Sui sacchetti compostabili c’è chi fa il furbo. Non tutti infatti rispettano l’obbligo, in vigore dal primo gennaio 2018, di fornire – e far pagare separatamente – ai clienti solo shopper biodegradabili, adatti per il compost e con almeno il 40% di materia prima rinnovabile. E a molti consumatori va bene così: gli esercenti che non rispettano la legge, infatti, le buste di plastica le regalano. E a molti tanto basta. Il fenomeno è molto esteso: 4 sacchetti su 10 sono illegali. Il dato è ricavato dalla rivista Inchieste di Altroconsumo che ha fatto il punto della situazione a quasi un anno dall’introduzione della nuova legge. Di cosa stiamo parlando. L’obbligo riguarda tutti gli esercizi che vendono cibi sfusi (pane, pesce, carne, ortofrutta, gastronomia) ma anche i medicinali e si applica quindi a supermercati così come negozi e mercati rionali. L’obiettivo della legge è quello di abbattere il numero delle buste di plastica, che costituiscono un elemento chiave per l’inquinamento dei nostri mari. Le buste, infatti, impiegano circa 20 anni per distruggersi e diventare invisibili, ma si decompongono in milioni di minuscoli pezzi (le microplastiche) che finiscono nella catena alimentare. L’inchiesta. Il magazine di Altroconsumo ha analizzato gli shopper distribuiti in 200 punti vendita (supermercati, ipermercati, mercati e piccoli negozi) di 11 città italiane. Il risultato è che nella grande distribuzione possiamo stare tranquilli: nessuna busta è fuorilegge. Le cose iniziano a cambiare nei piccoli negozi, dove il 22% dei sacchetti non è compostabile, e peggiorano molto nei mercati, dove 7 shopper su 10 sono a tutti gli effetti illegali. Laddove le buste sono illegali vengono quasi sempre regalate e, in ogni caso, il prezzo d’acquisto non compare mai sullo scontrino. Dietro ai sacchetti illegali non c’è solo un problema ambientale ma anche un business illegale. Il presidente di Assobioplastiche Marco Versari, intervistato […]