Una vittoria per il paesaggio sardo

 

Carloforte si trova sull’isola di San Pietro dove un quinto del territorio è di demanio civico.

Parliamo di poco meno di 900 ettari, un terzo dei quali sono stati illegittimamente occupati da privati.

Una parte più piccola ancora, ma comunque significativa, è stata già addirittura edificata.  

I primi recuperi di terreni pubblici in mano ai privati hanno coinciso con la recente emanazione da parte di Argea Sardegna (l’agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura) di ben 45 provvedimenti di accertamento per altrettanti demani civici.

Un risultato positivo cui ha contribuito la campagna per la tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha avviato da anni per recuperare terreni civici occupati da privati e società immobiliari.  

Dopo diverse azioni legali, petizioni popolari, iniziative di sensibilizzazione e un incontro diretto con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, nel 2017 è stata emanata una legge regionale che consente la razionalizzazione delle terre collettive e un lento inizio delle operazioni di conclusione degli accertamenti dei demani civici.

Il patrimonio civico in Sardegna è enorme e interessa tra i 400 e i 500 mila ettari di coste, boschi, pascoli, terreni agricoli, ovvero circa un sesto dell’isola. 

Ora però la Corte costituzionale, su ricorso del Governo, ha deciso che le operazioni di razionalizzazione dei demani civici si possono fare solo in sede di pianificazione paesaggistica, congiuntamente fra Stato e Regione”,  segnala Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Una notevole complicazione e un allungamento delle procedure che non giova alla salvaguardia di questo immenso patrimonio ambientale delle terre collettive”. 

5 MILIONI DI ETTARI IN TUTTA ITALIA  

Una condizione che non riguarda solamente la Sardegna, ma tutta l’Italia.

Secondo gli studi sulla proprietà collettiva condotti dall’archivio Scialoja-Bolla, parliamo di 5 milioni di ettari in tutta la Penisola

Tante di queste aree sono già occupate abusivamente (difatti c’è chi stima che se si contassero davvero tutte le aree illegittimamente intestate ai privati gli ettari diventerebbero 10 milioni) e per riportarle sotto la proprietà collettiva si è fatto spesso ricorso ai tribunali.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, la cui mission è proprio quella di sostenere le cause ambientali dei comitati in tutta Italia, si è occupato di molti casi del genere: ad esempio nel territorio umbro di Castelluccio di Norcia, famoso per la “fiorita”, si è arrivati – previo esposto – al sequestro di alcuni terreni pubblici che un’associazione locale aveva adibito a parcheggio per turisti.   

Ma attenzione” specifica Deliperi “l’uso civico è un diritto collettivo che differisce dalla proprietà pubblica.

Infatti, se riconosciuto, l’uso civico non dà diritto a un comune di sdemanializzare un terreno per poi venderlo a privati”.

Parla chiaro caso la sentenza che riguarda un ampio terreno nel comune di Canale Monterano, provincia di Roma.

Qui un comitato cittadino – anch’esso coadiuvato dal Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus – ha fermato una concessione a privati da parte dell’amministrazione comunale, appellandosi proprio all’uso civico del suddetto terreno, che ricade in una riserva naturale e che invece di essere svenduto per fare cassa potrebbe divenire meta di turismo culturale e naturalistico. [vedi http://www.vasonlus.it/?p=53715]

È questo il senso di difendere l’uso civico di un terreno” conclude Deliperi.

Diritto, che in questo caso, è stato riconosciuto. 

(Articolo di Maurizio Bongioanni, pubblicato con questo titolo il 27 agosto 2018 sul sito online del quotidiano “La Stampa”)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas