Caserta, acque delle fogne nel Volturno: ex sindaci di Capua indagati per disastro

 

Finivano direttamente nel fiume Volturno aumentandone il livello di inquinamento, invece di andare al depuratore, le acque reflue provenienti dalla rete fognaria del Comune di Capua.

Lo ha accertato un’indagine dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che qualche giorno fa ha sequestrato d’urgenza dieci impianti di sollevamento delle acque reflue fognarie e meteoriche del Comune, indagando per i reati di disastro ambientale, sversamento liquidi nocivi ed immissione in acque superficiali di rifiuti incontrollati, due funzionari dell’ufficio tecnico comunale, il responsabile della ditta cui erano stati affidati i lavori di manutenzione degli impianti e gli ex sindaci Carmine Antropoli ed Eduardo Centore, ultimo primo cittadino dimessosi qualche mese fa.

Le analisi hanno consentito di accertare un aumento esponenziale del batterio di escherichia coli, legato alla presenza di rifiuti organici, nel corso d’acqua dove le acque reflue venivano immesse.

In sostanza, a causa del malfunzionamento degli impianti sequestrati determinato dalla mancata manutenzione, i liquidi non venivano convogliati nel depuratore di Marcianise, ma direttamente nel Volturno.

Sono stati i carabinieri della Compagnia di Capua guidati da Francesco Mandia a realizzare gli accertamenti, insieme al consulente tecnico nominato dalla Procura, e ad apporre i sigilli all’impianto; contestualmente hanno sequestrato, sia presso il Comune di Capua che presso gli uffici del depuratore consortile di Marcianise numerosi documenti relativi alla progettazione e all’affidamento dei lavori di manutenzione degli impianti.

Gli accertamenti sono partiti nel maggio scorso dopo un controllo delle acque delle fiume Volturno eseguito dai tecnici dell’Arpac con alcuni campionamenti realizzati in corrispondenza dello sforatoio di piena dell’impianto di sollevamento ubicato in località Borgo Santella.

È subito emerso che le pompe di sollevamento non funzionavano, e le acque reflue finivano direttamente nel fiume invece che essere avviate al depuratore.

I controlli sono stati estesi a tutti gli impianti, in particolari agli otto utilizzati per le acque reflue e ai due funzionali alle acque meteoriche; è emerso un malfunzionamento generale di tutte le apparecchiature, ridotte in pessimo stato e senza manutenzione, nonostante i lavori fossero stati affidati ad una ditta.

Negativo anche lo stato delle acque in prossimità dei due maggiori impianti di sollevamento a Borgo Santella e in via Giardini; oltre al batterio dell’escherichia coli, sono state rinvenute anche quantità pericolose di tensioattivi totali di azoto ammoniacale e ossigeno.

Qualche giorno fa la Procura diretta da Maria Antonietta Troncone, ha così emesso decreto di sequestro d’urgenza degli impianti, “per salvaguardare l’igiene e la salute della popolazione della città di Capua”.

Il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha poi convalidato le misure cautelari richieste dagli inquirenti.

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 1 dicembre 2018 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

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