La Cina ha abbattuto 19 milioni di m2 di edifici abusivi nelle aree protette

 

La Cina ha iniziato a istituire riserve naturali nel 1956 e ora ne ha 2.750 che si estendono su o 147,33 milioni di ettari, cioè il 14,88% della superficie del Paese più popoloso del mondo.

Ma diverse aree protette in realtà sono state danneggiate da strade e altre infrastrutture per i trasporti, miniere di carbone, fabbriche e altri insediamenti abusivi.

A marzo il governo centrale cinese aveva avviato una gigantesca ispezione ambientale «per ripristinare l’ambiente nelle aree di protezione minacciate dall’attività umana» e recentemente  l’organismo cinese incaricato della vigilanza ambientale ha annunciato che «900 funzionari sono stati ritenuti responsabili dell’invasione delle aree di conservazione naturale come parte di una campagna considerata la più rigorosa nel trattare questi reati

Cui Shuhong, a capo del ministero dell’ecologia e dell’ambiente, ha spiegato che «tra i funzionari che sono stati sanzionati, 6 occupavano un incarico equivalente a un direttore di ufficio e 150 lavoravano a un livello equivalente a quello del direttore della divisione.

Più di 1.800 aziende coinvolte sono state chiuse o hanno dovuto sospendere i lavori e sono stati distrutti edifici illegali per un totale di 19 milioni di metri quadrati.

La campagna, soprannominata Green Shield 2018, mira a combattere tutti i tipi di attività illegali nelle riserve naturali e a salvaguardare la sicurezza ecologica nazionale».

 

(Articolo pubblicato il 5 ottobre 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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