La legge per arrestare il consumo di suolo arriva alla Camera

 

Il Forum Salviamo il Paesaggio, una Rete nazionale costituita da oltre 1.000 organizzazioni e con decine di migliaia di aderenti, nei giorni scorsi ha ultimato la prima fase di presentazione, in gran parte delle Regioni italiane, della sua Proposta di Legge “Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati” alla cui stesura ha lavorato per 13 mesi un gruppo di lavoro tecnico-Scientifico multidisciplinare formato da 75 architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti.

Alessandro Mortarino e Federico Sandrone, i due coordinatori del gruppo di lavoro del Forum, spiegano che «le molte presentazioni illustrative regionali organizzate in queste settimane» dicono  «avevano un obiettivo preciso: portare il dibattito e tutte le doverose analisi sulla nostra proposta normativa direttamente nei territori locali.

Siamo, infatti, nella fase in cui la “Politica” centrale si trova nella condizione obbligata di esprimere la propria volontà legislativa su un tema che tutti gli organi scientifici definiscono, assieme a noi, come di emergenza assoluta: non possiamo attendere oltre nell’agire per fermare il consumo di suolo.

Ma questo dibattito nazionale deve essere allargato e coniugato anche a livello territoriale: regioni, province, comuni.

E le reazioni che abbiamo registrato sono state molto importanti».

Per esempio, in Lombardia la consapevolezza della visione della Proposta di Legge “dal basso” ha stimolato un’azione della Rete locale nei confronti della Regione con una serie di richieste che riguardano la vita stessa dei cittadini, e non solo la loro qualità di vita, nell’auspicio che i temi evidenziati vengano affrontati celermente durante il mandato legislativo. 

Miranda Baratelli, Domenico Finiguerra e Jasmine La Morgia del coordinamento lombardo del Forum, spiegano a loro volta: «Abbiamo voluto indicare alcune priorità che toccano la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato, la riorganizzazione del sistema lombardo delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio, la regolamentazione delle attività di cava, il miglioramento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, un’adeguata, scientificamente corretta e aggiornata metodologia per le valutazioni ambientali».
In Sicilia ci sono più di 130 mila edifici ad uso abitativo attualmente vuoti o inutilizzati ed è partendo da qui che è stata definita una prima piattaforma di punti prioritari su cui lavorare. «Abbiamo indicato cinque campi d’azione urgenti – dice Salvatore Lo Balbo del Forum siciliano – che riguardano il pieno utilizzo degli immobili e delle aziende della filiera delle costruzioni sequestrate o confiscate alla mafia; l’accelerazione delle attività di acquisizione, ristrutturazione, rigenerazione, risparmio ed efficienza energetica sia del patrimonio immobiliare pubblico (case popolari) sia dei quartieri dove essi insistono; l’utilizzazione delle aree impermeabilizzate pubbliche per destinarle ad edilizia e ambienti pubblici, dalle case popolari ai luoghi di aggregazione sociale, compreso la realizzazione di ville, giardini e parchi urbani; la valutazione di una serie di interventi agevolativi, come l’esenzione dagli oneri di urbanizzazione e di costruzione e da ogni altro carico economico di competenza regionale, per i trasferimenti volumetrici da aree sensibili ad aree già impermeabilizzate o di compensazione tra Enti locali per un assetto coerente dei territori ricadenti tra enti confinanti; la predisposizione e finanziamento dei piani di de-cementificazione di tutte le aree sensibili e fragili del nostro territorio. Senza dimenticarci dell’abusivismo …».

Dopo questo lavoro locale, la proposta è stata condivisa tra i componenti del Forum nazionale e all’inizio di febbraio è stata presentarla a tutte le forze politiche nell’ultimo mese di campagna elettorale.

Il Forum Salviamo il Paesaggio sottolinea che «diversi Partiti si erano trovati in piena armonia con la proposta normativa, ma solo due di essi – Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle – hanno raggiunto il quorum necessario per poter sedere nel nuovo Parlamento.

Il 23 marzo, giorno dell’insediamento della nuova legislatura, il Movimento 5 Stelle ha depositato alla Camera il testo di legge elaborato dal Forum e rubricato come AC63, prima firmataria l’On. Federica Daga.

Un atto importante, poiché consentirà a questo nostro testo, nelle prossime settimane/mesi, di porsi come riferimento per tutte le necessarie discussioni in seno alla commissione competente».

Secondo il Forum, «la Proposta di legge è uno strumento per salvaguardare gli spazi vitali per il benessere dei cittadini e delle loro comunità che mette bene in evidenza come, per evitare ulteriore consumo di suolo libero, siano principi imprescindibili della gestione del territorio il riuso e la rigenerazione dei suoli già urbanizzati, il risanamento del costruito attraverso ristrutturazione e restauro degli edifici a fini antisismici e di risparmio energetico, la riconversione di comparti attraverso la riedificazione e la sostituzione dei manufatti edilizi vetusti.

La norma, contiene inoltre le definizioni di “suolo”, “consumo di suolo”, “superficie agricola, superficie naturale e seminaturale”, “copertura artificiale del suolo”, “impermeabilizzazione”, “area urbanizzata”, “area edificata”, “area di pertinenza”, “area infrastrutturata”, “rigenerazione urbana”, “servizi ecosistemici” ed “edificio”, necessarie per evitare interpretazioni divergenti, indicando ruoli e compiti della tutela del suolo da parte di Ispra, Arpa, Stato, Comuni, Regioni.

Stabilisce, dunque, che non sarà consentito nuovo consumo di suolo per qualsivoglia destinazione, indicando che le esigenze insediative e infrastrutturali saranno soddisfatte esclusivamente con il riuso, la rigenerazione dell’esistente patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente».

Inoltre, la proposta normativa attuerebbe l’articolo 42 della Costituzione, secondo il quale «la proprietà è pubblica e privata» e «la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge… allo scopo di assicurarne la funzione sociale» e il Forum evidenzia: «Se manca la funzione sociale, dunque, viene a mancare la stessa tutela giuridica, con la conseguenza che i suoli tornano a proprietà pubblica del comune interessato e nessun indennizzo è dovuto ai proprietari che non hanno perseguito la funzione sociale dei loro beni, ovvero li hanno abbandonati».

Il Forum Salviamo il Paesaggio conclude: «Ora la “palla” passa al Parlamento. E, questa volta, ci auguriamo di poter salutare una legge nazionale a tutela di tutto il suolo libero italiano rimasto».

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 4 luglio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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