I giovani italiani tornano in piazza contro i cambiamenti climatici, insieme a Greta Thunberg

 

In Piazza del Popolo, a Roma, ragazze e ragazzi da tutta Italia stanno tornando a far sentire forte e chiara la loro voce contro l’inazione della politica sul fronte dei cambiamenti climatici: oggi l’arma in più è Greta Thunberg, la 16enne attivista svedese che ieri è ha ispirato il movimento Friday  for future e ieri intervenendo in Senato al seminario Clima, il tempo cambia, è tempo di cambiare non l’ha certo mandata a dire.

«Non vogliamo i vostri selfie, ma le nostre speranze e i nostri sogni.

La crisi climatica che stiamo vivendo è la più semplice e la più difficile.

La più semplice perché sappiamo bene cosa fare – ricorda Greta – dobbiamo tagliare drasticamente le emissioni di CO2, la più difficile perché la nostra economia è ancora oggi troppo dipendente dai combustibili fossili che distruggono il clima e gli ecosistemi.

L’unica cosa di cui abbiamo bisogno è un futuro e chi governa deve trovare una soluzione, perché non c’è più tempo e non ci sono più scuse per non fermare il cambiamento climatico».

Nel corso dell’intervento l’appello alla scienza è ripetuto più volte, soprattutto l’invito ad ascoltare la conoscenza che abbiamo a disposizione perché «la speranza non può essere una strategia – come sottolinea di rimando Antonio Navarra, presidente della fondazione Centro euro-mediterranea sui cambiamenti climatici (Cmcc) – Noi scienziati analizziamo i numeri che ci dicono come cambia il clima.

Facendo questo lavoro abbiamo capito molto bene che il clima non è uno scenario immutabile della storia, è piuttosto un attore che sta con noi sullo stesso palcoscenico».

Il clima interagisce con le nostre società, con le nostre economie, con l’ambiente, si tratta di un problema molto vasto, per il quale abbiamo messo il Pianeta in una condizione eccezionale e quindi sta accadendo qualcosa di straordinario.

Abbiamo prodotto negli ultimi 30 anni la concentrazione di CO2 più elevata del secolo, una situazione che genera danni che sono costati, solo nel 2018 circa 190 miliardi di dollari, una cifra che, solo per l’Italia, si aggira tra i 6 e i 7 miliardi l’anno.

Sono stime riportate da Carlo Carraro, presidente della European association of environmental and resource economists (Eaere) e docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Quanto costa affrontare la situazione?

«La scienza mette a disposizione tecnologia innovativa a costi sostenibili», osserva Carraro spiegando che non possiamo più dire che le soluzioni costano troppo: le stime ci dicono che basterebbe spostare i sussidi alle fonti fossili verso le rinnovabili per avviarci concretamente sulla giusta strada. «Hanno ragione i giovani quando ci dicono di fare in fretta – conclude l’economista ambientale – dobbiamo iniziare ora a limitare la CO2, altrimenti non saremo credibili».

Un appello condiviso con forza anche dalle associazioni ambientaliste.

«Le richieste del movimento Fridays For Future poggiano su solide basi scientifiche, e sulle stesse basi dovrebbero poggiare i provvedimenti dei diversi governi, Italia compresa – dichiara Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed energia di Greenpeace Italia – Purtroppo, però, fino ad oggi la politica non ha dato ascolto alle indicazioni della scienza, e per questo è importante scendere domani in piazza per sostenere la protesta di studentesse e studenti».

Anche il Wwf si aspetta che il Governo «assuma immediatamente i provvedimenti necessari a rendere concreto e spedito il processo di decarbonizzazione dell’Italia, per aiutare a realizzare quanto previsto dall’accordo di Parigi sul clima e avere l’autorevolezza per assumere azioni diplomatiche per rilanciare a livello internazionale la mobilitazione globale sulle politiche climatiche.

Ci auguriamo inoltre – conclude  la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi – che non solo chi governa, ma anche chi ricopre ruoli determinanti nel mondo dell’industria, dell’economia dell’informazione e della cultura abbia recepito il messaggio di Greta e abbia compreso che per contrastare i cambiamenti climatici in atto non si possono più fare piccoli e irrilevanti passi, ma che servono azioni immediate, profonde e radicali».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 19 aprile 2019 sul sito online “green report.it”)

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