Nuove accuse di Buzzfeed al Wwf: rapporto interno dimostra che sapeva degli abusi delle eco-guardie in Africa

 

Dopo la pubblicazione del reportage investigativo “WWF’s Secret War”, BuzzFed News  torna ad attaccare il Wwf con nuove rivelazioni.

Il 6 marzo il Wwf international ha annunciato un’indagine sulle accuse secondo cui ranger di alcuni parchi e riserve finanziati dal Panda avrebbero maltrattato, torturato e ucciso delle persone, ma ora una nuova puntata dell’indagine di Buzzfeed  – “Internal Report Shows WWF Was Warned Years Ago Of “Frightening” Abuses” sempre a firma Tom Warren e Katie J.M. Baker – rivela che il Wwf aveva già commissionato nel 2015 un’indagine su denunce simili.  

Warren e Baker accusano: «L’associazione senza scopo di lucro in difesa della fauna selvatica ha dichiarato che indagherà sulle prove di violenza contro le popolazioni indigene scoperte da BuzzFeed News

Ma i documenti interni rivelano che il Wwf aveva già commissionato nel 2015 un’indagine che avvertiva di violazioni dei diritti umani».

I due giornalisti dicono che l’’associazione ambientalista globale avrebbe insabbiato le conclusioni di quella indagine.

Secondo il rapporto del 2015 ottenuto da BuzzFeed News, commissionato dal Wwf a un esperto camerunense, Diel Mochire Mwenge, «le popolazioni indigene e le comunità locali confinanti con le aree protette sono vittime di violazioni dei diritti umani e violenze da parte di eco-guardie» e viene sottolineato che chi si è reso colpevole di questi atti era sostenuto da «un considerevole supporto tecnico, logistico e finanziario» del Wwf. 

Inoltre, lo staff del Wwf in Camerun era «gravemente preoccupato» per gli abusi a cui stavano assistendo , ma il  Wwf Camerun partecipava a incursioni notturne “coercitive” nei villaggi in cui le eco-guardie impiegate dal governo e sostenute dall’associazione «violavano [i] diritti delle comunità» saccheggiando le case e picchiando i loro occupanti. 

Il rapporto ha scoperto che i responsabili sono rimasti impuniti anche quando c’erano «prove e testimonianze delle vittime».

Ora Warren e Baker accusano: «Ma questi risultati non sono mai stati resi pubblici, e il direttore generale del Wwf, Marco Lambertini, ha continuato a respingere le preoccupazioni sul trattamento degli indigeni come “questioni del  governo del Camerun”, mentre l’Organizzazione senza scopo di lucro ha continuato a sostenere il parco e le sue guardie».

Di fronte alle nuove rivelazioni sui risultati del rapporto del 2015, un portavoce del Wwf ha dichiarato che la sua nuova indagine esaminerà il modo in cui le segnalazioni di abuso sono gestite dai dirigenti del Wwf International in Svizzera.: «Tutte le accuse saranno soggette alla nostra revisione indipendente, che esaminerà specifiche accuse e la governance».

Mwenge ha confermato tutto BuzzFeed News: «Abbiamo capito che era il Wwf ad aver a inviato queste eco-guardie, è stato il Wwf a pagare, è stato il Wwf a fare tutto.

E quindi abbiamo dovuto concludere direttamente che il Wwf era sufficientemente coinvolto».

Era stata per prima Survival International a denunciare gli abusi dei ranger finanziati dal WWF contro i pigmei Baka che vivono nel Parc National de Lobéké in Camerun, istituito nel 1999, aprendo una feroce polemica con il Wwf che dura da anni.

Ora il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Buzzfeed sta denunciando un film dell’orrore che include uccisioni, stupri di gruppo e insabbiamenti.

Il suo ultimo reportage mostra come il Wwf sembri patologicamente incapace di riconoscere la sua complicità in abusi dei diritti umani. 

Da anni si sa che le unità paramilitari che il Wwf finanzia hanno picchiato, torturato e ucciso, e la sua risposta è sempre la stessa: un paravento di insignificanti promesse di intervento, per poi andare avanti come prima.

Stavolta non ha neppure cercato di far sembrare convincente la risposta.

Ha ingaggiato uno studio legale che non sa nulla di popoli indigeni, ma è invece specializzato in “gestione dell’immagine” e che, addirittura, spiega ai suoi clienti che “rispondere esaustivamente… a tutte le domande… non è sempre la migliore strategia”.

Il Wwf ha bisogno di un cambio di direzione completo e radicale.

Deve smettere di lavorare in aree in cui non ha il consenso della popolazione locale, deve rendere giustizia alle sue vittime, e utilizzare i suoi soldi e le sue ampie risorse per sostenere i popoli indigeni che sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale».

Il Wwf si è rifiutato di rispondere a domande dettagliate di BuzzFeed News sugli abusi in Camerun. 

Ma in un’intervista di gennaio, il chief operating officer dell’associazione,  Dominic O’Neill, aveva detto di essere andato personalmente in Camerun per chiarire ai suoi partner che «il Wwf non può tollerare alcuna violazione dei diritti umani.

Abbiamo avuto problemi e ce ne siamo occupati di questi.

Ma questo non vuol dire che questo rapporto tra noi si sia spezzato».

Ma non c’è solo il Camerun: BuzzFeed News ha rivelato anche che «il Wwf  la scorsa estate ha aperto un’altra indagine su accuse tra cui stupri di gruppo e omicidi da parte di eco-guardie nel Salonga, un enorme parco nazionale che si trova nella Repubblica democratica del Congo (Rdc). 

Dopo le indagini di BuzzFeed News, l’Organizzazione senza scopo di lucro ha confermato che, in base ai risultati, diversi ranger sono stati sospesi o licenziati». 

Va anche detto che nella Rdc i ranger dei Parchi pagano un enorme tributo in vite umane per difendere gorilla, okapi e altri animali a rischio di estinzione da bracconieri, trafficanti di fauna selvatica e milizie e bande armate che vogliono impossessarsi di territori ricchi di risorse minerarie e naturali.

Tuttavia, il Wwf ha rifiutato di rispondere alle domande di BuzzFeed News sul suo continuo supporto alle pattuglie anti-bracconaggio del parco.

La banca per lo sviluppo del governo tedesco, uno dei principali sostenitori del Wwf, ha confermato a BuzzFeed News di aver richiesto «dichiarazioni e informazioni» all’ONG sugli abusi e ha detto che «controllerà i risultati della sua revisione interna».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 7 marzo 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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