Le aree protette da sole non salveranno tutte le specie minacciate di estinzione

 

Secondo lo studio “Estimating the benefit of well-managed protected areas for threatened species conservation” pubblicato su Oryx  da un team di ricercatori dell’università del Queensland, «le aree protette da sole non sono sufficienti a salvare le specie minacciate dell’Australia».

Il team di ricerca australiano, che lavora nell’ambito del Threatened Species Recovery Hub del parte del National Environmental Science Program del governo australiano, una collaborazione tra dieci università australiane e Australian Wildlife Conservancy che svolge ricerche su come sostenere il recupero delle specie autoctone minacciate dell’Australia, ha studiato i principali pericoli per le specie minacciate di estinzione e ha valutato in che modo le aree protette potrebbero alleviare queste minacce.

Il principale autore dello studio, Stephen Kearney della School of Earth and Environmental Sciences dell’università del  Queensland, spiega che «il dato fondamentale è che la semplice protezione dei territori rimuoverà tutte le minacce solo per pochissime specie: in effetti solo il 3%. Non basta istituire semplicemente un’area protetta e poi andarsene».

L’Australia è stato uno dei primi Paesi al mondo a raggiungere l’obiettivo internazionale fissato internazionalmente dalla Convention on biological diversity (Cbd) di avere il 17% del territorio nazionale coperto da aree protette come i parchi nazionali e i ricercatori dell’università del  Queensland I ricercatori hanno preso in considerazione i dati relativi a oltre 1.500 specie, tra le quali piante, mammiferi, uccelli, pesci, rane, rettili e insetti minacciati di estinzione.

Kearney sottolinea: «Abbiamo scoperto che le aree protette ben gestite affronteranno tutte le principali minacce che affliggono quasi la metà delle nostre specie minacciate e stanno affrontando almeno una delle principali minacce per tutte le specie minacciate.

Ma metà delle nostre specie minacciate presenta una seria necessità di guardare oltre le aree protette per affrontare in modo efficace alcuni dei maggiori problemi che minacciano la loro sopravvivenza, come la malattia del tumore facciale riguardo ai Diavoli della Tasmania in via di estinzione».

Un altro autore dello studio, James Watson, anche lui della School of Earth and Environmental Sciences, conclude: «L’unico modo per evitare future estinzioni è quello di condurre maggiori sforzi per la conservazione, come la gestione delle specie invasive e delle erbe infestanti e l’interruzione della bonifica dei terreni.

C’è una crescente evidenza che i programmi di ranger indigeni e programmi di gestione delle fattorie possono svolgere un ruolo vitale nella gestione degli habitat e delle minacce alla biodiversità al di fuori delle aree protette.

 governi dovrebbero esaltare questi sforzi».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 5 settembre 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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