La Regione approva l’area contigua e le misure di conservazione del Sic Parco nazionale d’Abruzzo

 

La Regione Abruzzo ha approvato i confini dell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio, e Molise, strumento essenziale per la conservazione di specie prioritarie che vivono stabilmente nel Parco e nelle aree adiacenti, ed ha contestualmente approvato le misure di conservazione del Sito d’Importanza Comunitaria (Sic) IT 7110205 “Parco Nazionale d’Abruzzo”. 

Come spiega L’Ente Parco, «si tratta del Sic più grande della Regione Abruzzo, esteso 58.880 ettari, per il 50% ricompreso nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e interessa 20 comuni: Alfedena, Balsorano, Barrea, Bisegna, Civita D’Antino, Civitella Alfedena, Collelongo, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Opi, Ortucchio, Pescasseroli, Rocca Pia, San Vincenzo Valle Roveto, Scanno, Scontrone, Trasacco, Villalago, Villavallelonga, Villetta Barrea.

Il Sic Parco Nazionale d’Abruzzo ha un’importanza cruciale per la conservazione di habitat e specie anche perché insiste su gran parte dell’area di protezione esterna del Parco e ricomprende territori come Monte Greco, meritevoli di maggior tutela, oltre ad essere fondamentali per l’espansione di una specie unica come l’orso bruno marsicano.

Nel territorio del Sic, grazie soprattutto agli ambienti forestali di elevata qualità, vivono, accanto alle specie più note e simboliche (orso, lupo, camoscio, aquila), migliaia di specie: pesci e crostacei di acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli, chirotteri e insetti».

Secondo Legambiente «si tratta di due provvedimenti attesi da tempo che si concretizzano grazie all’impegno del nuovo assessore regionale alle aree protette Lorenzo Berardinetti che ha dato un importante impulso al rafforzamento del sistema di tutela della natura della Regione dei Parchi e dell’Appennino Parco d’Europa.

Nel caso dell’approvazione dei confini dell’area contigua, si tratta di un passo in avanti verso l’applicazione della Legge 394/91 rimasta inapplicata per 27 anni, e sottolinea il rispetto degli impegni della Regione Abruzzo sul Piano d’azione per la tutela dell’orso bruno marsicano (Patom)».

Gli ambientalisti ricordano che «il provvedimento era atteso, e nasce in applicazione dell’art. 32 della Legge 394/91 che stabilisce che il perimetro delle aree contigue, è determinato dalle Regioni d’intesa con l’organismo di gestione dell’area protetta, e rappresenta un’area cuscinetto esterna al Parco che concorre ad assicurare una funzione di conservazione fondamentale poiché in essa la caccia è particolarmente regolamentata.

Nel caso del Parco d’Abruzzo, l’area contigua svolgerà una funzione importante per proteggere l’Orso bruno marsicano che frequenta ampiamente le aree esterne al Parco, tanto che l’Ente, già dagli anni 70, ha istituito una Zona di Protezione Esterna, dove già oggi vigono alcune misure di mitigazione dell’impatto della caccia.

Anche per questa ragione la perimetrazione dell’area contigua approvata dalla Regione Abruzzo coincide con l’attuale Zona di Protezione Esterna, e si spera che, dopo la Regione Molise che già nel 2008 ha approvato sul suo versante l’area contigua, faccia lo stesso la Regione Lazio sul territorio di sua competenza.

Per quanto riguarda l’approvazione delle misure di conservazione sito specifiche del Sic Parco nazionale integrano le misure generali di conservazione già approvate dalla Regione nel dicembre 2016 e costituiscono un passaggio essenziale per la trasformazione dei SIC in Zone speciali di conservazione (Zsc), vengono definiti obiettivi di conservazione, divieti, obblighi e indicazioni gestionali per fare in modo che habitat e specie vengano conservate e accresciute, così come è indicato negli obiettivi della direttiva europea.»

Il Cigno Verde conclude sottolineando che «proprio la mancata designazione delle Zsc  ha portato la Commissione europea ad aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia in quanto la direttiva Europea prevede che entro 6 anni dalla definizione dei Sic bisognava procedere alla loro trasformazione in Zsc.

Perciò, con questa decisione la Regione Abruzzo fornisce un nuovo strumento per la conservazione della natura nel Parco nazionale, e contribuisce ad evitare che l’Europa ci commini una salatissima multa per inadempienza di una direttiva europea».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 luglio 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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