La filosofia, da quando è diventata un genere letterario, acquisisce nuovi adepti, ma mai troppi, scrivendo in modo contagioso di amore e di amicizia e di fratellanza umana. E’ una deriva incontrollabile verso approdi di banale e spesso conformistico “buon senso”, tanto caro ai soppressori del pensiero critico. Un “volemose bene” sempre e comunque, senza interrogarci sul come ce ne vogliamo e soprattutto su chi dice di volerne. E’ successo con la maglietta rossa, che ho indossato anch’io per oppormi alla ipocrisia dominante e anche per dare un segno contro la demenza fascistizzante – incontrovertibile- che attraversa questi riottosi italianucci tutti pantaloncini, flic floc ai piedi, rumorosi, volgari dediti all’inquinamento di massa di cielo, mare e terra. Eterosessuali e familisti per convinzione genetica, fascisti per credo salviniano: insomma il meglio del meglio dell’umanità nostrana di questi ultimi tempi dedita o a ripercorrere fascismi o a fingere umanitarismi. Questa umanità che costruisce i suoi orizzonti del volere in routine sempre più ampie può contare su una profondità temporale ampiamente differenziata. Chi in questo momento storico conta solo sull’ umanità, va incontro all’usura dell’umanità su tutti i fronti, ed è quello che stiamo vedendo. La forza del pensiero critico invece dovrebbe superare e smascherare l’impossibilità del compimento del nulla che aleggia in queste due posizioni, ovvero il nichilismo che permea ogni struttura di ciò che noi chiamiamo sociale. L’uomo è perduto all’uomo, al suo posto sono subentrati: discorsi, magliette, il contatto con il reale è sparito, di contro abbiamo immagini, narrazioni fatte dai fascisti oggi salviniani o quelle fatte dai cosiddetti umanitari che si muovono nello stesso brodo sociale, neanche più la Chiesa e il discorso cristiano riescono a far fronte a questo nichilismo. E allora la filosofia, non solo oggi, deve essere altra da tutto questo: deve essere scomoda e oltraggiosa, […]