Archivi Giornalieri: 24 Novembre 2018
Le vacche con le corna sono sempre più rare in Svizzera Un simbolo della Svizzera sarà protagonista in votazione popolare. I cittadini elvetici si pronunceranno il 25 novembre sulle vacche e più precisamente sulle loro corna. Un’iniziativa denuncia infatti la loro rimozione quasi sistematica (per i bovini, ma anche per le capre). Solo il 10% delle mucche sul territorio possiede ancora le corna secondo i promotori, il 25% secondo la Confederazione, che si oppone alla proposta. Lo scrutinio mette in causa la discrepanza tra l’immagine che la Svizzera dà di sé e la realtà: i manifesti pubblicitari, i dépliant turistici, le confezioni di cioccolato al latte,… l’immagine della mucca con le corna è onnipresente, benché nei pascoli sia sempre più rara. Il dibattito, tuttavia, si concentra soprattutto sul benessere degli animali, dalla decornazione dei vitelli fino alle condizioni delle mucche nelle stalle. Il popolo si pronuncia in questo modo per la terza volta consecutiva in un breve periodo su una tematica che tocca la produzione agricola: in settembre i cittadini hanno bocciato l’iniziativa per degli alimenti equiLink esterno, che intendeva promuovere un’agricoltura più sostenibile, così come l’iniziativa per la sovranità alimentare, il cui scopo era rafforzare la produzione locale. Questa volta si discute di un dettaglio dell’agricoltura, ma attorno al tema delle corna si confrontano visioni del mondo molto diverse. Chi c’è dietro l’iniziativa? Tutto è partito da un allevatore grigionese che abita nel Giura bernese. Armin Capaul ha compiuto un piccolo miracolo di democrazia diretta riuscendo a lanciare quasi da solo l’iniziativa e a raccogliere le 100.000 firme necessarie. È riuscito a finanziare il tutto utilizzando una parte dei suoi risparmi per la pensione e delle donazioni da parte della protezione animali zurighese e della Banca Comunitaria libera (Freie Gemeinschaftsbank). Capaul è sostenuto inoltre da Bio Suisse, Greenpeace, la […]
MILANO – Un’enorme pacco regalo composto da rifiuti recuperati in plastica usa e getta: con questa installazione, comparsa questa mattina in centro a Milano, Greenpeace protesta contro il black friday. Sul fiocco che chiude il pacco, posizionato in corso Vittorio Emanuele, una delle vie dello shopping milanese, c’è scritto ‘il regalo che il pianeta non vuole’, mentre alcuni volontari reggono cartelli che dicono ‘Il pianeta non è usa e getta’. Proprio oggi Greenpeace, insieme a Giacimenti Urbani, Fashion Revolution Italia e Zero Waste Italy, dà il via alla MAKE SMTHNG Week: una settimana di appuntamenti in giro per l’Italia per riscoprire “la bellezza di fare, riparare e creare, e di farlo insieme agli altri“. (ANSA del 23 novembre 2018, ore 10:39)
La legge di Bilancio 2019 fatica a trovare la sua strada: secondo la vigente normativa il governo M5S-Lega avrebbe dovuto presentarla al Parlamento entro il 20 ottobre, ma le oggettive difficoltà all’interno della maggioranza nel far quadrare i conti hanno imposto uno slittamento dei termini dopo l’altro. Conti che anche adesso rimangono tutt’altro che ordinati, vista la sonora bocciatura arrivata ieri da parte dell’Unione europea. Eppure i gialloverdi avrebbero a disposizione un importante bacino di risorse in cui poter pescare, quello dei sussidi ambientalmente dannosi: oltre 16 miliardi di euro, censiti direttamente dal ministero dell’Ambiente e distribuiti ogni anno sotto forma di incentivi, agevolazioni, finanziamenti agevolati, esenzioni da tributi, etc. Come ha ricordato pochi giorni fa al Manifesto il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, il vicepremier Luigi Di Maio «è andato in Europa a chiedere più coraggio sulle politiche energetiche e i cambiamenti climatici, poi però in Italia fa l’opposto. Per esempio, da ministro dello Sviluppo economico ha il potere di aumentare gli incentivi alle rinnovabili e all’efficientamento energetico tagliando i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili (nel 2016 sono stati 14 miliardi), ma finora non l’ha fatto». E all’interno del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli stilato dal ministero dell’Ambiente viene definito un perimetro fiscale ancora più ampio da poter aggredire rispetto a quello dei “soli” sussidi verso ai combustibili fossili: come riporta una recente analisi condotta dall’Ufficio valutazione impatto del Senato, il Catalogo individua 57 forme di sussidio dannoso per l’ambiente che costano 16,2 miliardi di euro, e 46 forme di sussidio favorevole all’ambiente per un valore di 15,7 miliardi di euro. I sussidi “incerti” (che richiedono ulteriori valutazioni in quanto presentano impatti ambientali sia positivi che negativi) sono risultati 27, per un valore complessivo di € 5,8 miliardi, mentre è stata individuata una […]
“Per domani noi Verdi lanciamo il Green Friday, il giorno delle azioni positive, del dono e dello staccare la spina, in contrapposizione al Black Friday, che in questi ultimi anni è diventato il giorno del consumo eccessivo di risorse, contrario a tutti i principi della sostenibilità del Pianeta e della vita quotidiana“. Così in una nota il responsabile organizzazione dei Verdi, Francesco Alemanni. “La contrapposizione è soprattutto tra l’essere una persona o un consumatore – spiega Alemanni -. Per questo sul sito Verdi.it abbiamo lanciato la campagna #GreenFriday, che sarà declinata in 6 azioni“. 1) Esci nella natura: Scegli la natura, al posto della città e dei centri commerciali. 2) Impara l’arte: Suona, dipingi, scrivi, leggi. Aumenta così il senso di piacere, euforia e gratificazione. 3) Stai coi tuoi figli: Oggi ritagliati il tempo per goderti la tua vita famigliare. 4) Fai una pedalata: Andare in bici è un’attività aerobica che apporta numerosi benefici fisici, tutti provati da diversi studi scientifici. 5) Fai l’amore. Concediti tutto il tempo necessario per te e la persona alla quale tieni. 6) Aiuta il prossimo. Donare è meglio che consumare. “Chiunque abbia un oggetto da donare potrà scattare una foto con l’hashtag #GreenFriday e postarla sul suo profilo social“, conclude Alemanni. (ANSA del 22 novembre 2018, ore 17:34)
Non è solo l’Unione europea ad aver bocciato la legge di Bilancio 2019 predisposta da Movimento 5 Stelle e Lega; se per il nostro Paese la Commissione europea ha rilevato «un’inosservanza particolarmente grave del patto di stabilità e crescita», preludio a una procedura d’infrazione, anche le ultime previsioni di Istat e Ocse disegnano un quadro fosco per la nostra economia, a partire già da quest’anno. E mentre la dimensione economica va male, il peggio è che non ci sono avanzamenti neanche sugli altri due cardini della sostenibilità: ambiente e società. Nelle sue Prospettive per l’economia italiana nel 2018-2019 l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha rivisto in calo la performance italiana: per il 2018 viene stimata una crescita del Pil del +1,1%, al ribasso sia rispetto alla stima precedente (+1,4%) sia al dato conseguito nel 2017 (+1,6%), mentre si intravede una «lieve accelerazione» nel 2019 (+1,3%). Un dato che l’Economic outlook 2018 messo a punto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico vede ancora più nero: secondo l’Ocse la crescita del Pil dovrebbe infatti fermarsi al +0,9% nel 2019, e restare invariata nel 2020. Anche «i consumi privati si ridurranno, dal momento che la minor crescita dell’occupazione e il rialzo dell’inflazione ridurrebbero i guadagni in termini di reddito disponibile e controbilancerebbero gli effetti positivi delle politiche espansive» annunciate dal Governo gialloverde. Ma l’economia si sa, non è tutto. L’obiettivo del nostro Paese non dovrebbe essere quello di rincorrere l’ossessione di un Pil in crescita a qualunque costo, ma mettere in campo politiche coerenti a quel modello di sviluppo sostenibile che – almeno in teoria – ci siamo impegnati a raggiungere firmando l’Accordo di Parigi sul clima e l’Agenda 2030 dell’Onu. Già un anno fa l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) metteva in guardia sui ritardi del nostro Paese, quartultimo in Europa rispetto agli […]