UNCEM e AIEL: accordo per la filiera bosco-legno-energia

 

AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali e UNCEM, Unione Nazionale Comuni Enti Montani, siglano un protocollo d’intesa triennale che prevede una serie di azioni congiunte per la valorizzazione delle biomasse legnose in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

La firma dell’accordo è avvenuta nella sede AIEL di Legnaro (Padova), alla presenza del Presidente di UNCEM, Marco Bussone, del Presidente di AIEL, Domenico Brugnoni e del Direttore Generale, Marino Berton.  

I Comuni delle aree montane hanno un ruolo fondamentale nel governo dell’importantissimo ecosistema degli Appennini e delle Alpi che si estende su 11 milioni di ettari ed è caratterizzato da un delicato equilibrio, come dimostra il recente ciclone Vaia che ha abbattuto alcuni milioni di metri cubi di alberi. 

Allo stesso tempo, il riscaldamento domestico a biomasse rappresenta una fonte storica, importante e imprescindibile per le zone montane e in particolare per gli oltre 3000 comuni non metanizzati.

È importante quindi attuare azioni che favoriscano la valorizzazione energetica delle biomasse forestali, nel pieno rispetto della gestione forestale sostenibile e responsabile, come concreta opportunità d’impresa e occupazione per il sistema produttivo e sociale di queste zone.  

L’intesa prevede l’impegno a promuovere la crescita economica delle aree montane attraverso la diffusione dell’utilizzo dei prodotti e sottoprodotti agricoli e forestali come fonte di energia rinnovabile, anche mediante la costituzione di forme associative o la promozione di aggregazioni territoriali tra soggetti della filiera agro-energetica. 

Va sottolineato anche il comune obiettivo di valorizzare le tecnologie di conversione energetica che presentano requisiti di alto rendimento e basse emissioni, finalizzate alla produzione di energia termica e cogenerativa nell’ambito delle politiche di sviluppo agricolo e forestale e della filiera agro-energetica nella sua accezione più ampia.  

L’accordo tra AIEL e UNCEM prevede inoltre la realizzazione di iniziative, in collaborazione con i Comuni montani, intese a diffondere le conoscenze sul mondo delle energie rinnovabili di origine agricola e forestale, i riflessi che queste hanno sull’economia e sull’ecosistema montano, l’importanza rivestita nel settore dalle certificazioni sia dei biocombustibili che dei generatori di calore.

A queste, si affiancheranno attività comunicazione e coinvolgimento dei cittadini, per promuovere il corretto uso di legna, pellet e cippato nell’ottica della tutela della qualità dell’aria.  

Infine, il quarto punto dell’accordo propone l’attuazione di iniziative congiunte presso le istituzioni pubbliche per favorire l’adozione di provvedimenti normativi che diano impulso alle energie rinnovabili di origine agricola e forestale prodotte secondo pratiche, tecnologie e comportamenti guidati dalla sostenibilità, dalla valorizzazione delle potenzialità di sviluppo economico locale e delle risorse del territorio.

AIEL ritiene indispensabile – dichiara il presidente di AIEL Brugnoni – che un’Associazione che rappresenta tutta la filiera trovi concretezza nell’interlocuzione e nell’alleanza con gli enti locali che rappresentano il presidio del territorio montano e delle comunità che lo popolano“. 

Guardiamo al futuro del settore per una crescita delle imprese e per contribuire a nuova consapevolezza dell’importanza della filiera da parte degli enti locali – conclude il presidente UNCEM Bussone – Avremo modo di lavorare insieme nei diversi territori anche per sensibilizzare gli interlocutori politici e le istituzioni ad attuare il Testo Unico Forestale di cui attendiamo i nuovi decreti tra i quali, importantissima, la Strategia forestale nazionale“.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 4 dicembre 2018 sul sito online dell’UNCEM)

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Spopolamento dei piccoli centri montani, protocollo Uncem-Confagricoltura

 

In Campania, in poco più di 20 anni, la popolazione residente potrebbe ridursi di circa un milione di abitanti. Si tratta di persone che lascerebbero i piccoli centri montani causando anche instabilità idrogeologica in montagna, con conseguenza negative sull’ambiente, sui versanti e sulla produzione agricola.

Alla luce di questa analisi, oggi, nella sede di Confagricoltura Salerno, il presidente dell’Unione Nazionale Comuni ed Enti Montani della Campania, Vincenzo Luciano e il presidente di Confagricoltura Campania, Fabrizio Marzano, hanno firmato un protocollo di intesa che ha lo scopo di realizzare attività nei territori montani della Regione Campania, affinché si possa evitarne il totale abbandono, incrementarne lo sviluppo economico e socio-culturale e contrastare l’erosione dei terreni, cosicché gli agricoltori stessi possano continuare ad essere i custodi della montagna per contenere fenomeni di calamità naturali.

Le iniziative dovranno essere mirate anche a far tornare a ri-abitare la montagna, studiando e valutando le ipotesi e le attività da mettere in campo per incentivare attività giovanili.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 dicembre 2018 sul sito “Radio Alfa”)

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N.B. – Una ricerca dell’ENEA dal titolo “Gli impatti energetici e ambientali dei combustibili nel settore residenziale”, presentata a Roma l’11 novembre 2015, ha evidenziato i rischi per la salute e l’ambiente derivanti dalla combustione di biomasse legnose negli impianti di riscaldamento domestici.

Secondo gli esperti le biomasse legnose avrebbero un impatto ambientale e sanitario alto a causa delle emissioni di particolato, ossidi di azoto e composti organici volatili.

Il PM 2.5 è uno dei più pericolosi per la salute perché riesce a penetrare facilmente nell’organismo attraverso le vie respiratorie superiori, aumentando il rischio di tumori e malattie respiratorie.

Secondo le proiezioni dell’ENEA la riduzione delle emissioni inquinanti derivante dall’adozione di tecnologie più efficienti e sostenibili nel settore industriale e automotive potrebbe essere compromessa dall’incremento dell’uso delle biomasse nel settore residenziale.

Dall’analisi dei ricercatori dell’ENEA emerge che le biomasse sono responsabili di oltre il 99% delle emissioni di particolato del settore civile.

Per gli analisti incentivare ulteriormente l’uso delle biomasse per il riscaldamento domestico potrebbe vanificare gli sforzi per la riduzione degli inquinanti compiuti in altri settori.

La diffusione massiccia delle biomasse nel settore residenziale potrebbe inoltre aumentare i decessi per inquinamento da particolato, stimati dal Centro Controllo Malattie del Ministero della Salute in 30 mila all’anno.

Le aree più a rischio sono la Pianura Padana, Roma e Napoli, dove il particolato sfora la soglia di 10 ug/m3.

Assogasliquidi e Anigas hanno chiesto al Governo di tenere conto dello studio dell’ENEA e delle valutazioni di rischio del Ministero della Salute imponendo anche al settore delle biomasse l’adozione di tecnologie a basse emissioni.

I camini aperti e chiusi dovrebbero essere sostituiti con impianti efficienti a gas o impianti di riscaldamento che sfruttino altre fonti rinnovabili.

 

 

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