Il decreto Sicurezza di Salvini è legge, ma si basa su un’emergenza che non c’è

 

Con 336 voti a favore e 249 contrari la maggioranza M5S-Lega ha approvato in via definitiva alla Camera il cosiddetto decreto Sicurezza, un provvedimento fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul quale era stato posto il voto di fiducia.

Un testo che va in senso contrario rispetto alle esigenze di sostenibilità sociale del Paese, e che paradossalmente sembra propedeutico a maggiore e non minore insicurezza.

Come argomenta il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, di sicurezza in Italia «c’è molto bisogno.

Proprio per questo serve al nostro Paese una legge del tutto diversa da quella approvata alla Camera con voto di fiducia».

Secondo gli ambientalisti infatti il decreto trasforma ogni problema sociale in un problema di ordine pubblico, con misure che alimenteranno tensioni e nuove insicurezze.

Gli esempi snocciolati dal Cigno verde abbondano.

Si comincia dal rischio concreto con la vendita ai privati dei beni confiscati alla mafia di far tornare nelle mani dei clan il patrimonio riconquistato, cancellando in una botta sola i risultati importanti ottenuti con la legge del 1982 e quella del 1996 sul riutilizzo a scopi sociali del patrimonio mafioso.

La soppressione della protezione umanitaria e la riduzione dei diritti e delle possibilità di legalizzazione provocheranno, invece, con l’aumento dei dinieghi, l’aumento del numero di migranti illegali sul territorio.

Lo smantellamento del sistema Sprar punta a ridurre al minimo l’accoglienza diffusa e a impedire l’integrazione; si tornerà alla concentrazione di persone disperate in mega centri di accoglienza e alla moltiplicazione dei clandestini per alimentare in modo strumentale quelle tensioni sociali alla base del consenso elettorale della Lega.

Si creeranno nuova insicurezza, paure e malessere; al contempo verranno meno i vantaggi che il sistema Sprar ha finora prodotto, dai posti di lavoro alla riattivazione di servizi sociali e sanitari per tutti, perché le risorse spese per l’accoglienza diffusa hanno favorito lo sviluppo locale e la coesione sociale.

Alla base di tutto questo c’è un approccio falsato alla realtà da parte del decreto impostato dal ministro Salvini, che evidentemente si fonda sui presupposti di un’emergenza sicurezza e di un’invasione di migranti in corso, tra l’altro collegando tra loro le due ipotesi.

Ipotesi però smentite dai fatti: come mostrano chiaramente i dati Censis e Federsicurezza, dal 2008 gli omicidi nel nostro Paese sono calati del 43,9%, le rapine del 37,6%, i furti del 13,9%.

Per quanto riguarda invece la presunta invasione di migranti in Italia, l’Istituto Cattaneo ha recentemente mostrato che si tratta di un frutto della propaganda xenofoba: «In Europa gli italiani sono quelli che più sovrastimano il fenomeno immigrazione», ingigantendolo da due a sei volte tanto i dati reali.

Ad essere del tutto trascurata dal decreto Sicurezza è invece l’unica emergenza reale su questo fronte, quella dettata dai crescenti rischi ambientali: basti pensare che solo da agosto a novembre il maltempo ha causato 45 morti in Italia, secondo i dati della Protezione civile.

Una realtà che da Legambiente sottolineano: serve una legge che affronti in modo organico l’insicurezza del Paese causata dalla criminalità organizzata in tutta la Penisola e quella dovuta ai rischi ambientali prodotti dalle attività umane fuori controllo.

È necessario ridurre il rischio idrogeologico, tutelando con misure opportune i cittadini che vivono in zone a rischio alluvione o frana; rendere più sicure le case costruite male in un paese a rischio sismico e idrogeologico; accelerare l’abbattimento degli edifici abusivi realizzati anche in aree pericolose; dare impulso alla messa a norma del patrimonio edilizio a partire da quello scolastico e bonificare l’amianto presente in edifici di tutta Italia.

Occorre aumentare ulteriormente il controllo pubblico dell’inquinamento ambientale da parte delle Agenzie regionali protezione ambiente e contrastare con forza lo smog nelle aree industriali come nei centri urbani.

Ma tutto questo nella legge sulla Sicurezza non c’è.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 novembre 2018 sul sito online “greenreport.it”)

 

N.B. – Con la minaccia di fa saltare tutto, il Ministro Salvini ha preteso ed ottenuto il voto di fiducia su un testo di cui non ha voluto accettare nessuna modifica in sede di dibattito parlamentare: si è passati così dal sovranismo del Parlamento al sovranismo del Governo e più specificatamente al sovranismo di Salvini,  che invece per negare o quanto meno rimandare l’accettazione del “Global Compact” da parte dell’Italia si appella democraticamente alla volontà del Parlamento

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