Le balene russe liberate dal tweet di Di Caprio

 

PER liberare le orche e i beluga alla fine si è mosso il presidente Putin, che si è infuriato.

Ma a portare l’attenzione internazionale sulla prigione di balene di Nakhodka, nella Russia orientale vicino a Vladivostok, è stata una petizione di change.org firmata anche da star come Leonardo di Caprio.

La prigione delle balene

Gli ambientalisti a fine 2018 avevano lanciato l’allarme sulla “prigione di balene” della Baia di Srednyaya, organizzata da compagnie che catturavano i cetacei per rivenderli soprattutto ad acquari cinesi.

In uno spazio marino recintato di poche centinaia di metri erano rinchiusi almeno 100 animali, soprattutto orche e beluga, alcune con piccoli appena nati.

Dopo mesi di denunce e la raccolta di oltre 900mila firme sulla piattaforma di change.org, giovedì si sono mosse le autorità russe.

L’ufficio della guardia costiera ha infatti detto all’agenzia Reuters che le balene saranno liberate (ma non è stato specificato quando) perché ci sono indizi che le compagnie catturavano e rinchiudevano i cetacei in maniera illegale.

La Russia è uno dei Paesi nei quali la caccia alle balene è consentita per scopi scientifici, una regola che però consente spesso uccisioni e catture illegali.

L’agenzia di stampa russa Tass fa sapere che nella “prigione” sono rinchiuse in pessime condizioni 11 orche e 87 beluga, destinate a compratori e acquari cinesi.

Secondo il Cremlino, il problema adesso è riportare in mare aperto le balene senza recare loro liberazione è stata rimandata.

Le autorità russe hanno anche fatto sapere di aver denunciato i responsabili delle compagnie per aver violato le regole della pesca e che lo stesso presidente Putin la settimana scorsa si è presentato negli uffici dell’Fsb, il servizio di sicurezza federale, per assicurarsi che la “prigione delle balene” venisse smantellata al più presto.

Era stata l’attrice Pamela Anderson a chiamare in causa proprio il presidente, con una lettera aperta per le balene sul suo sito.

L’impegno di Putin

Il ministro dell’Ambiente russo, Dmitry Kobylkin, ha dichiarato: “Non ci sono dubbi che le balene saranno liberate, ma la cosa importante è farlo nel modo giusto“.

La preoccupazione, infatti, è che il freddo di febbraio potrebbe creare problemi soprattutto ai piccoli.

Ci sono però anche problemi di carattere burocratico e formale, poiché, appunto, la cattura dei cetacei per scopi scientifici e didattici in Russia non è illegale e quindi se i responsabili dimostrassero che gli acquirenti le avrebbero usate a scopi educativi potrebbero farla franca.

Ma l’impegno di Putin, che spesso ha usato le cause ambientaliste (la principale quella per salvare la tigre dell’Amur) per aumentare la sua popolarità lascia ben pensare per le sorti delle orche e dei beluga.

 

(Articolo di Cristina Nadotti, pubblicato con questo titolo il 28 febbraio 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

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