Il Procuratore Generale del Rhode Island, Peter Kilmartin, ha annunciato l’avvio di una causa contro 21 delle maggiori compagnie di combustibili fossili per il loro contributo al cambiamento climatico. La causa punta a far sì che colossi petroliferi come ExxonMobil, Chevron, BP e Shell vengano ritenuti responsabili per aver di contribuito consapevolmente al cambiamento climatico e ai suoi impatti catastrofici sul minuscolo e ricco Stato Usa che di affaccia sull’Atlantico. Il Rhode Island è il primo Stato Usa ad avviare una causa climatica di questo genere e Kilmartin, durante una conferenza stampa tenutasi di fronte al mare a Narraganset, ha spiegato: «Abbiamo troppo da perdere, che si tratti di terra, di ambiente o dollari delle tasse statali». Il Procuratore Generale ha sottolineato che con un aumento del livello del mare e le onde delle tempeste sempre più forti, Narraganset e gli altri centri costieri del Rhode Island verranno «inondati, distrutti, praticamente spazzati via». Il Rhode Island è piccolo (3.140 km2, poco più del Molise) ma ha più di 400 miglia di costa e una forte industria marina e della pesca che, insieme al turismo costiero, è vitale per l’economia dello Stato. La ricchezza della popolazione è quindi «fortemente vulnerabile agli effetti dannosi dei cambiamenti climatici, come l’innalzamento del livello del mare», ha detto il Procuratore Generale. Per esempio, dopo le piogge record del 2010 che hanno causato devastanti alluvioni nello Stato, due anni dopo il Rhode Island è stato duramente colpito dalla super tempesta Sandy. Presentando la causa alla Corte Suprema del Rhode Island, lo Stato va a unirsi alla schiera di città e contee di California, New York e Colorado che hanno già chiesto i danni alle multinazionali petrolifere e anche il Rhode Island sostiene che le compagnie petrolifere hanno causato un danno pubblico creando e contribuendo al cambiamento […]