. La petizione verrà presentata all’Assemblea delle Nazioni Unite entro la fine del 2018 in occasione dell’adozione del Global Compact per i rifugiati. La petizione, le storie dei rifugiati e delle rifugiate, le testimonianze di solidarietà di esponenti del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo, e l’elenco e le informazioni sulle principali iniziative in programma su tutto il territorio nazionale sono disponibili sul sito della campagna www.unhcr.it/withrefugees. Fra gli eventi di celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che culmineranno nella giornata di mercoledì 20 giugno, ma proseguiranno fino alla fine del mese: Champions #WithRefugees: L’UNHCR insieme all’Associazione Italiana Calciatori e l’Associazione Italiana Allenatori Calcio Onlus, con il […]