C’è un Giudice in Montana: bloccata la costruzione del mega-oledotto Keystone XL

 

Brian Morris, un giudice federale del  Montana ha detto che quando nel 2017 l’amministrazione Trump ha approvato l’oleodotto delle sabbie bituminose Keystone XL nel 2017 «ha “scartato” i fatti».

Morris ha dichiarato che, quando ha approvato la concessione federale per il progetto il  Keystone XL proposto da TransCanada, l’amministrazione Trump ha violato le leggi ambientali statunitensi. 

Il giudice ha bloccato qualsiasi costruzione sul gasdotto e ha ordinato al governo di rivedere la sua valutazione ambientale.

La decisione rappresenta una battuta d’arresto significativa per un oleodotto che gli investitori stanno già mettendo seriamente in discussione. TransCanada non ha ancora annunciato una decisione finale in merito all’eventualità di andare avanti e costruire Keystone XL qualora dovesse ricevere tutti i permessi necessari.

Il giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti Morris ha scoperto che la decisione dell’Amministrazione Trump si basava su una valutazione ambientale obsoleta del 2014  che viola il National Environmental Policy Act, l’Endangered Species Act e l’Administrative Procedure Act.

Questa sentenza fa seguito a una precedente decisione della corte, il 15 agosto 2018, di richiedere un’ulteriore analisi della nuovo tragitto dell’oleodotto attraverso il Nebraska.

Il mega-oleodotto che dovrebbe portare il petrolio delle sabbie bituminose dell’Alberta – considerato il più sporco del mondo – dal Canada alle raffinerie e alle coste del Texas era stato bocciato nel 2015 per motivi ambientali dall’amministrazione di Barack Obama.

Appena ha ricevuto la notizia alla Casa Bianca, Trump ha dichiarato che «la sentenza è una disgrazia».

Ora al dipartimento di Stato è stato ordinato di: fare una valutazione più approfondita degli straordinari cambiamenti nei mercati petroliferi che si sono verificati dal completamento della precedente revisione nel 2014; riconsiderare l’impatto combinato del clima per l’approvazione sia del Keystone XL che di altri oleodotti delle sabbie bituminose; studiare le molte risorse culturali lungo il percorso dell’oleodotto;  esaminare i rischi di fuoriuscite di petrolio sulle acque nei dintorni e per la fauna selvatica.

Il giudice Morris  ha anche detto che il Dipartimento di Stato deve anche fornire una spiegazione motivata della sua decisione di cambiare opinione e di approvare il permesso dopo che l’amministrazione Obama l’aveva negato solo tre anni fa basandosi sugli stessi documenti, leggi e fatti.

Sulla base di queste violazioni, il tribunale ha ordinato al Dipartimento di Stato di rivedere le sue analisi ambientali e ha proibito qualsiasi lavoro lungo il percorso proposto – che avrebbe attraversato il Nebraska, il Suth Dakota e il Montana – fino a quando l’analisi non sarà completa. 

Il Keystone XL dovrebbe trasportato fino a 35 milioni di galloni al giorno di petrolio delle  sabbie bituminose canadesi  passando attraverso importanti riserve idriche e attraversando delicati habitat naturali fino a raggiungere le raffinerie della Costa del Golfo.

A presentare nel marzo 2017 il ricorso accolto dall’U.S. District Court for the District of Montana sono stati Plaintiffs Northern Plains Resource Council, Bold Alliance, Center for Biological Diversity, Friends of the Earth, Natural Resources Defense Council e Sierra Club.

L’amministrazione Trump può fare ricorso contro la decisione. 

Ma le associazioni ambientaliste e le comunità locali e indigene che si sono battute contro il gigantesco progetto da 8 miliardi di dollari stanno festeggiando.

Dena Hoff, del Plaintiffs Northern Plains Resource Council  ha detto che «la sentenza di oggi è una vittoria per lo Stato di diritto, ed è una vittoria per un’amministrazione di buon senso della terra e dell’acqua da cui dipendiamo tutti. 

Nonostante i grandi sforzi delle ricche multinazionali e dei politici potenti che eseguono cinicamente i loro ordini, vediamo che le persone comuni possono ancora unirsi e difendere con successo i loro diritti. 

Tutti gli americani dovrebbero essere orgogliosi del fatto che il nostro sistema di pesi e contrappesi può ancora funzionare anche di fronte a enormi pressioni».

Mark Hefflinger, direttore delle comunicazioni di Bold Alliance, è molto soddisfatto: «Gli agricoltori e i nostri alleati delle Nazioni Tribali in Nebraska, nel Sud Dakota e nel Montana celebrano la vittoria di oggi per aver sventato lo schema dell’amministrazione Trump per approvare col cancellino l’approvazione del Keystone XL. 

Questa battaglia ormai decennale è ancora lontana dall’essere conclusa. 

Continueremo a stare insieme contro questo oleodotto per l’esportazione delle sabbie bituminose che minaccia i diritti di proprietà, l’acqua e il clima in ogni occasione, ad ogni audizione pubblica. 

Le persone lungo il suo percorso meritano un giusto procedimento e il Ponca Trail of Tears deve essere protetto».

Secondo il senior attorney di Sierra Club Doug Hayes, «la sentenza odierna chiarisce una volta per tutte che è tempo che TransCanada rinunci al sogno della Keystone XL pipeline.

L’amministrazione Trump ha cercato di imporre  questo sporco progetto dell’oleodotto al popolo americano, ma non può ignorare le minacce che porrebbe alla nostra acqua pulita, al nostro clima e alle nostre comunità».

Jared Margolis, senior attorney del Center for Biological Diversity, è ancora più deciso: «Questo è un ripudio completo dei tentativi dell’amministrazione Trump di eludere le leggi ambientali e dare priorità ai profitti delle compagnie petrolifere rispetto all’acqua pulita e alla fauna selvatica.

Il Keystone XL devasterebbe le specie e metterebbe le comunità a rischio di contaminazione. Non ci sono scuse per approvare questo terribile progetto. Dobbiamo allontanarci dalla dipendenza dai combustibili fossili, non sostenere più devastazioni».

Anche per Jackie Prange, senior attorney del Natural Resources Defense Council, «il Keystone XL sarebbe un disastro per il clima e per le persone e la fauna selvatica di questo Paese.

Come ha chiarito ancora una volta la corte, la proposta imperfetta e pericolosa dell’amministrazione Trump dovrebbe essere accantonata per sempre».

Marcie Keever, direttore legale di Friends of the Earth, conclude: «La decisione di oggi è un momento decisivo nella nostra lotta contro gli inquinatori delle corporation  che si sono affrettati a distruggere il nostro pianeta.

La bocciatura del distruttivo oleodotto Keystone XL è una vittoria per gli attivisti di base che hanno lavorato contro la  Keystone XL pipeline negli ultimi dieci anni.

 Esistono leggi ambientali per proteggere le persone, le nostre terre e le nostre acque. 

Oggi, il tribunale ha dimostrato all’amministrazione Trump e ai loro amici inquinatori delle corporation che non possono fare i prepotenti con i proprietari dei terreni, gli agricoltori, gli ambientalisti e le comunità native».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 novembre 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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