Audizione Regioni su gestione depositi rifiuti nucleari

 

È evidente la necessità e l”urgenza che quanto prima venga pubblicata la Cnapi (la Carta delle aree idonee alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari), in modo che si avvii il percorso finalizzato alla costruzione del Deposito nazionale“.

dirlo è stato l”assessore all’Ambiente del Piemonte Alberto Valmaggia,  in audizione in commissione Industria al Senato sulla gestione dei rifiuti nucleari.

Si segnala un ritardo nel recepimento della direttiva Euratom 59 del 2013“.

A dirlo è stato l”assessore all”Ambiente del Piemonte Alberto Valmaggia, in rappresentanza delle Regioni, in audizione in commissione Industria al Senato sulla gestione dei rifiuti nucleari.

Questo recepimento avrebbe dovuto essere fatto entro il 6 febbraio 2018“, ha precisato Valmaggia.

Allo stesso modo il rappresentante delle Regioni ha evidenziato la necessità di approvare il Programma nazionale di gestione del combustibile esaurito, “attualmente alla firma dei ministri e che avrebbe dovuto essere inviato alla Commissione europea entro il 23 agosto 2015“.
L’assessora della Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna Donatella Spano ha ricordato alla Commissione che “la Sardegna ha sempre affermato con forza e chiarezza la totale contrarietà alla realizzazione di un sito di raccolta per le scorie nucleari nel suo territorio.

Per questa ragione stiamo seguendo con la massima attenzione l’evolversi del procedimento di pubblicazione dell’elenco dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari e, da quando è stato avviato l’iter, non perdiamo occasione per esprimere il nostro assoluto no“.

Così o, in occasione dell’audizione in Senato dei rappresentanti delle Regioni nella Commissione Industria, commercio e turismo del Senato della Repubblica sulla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale.

L’assessora Spano ha poi ripercorso le tappe a partire dall’esito negativo nell’isola della consultazione popolare del 2011.

Il risultato del Referendum ha visto il 95 per cento dei votanti esprimersi contro l’installazione in Sardegna di centrali nucleari e dei relativi siti per lo stoccaggio di scorie radioattive” ha detto.

Questo ha rappresentato per noi un impegno assoluto da rispettare e da ribadire in tutte le sedi opportune“.
La Spano aveva peraltro  inviato ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico note formali in cui veniva espressa l’assoluta contrarietà della Regione Sardegna a qualunque ipotesi di installazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi nel proprio territorio per una serie di precise motivazioni, tra le quali la grave penalizzazione che l’isola già subisce da anni a causa degli oneri eccessivi rappresentati dalle servitù militari, che occupano oltre 35mila ettari di terreno, con conseguenti compromissioni di tipo ambientale.

Quindi la posizione di insularità, che già in condizioni ordinarie determina una penalizzazione per la popolazione in ordine alle ben note difficoltà dei trasporti che potrebbero causare gravi problemi in potenziali situazioni di emergenza e messa in sicurezza delle persone, considerati anche i reali pericoli del trasporto dei materiali radioattivi via mare che potrebbero determinare implicazioni catastrofiche in caso di incidente, come denunciato a suo tempo dallo stesso Enea.

Infine gli effetti negativi che si ripercuoterebbero sulla già grave situazione di crisi industriale in atto in Sardegna e di gap economico in cui versa l’Isola e la sua popolazione rispetto ad altre regioni, senza contare i potenziali effetti negativi sulle persone a livello sanitario.

Inoltre ha ricordato la mozione di tre anni fa in Consiglio regionale: “Abbiamo sin dal primo momento ribadito pubblicamente in più occasioni la nostra contrarietà, e assunto l’impegno, in base alla mozione 133/2015 del Consiglio regionale, di porre in essere tutte le azioni per avviare un leale confronto con il Governo affinché sia rispettata la scelta dei cittadini sardi in occasione del Referendum consultivo del 2011, evitando che la Sardegna venga individuata come sede idonea a ospitare il deposito nazionale“.

Così si era espressa anche l’Anci Sardegna che, a sua volta, nel 2015 ha deliberato all’unanimità il rifiuto a ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Sardegna.

La posizione è stata sempre ribadita non solo con gli atti formali, ma anche in tutte le occasioni nelle quali si è avuto modo di interloquire con il Ministro dell’Ambiente – ha proseguito Donatella Spano -. Il Programma di governo dell’attuale Giunta regionale ha tra i suoi principi basilari la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ambientale e naturalistico della Sardegna nella sua unicità e specificità, come strumento di crescita e sviluppo dell’economia, di allentamento delle tensioni sociali e di valorizzazione turistica del nostro territorio“.

Era stato infatti ribadito in occasione della procedura nazionale di valutazione ambientale strategica (Vas) relativa al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, avviata dal ministero dello Sviluppo economico al ministero dell’Ambiente: “Anche allora abbiamo ribadito alla Commissione tecnica di valutazione la totale contrarietà della Sardegna a essere individuata come sito per l’ubicazione del deposito nazionale, sostenendo questo nel parere reso con motivazioni di carattere ambientale, naturalistico, economico, sociale, costituzionale e statutario“.

Infine l’assessora Spano aveva consegnato al ministro Sergio Costa il ‘Dossier Sardegna’ lo scorso 26 luglio, nell’incontro con la Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Il documento contiene le principali tematiche ambientali della Sardegna incluso l’aspetto della localizzazione del Deposito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari.

Il nostro no è forte, deciso e condiviso da tutti i sardi“.

L’audizione di oggi al Senato e’ stata l’occasione per ribadire con decisione anche a Roma la volontà espressa dal tavolo della trasparenza sulla centrale di Caorso: andare avanti fino alla completa dismissione dell’impianto e il raggiungimento del ‘green field’, il prato verde da restituire ai cittadini completamente bonificato“.

Cosi’ Paola Gazzolo, assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna, intervenuta all’Audizione.

Con lei Sandro Fabbri, coordinatore della commissione tecnica di supporto al tavolo della trasparenza attivato dalla Regione, nel 2015, per monitorare costantemente l’andamento del decommissioning e assicurare il più ampio livello di conoscenza, partecipazione e comunicazione nei confronti di tutte le parti interessate.

Come ho gia’ scritto lo scorso 21 giugno 2018 al ministro Luigi Di Maio, e’ fondamentale approvare il Programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi e giungere al piu’ presto alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito nazionale. Un sito che- ha evidenziato Gazzolo nell’intervento in audizione – non potra’ essere accolto a Caorso per le caratteristiche geologiche del sito e la vicinanza del fiume Po che non ne garantirebbero la totale sicurezza“.

Realizzare il deposito nazionale, prosegue Gazzolo, “è fondamentale per concludere la dismissione della Centrale con la restituzione dell’area ai cittadini, senza vincoli radiologici: si tratta della più grande opera di messa in sicurezza di un sito nucleare condotta in Italia e in Europa e arricchirebbe il nostro Paese di nuove competenze professionali, tecnologiche e scientifiche.

A tal fine e’ fondamentale il ruolo della Scuola di formazione avviata da Sogin a Caorso, punto di riferimento nazionale e internazionale“.

Nei vari incontri tenuti con le rappresentanze sindacali confederali e’ sempre emersa la
volonta’ dei lavoratori e dei sindacati di fare “della dismissione di Caorso una grande occasione di crescita professionale per tutti i portatori di interesse istituzionali e industriali.

È necessario – chiude l’assessore – che la dismissione proceda celermente valorizzando il territorio“.

 

(Dal sito “Regioni.it” 3465 del 3 ottobre 2018)

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