Per controllare la fake news sul clima Facebook paga i negazionisti climatici

 

Il fondatore e CEO di Facebook Mark Zuckerberg è convinto che la più grande piattaforma di social media del mondo possa essere una forza positiva nella lotta contro i cambiamenti climatici catastrofici ma la sua ultima mossa in questo senso sembra davvero mal meditata, come denuncia Joe Romm  su ThinkProgress:  «Per combattere l’epidemia online di fake news, la settimana scorsa la campagna di controllo di fact-checking  di Facebook ha annunciato che stava collaborando con CheckYourFact.com, un ramo del sito mediatico conservatore e anti-scientifico The Daily Caller».

Da anni il Daily Caller pubblica disinformazione sulla scienza climatica e d è stato co-fondato dal conduttore di Fox News Tucker Carlson – un noto negazionista climatico – ed è sostenuto da grossi donatori conservatori, tra i quali i famigerati fratelli Charles e David Koch, i miliardari baroni dei combustibili fossili che sono i maggiori finanziatori della disinformazione climatica e dei gruppi della neodestra negazionista.

Il climatologo Michael Mann  ha detto a ThinkProgress che «è sconvolgente che Facebook si sia alleato con un’organizzazione finanziata dai Koch che promuove il negaionismo climatico».

Mann ne sa qualcosa, visto che il suo  lavoro scientifico è stato travisato da The Daily Caller e ha aggiunto: «Facebook deve dissociarsi da questa organizzazione».

Dopo le elezioni del 2016 – e la crescente consapevolezza che russi, suprematisti bianchi e molti altri hanno utilizzato i social media per diffondere discorsi di incitamento all’odio, fake news e disinformazione – Facebook ha iniziato a collaborare con ispettori indipendenti, un’iniziativa subito minata da una serie di passi falsi compiuti da Facebook e Zuckerberg; nell’autunno del 2017, Facebook ha nominato il negazionista climatico Weekly Standard suo partner fact-checking ufficiale, nonostante un rapporto indipendente lo avesse avvertito che si stava sbagliando alla grande; nel maggio 2018, Greenpeace ha denunciato che  Zuckerberg ha chiesto la consulenza dell’Heritage Foundation, un think tank di destra che diffonde disinformazione climatica, per capire se Facebook abbia un pregiudizio pro-liberal.

Facebook ha anche fatto un contratto a una società di pubbliche relazioni con legami repubblicani per attaccare i critici e i concorrenti della compagnia e ha continuato a diffamare George Soros, critico nei confronti di Facebook, pubblicando anche battute antisemite e offese.

A luglio 2018, Zuckerberg fece scalpore asserendo che Facebook non avrebbe vietato esplicitamente anche tesi estremiste e nazifasciste  come la negazione dell’Olocausto. 

Poi, nel tentativo di chiarire, ha detto che non bloccherà comunque le fake news che circolano sul suo social network perché i suoi fact checkers comunque impediscano che si diffondano ampiamente, cosa che non si direbbe, almeno leggendo Facebook in italiano.

A dicembre 2018 il Weekly Standard ha cessato le pubblicazioni e si sperava che Facebook non avrebbe più assunto negazionisti climatici come controllori fact checkers, ma ora annuncia che, per controllare la veridicità delle notizia scientifiche, sta collaborando con il braccio armato dei negazionisti climatici, The Daily Caller, fondato nel 2010 con una donazione di 3 milioni di Foster Friess, un grande donatore del Partito Repubblicano e noto negazionista climatico.

Da allora, il The Daily Caller ha pubblicato molte delle storie scritte dalla sua News Foundation di Friess, che ha ricevuto finanziamenti sia dl Charles Koch Institute che dalle Koch Family Foundations».

Romm non nasconde il suo sdegno: «E’ oltremodo oltraggioso che nel 2019 – quando la scienza dei cambiamenti climatici causati dall’uomo è stata verificata in modo schiacciante e che ogni altra nazione, tranne la nostra stia disperatamente lavorando per evitare impatti catastrofici – il più grande sito di social media al mondo stia ancora collaborando con i negazionisti climatici»

Infatti, visto il numero di organizzazioni indipendenti che potrebbero svolgere la funzione di fact checkers di Facebook, il sociologo ambientale Robert Brulle – autori di numerosi studi sulla comunicazione climatica e il lobbismo – si chiede «Perché [a Facebook] stanno collaborando con un’organizzazione che è  all’estrema destra?

Questo è uno dei siti che dovrebbe essere controllato, non utilizzato come fonte affidabile. Facebook dovrebbe cancellare questo contratto».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 aprile 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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