Roma bestiale: dai bagni vietati ai cani al nuovo regolamento per gli animali in città

 

Addio tuffi a quattro zampe all’ombra del Colosseo.

Con il nuovo “Regolamento sul verde urbano” a Roma, approvato in commissione Ambiente e ora in discussione in Assemblea Capitolina, uno dei passatempi più amati dagli amici pelosetti dell’Urbe potrebbe diventare solo un ricordo.

L’articolo 58 del suddetto regolamento parla chiaro e non ammette deroghe: «È vietato introdurre cani nei canali, nelle fontane e nei laghetti».

Le fontane di cui si parla sono quelle storiche famose in tutto il mondo da piazza Navona a piazza di Spagna fino all’opera monumentale di Trevi in cui l’unico bagno autorizzato rimane quello di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni nel film “La Dolce Vita”.

Capolavori a cielo aperto in cui più che cagnolini in libertà a volte si vedono balordi e turisti vandali in vena di bravate condite di inciviltà.

Il rito del tuffo urbano nei parchi

Le “piscine” momentanee preferite dai quattro zampe romani sono perlopiù i laghetti delle ville e dei parchi pubblici dove soprattutto all’arrivo della bella stagione alla passeggiata quotidiana vorrebbero unire la gioia di un tuffo urbano.

Come dire per loro un momento di gioco e di piacere ma non altrettanto per la città secondo l’amministrazione Raggi.

Per la quale i bagni in questione rappresentano non solo un «problema di decoro» ma anche di sicurezza per i bambini e gli stessi animali.

Per chi dovesse trasgredire ci sarà una multa che dovrà pagare il proprietario dell’animale trasgressore: la cifra non è ancora stata stabilita ma dovrebbe superare il centinaio di euro.

Come si legge nel testo è previsto che «si applichino le sanzioni amministrative pecuniarie previste dalla legge nonché le eventuali sanzioni accessorie e/o interdittive previste da specifiche normative di settore».

Nel provvedimento viene indicato che «la somma per cui è ammesso pagamento in misura ridotta è determinata con delibera della Giunta Capitolina per ogni singola violazione». Vale a dire: la somma verrà determinata in un secondo tempo.

Il laghetto di Villa Ada a Roma (foto Centro cinofilo La Valletta)

Favorevoli e contrari

Si tratta di una misura che ha fatto discutere tanti proprietari di cani che d’ora in poi dovrebbero dire no ai loro amici impedendo quello che per molti era diventato un vero e proprio rito.

Nei parchi capitolini ci son coloro che plaudono il regolamento che mai vorrebbero far tuffare il loro cucciolo in uno specchio d’acqua urbano perché «potrebbe farsi male o provocare danni al luogo o alle persone».

E c’è chi invece lo condanna.

Per esempio i tanti romani che frequentano Villa Ada e il suo famoso laghetto, amatissimo dai quattro zampe («È molto isolato, qui i cani non danno alcun fastidio a nessuno» è il coro unanime dei proprietari habitué del posto).

Contrari al divieto anche gli animalisti per i quali «la tutela e il benessere degli animali deve rimanere sempre al primo posto, in estate il caldo per i nostri amici a quattro zampe può essere molto pericoloso per la loro vita, permettere al proprio cane di rinfrescarsi può salvargliela».

A sostenerlo Emanuela Bignami di Animalisti Italiani Onlus che critica una tale “stretta” e si augura che «questo divieto non venga approvato in aula Giulio Cesare (in Campidoglio, ndr)» .

Critica anche la sezione romana della Lav che definisce il provvedimento una norma «che non si capisce cosa c’entri con la tutela del verde e dei giardini, in palese contrasto con i diritti dei cani».

Chi invece la difende a spada tratta è la sindaca di Roma Virginia Raggi: anche lei ha un cagnolino di nome Puffo.

Già due anni fa si parlava di questo provvedimento.

Oggetto dei riti balnear-urbani “da abbaio” allora era soprattutto il laghetto di un altro famoso parco della Capitale ovvero Villa Pamphilj per il quale si stava pensando a un divieto ad hoc.

Ora lo stop è stato esteso a tutti i bacini d’acqua cittadini e si attende l’ok definitivo che divide favorevoli e contrari a una vita da cani più o meno “a mollo”.

Approvato nuovo Regolamento capitolino per tutela e benessere degli animali

Intanto è stato approvato in Commissione Ambiente il nuovo Regolamento capitolino per la Tutela e il Benessere degli Animali e una corretta convivenza con la collettività umana.

Il testo, che deve ancora passare il vaglio dell’Assemblea capitolina, punta ad aggiornare l’attuale regolamento che risale al 2005.

Fra le novità il contrasto al fenomeno (recente ma sempre più esteso) dell’animal hoarding, ovvero l’accaparramento e accumulo compulsivo di quattro zampe.

E ancora: l’obbligo di microchip per gatti di proprietà con la contestuale iscrizione all’anagrafe il divieto di tenere animali in isolamento privandoli dei necessari contatti sociali.

Vietato anche far esplodere petardi in loro presenza.

Prevista la promozione di un progetto mirato al riconoscimento delle persone senza fissa dimora che convivono con i propri quattro zampe e non li sfruttano a fini di accattonaggio.

Altre prescrizioni disciplinano l’attendamento dei circhi, l’utilizzo di mezzi ecosostenibili e alternativi ai mezzi a trazione animale.

E trasformano le “gattare” in “tutor” che si occuperanno del benessere dei felini a titolo gratuito.

Lotta, infine, «all’odiosa prassi delle polpette avvelenate ai randagi» sottolineata da Daniele Diaco e Simona Ficcardi rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione Ambiente capitolina, che hanno richiesto di aumentare le sanzioni per i protagonisti di una pratica purtroppo presente a Roma come in altre città.

Da condannare senza appello.

(Articolo di Luisa Mosello, pubblicato con questo titolo il 13 marzo 2019 sul sito online “LAZAMPA.it”)

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N.B. – Lo scorso 5 marzo la Commissione Capitolina Ambiente ha dato solo un parere favorevole di massimo al testo del Regolamento (vedi http://www.vasroma.it/riunione-della-commissione-capitolina-ambiente-sul-regolamento-del-verde-pubblico-e-privato-e-del-paesaggio-urbano-di-roma-capitale/): deve ancora esprimere parere definitivo anche sui pareri dei Municipi e sulle controdeduzioni ad essi da parte della Giunta Capitolina.

Le accuse portate ai bagni vietati ai cani ed in particolare quelle di Emanuela Bignami di Animalisti Italiani appaiono del tutto strumentali, specie se arrivano a sostenere che «in estate il caldo per i nostri amici a quattro zampe può essere molto pericoloso per la loro vita, permettere al proprio cane di rinfrescarsi può salvargliela».

Non è stato infatti tenuto in alcun conto l’art. 26 del Regolamento che disciplina proprio le aree per cani.

Come si può vedere, prevede  che «siano dotate di fontanelle con acqua potabile utilizzabili anche dai cani» che vi si possono quindi non solo abbeverare, ma anche rinfrescare.

 

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