Al Sindaco di Vico Equense
Sig. Andrea BUONOCORE
All’Arch. Catello ARPINO
Responsabile Ufficio Tecnico del Comune di Vico Equense
Al sig. Gennaro CINQUE
Assessore Lavori pubblici , Ambiente ed ecologia, Servizi al territorio
All’ architetto arch. Luciano GARELLA
Soprintendenza beni archeologici e paesaggio
Piazza del Plebiscito (Palazzo Reale), 1
80132 , NA
OGGETTO: ESPOSTO/DENUNCIA , apposizione di rete metallica a via Noce, Vivo Equense
Alcuni abitanti di via Noce (la antica stradina che collega via Sconduci con via Vecchia Bonea) mi hanno segnalato un intervento comunale (o comunque su proprietà comunale) che ha dell’incredibile.
Come si può vedere delle foto accluse che mi hanno inviato, la prima parte della stradina che è molto panoramica e frequentata da un turismo sopratutto nord europeo molto sensibile, è stata “MESSA IN SICUREZZA” apponendo sul vecchio parapetto una ringhiera che porta l’altezza complessiva della recinzione a circa mt. 1,90. Inoltre per motivi incomprensibili detta recinzione è stata schermata con una stuoia di incannucciate che impedisce ogni visione del panorama.
Le foto rappresentano i luoghi anche come erano, prima del discutibile intervento le altre invece l’intervento comunale.
La domanda prima che lo scrivente nella qualità di coordinatore VAS di zona pone ai soggetti in indirizzo è: verso chi è rivolta questa “messa insicurezza”?
Cosa i fruitori del paesaggio non dovrebbero vedere da questa antichissima stradina (presumibilmente di epoca aragonese)?
Pertanto si fa rilevare che: l’apposizione della recinzione con relativa sovrapposizione di telo frangivista è palesemente illegittima in base alle normative vigenti.
Le opere realizzate, infatti, intercettano ed impediscono la fruizione dei punti di vista panoramici pubblici che, come si vede anche dalle foto allegate, erano chiari, diretti ed incontrovertibili.
Tale condizione è espressamente garantita delle normative paesaggistiche vigenti e, conseguentemente, per tali opere sarebbe comunque necessario il parere dell’ente preposto alla tutela del vincolo e le stesse non possono annoverarsi tra le opere di edilizia libera, comunque interpretate dalla fantasia e dalla furbizia.
La stessa, eventuale, giustificazione della cosiddetta “messa in sicurezza” contrasta con il dettato paesistico che impone la ricerca di soluzioni atte, sempre ed in ogni caso, alla difesa dell’interesse pubblico e comunque da valutare nelle sedi opportune, con apposite procedure e appositi pareri.
Tra l’altro, il caso in parola è particolarmente protervo, perché, in casi similari a quello in parola, la tutela del diritto di veduta è garantita persino tra soggetti privati dall’art. 907 del Codice Civile, a confermare che l’opera lede diritti fondamentali e si palesa oltremodo grave in quanto detta opera intacca direttamente l’interesse pubblico e i beni comuni.
Si chiede pertanto, l’immediata verifica in loco di quanto in precedenza e l’adozione di tutte le misure volta alla immediata rimozione delle opere illegittime.
Vico Equense, 7 /8/ 2018
Prof. Franco CUOMO
Coordinatore Circolo VAS
Giovanni Esposito- Vico Equense