Minervino, il caso grotte Montenero: scoperte, abbandonate ai rifiuti

 

La mancata valorizzazione delle grotte Montenero-Dellisanti, sito carsico di cava Porcili, tra Minervino e Spinazzola, diventa oggetto di interrogazione parlamentare.

La senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo misto (liberi e Uguali) al Senato, ha presentato nei giorni scorsi, un’interrogazione diretta al Ministro dell’Ambiente per conoscere qual è la situazione in cui versano i siti di interesse comunitario (nei quali sono presenti numerose cave abbandonate) e in particolare il sito carsico della cava Porcili che presenta rilevanti forme carsiche epigee e ipogee, scoperte nel 2005 dal geologo Ruggiero Maria Dellisanti.

La senatrice ha presentato pure una interrogazione al Ministro di Grazia e Giustizia in merito alla grave situazione delle grotte e allo sversamento dei rifiuti effettuati nell’area SIC e ZPS della Regione Puglia e in particolare a Minervino Murge. 

L’interrogazione chiede infine al Ministro dell’ambiente, se non ritenga utile informare l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) in relazione alle quote dei fondi ricevuti dalla Regione Puglia per la Rete Natura 2000 nel quale ricade il sito della cava e non utilizzati per la sua tutela.

LA VICENDA – Furono battezzate le “nuove grotte di Castellana”.

Eppure, a distanza di tredici anni dalla scoperta, le cavità carsiche di Minervino sono dimenticate dalle istituzioni e inaccessibili.

Le grotte Montenero – Dellisanti, scoperte in località Porcili, nel territorio di Minervino Murge, rappresentano uno dei tanti esempi in cui il patrimonio ambientale pur essendo di rilevante importanza, è sconosciuto e trascurato.

A maggio del 2005 sono stati trovati i sei ipogei carsici di interesse scientifico e in seguito l’area è stata sottoposta a vincolo dalla Regione Puglia.

Dopo questa prima azione di tutela, il geosito è caduto nell’oblio.

Per gli studiosi che si sono introdotti nelle grotte, fotografandole e catalogandole, si tratta di un sito la cui importanza sarebbe pari o superiore al sito di Castellana Grotte.

Tra queste rocce – affermano – ci sono i movimenti tettonici di 35, forse di 50 milioni di anni fa.

Studiando questo sito si potranno trovare conferme e in parte si potrà riscrivere la storia geologica della Puglia”.

La scoperta avviene per caso.

E’ il 24 maggio del 2005 quando cominciano le esplorazioni.

Alle scoperte iniziali si susseguono altre scoperte fino a individuare “sei ipogei di particolare importanza geologica per la presenza di rilevanti forme carsiche a una profondità compresa tra i 27 e i …”.

I sei siti sono diversi tra loro, a differenza dell’insediamento più famoso del territorio carsico pugliese dove le grotte sono collegate e formano un ipogeo unico.

La Regione Puglia, con delibera di giunta del 30 novembre 2005, n. 1704, emana sull’area il vincolo ambientale regionale di tutela e conservazione.

Si individua un geosito, cioè un sito di rilevante importanza geologica e naturalistica, tutelato dalla legge regionale n. 33 del 4 dicembre 2009.

 

(Articolo di Rosalba Matarrese, pubblicato con questo titolo l’11 ottobre 2018 sulla Gazzetta del Mezzogiorno)

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