È stata presentata la mozione per impegnare il Governo a dichiarare emergenza climatica

 

Il 1 maggio 2019 la Camera dei Comuni britannica, attraverso la mozione presentata dal leader del Labour Jeremy Corbyn, ha dichiarato lo stato di emergenza climatica e ambientale a livello nazionale: adesso anche l’Italia ha l’occasione per impegnarsi su questo fronte, grazie alla mozione depositata ieri alla Camera una mozione (disponibile integralmente in allegato, ndr) a firma Rossella Muroni, Roberto Speranza e Federico Fornaro.

Non si tratta solo di un atto formale, ma di un impegno «ad accelerare la transizione energetica» e a «progettare e finanziare un piano di sensibilizzazione ecologica, anche attraverso la disincentivazione di azioni dannose», tenendo presente che è arriva oggi da un’economia più verde la migliore possibilità del Paese per affrontare la crisi ambientale e al contempo ricucire le disuguaglianze economiche che lo stanno lacerando dall’interno: «Crisi ambientale, crisi economica e crisi sociale camminano insieme e le soluzioni pure  – si legge al proposito nella mozione – In Italia, come per tutte le nazioni del pianeta solo intervenendo in un’ottica globale e ambientale, si possono affrontare le sfide climatiche ed economiche, sociali ed ambientali che ci aspettano».

«La crisi climatica è la sfida del nostro tempo, affrontarla – aggiunge Muroni – significa rispondere anche alle crisi economica e sociale, ma abbiamo solo una manciata di anni per farlo.

Per questo ho depositato insieme ai colleghi Speranza e Fornaro una mozione simile a quella inglese.

Credo infatti sia necessario un atto forte del Parlamento con cui si dichiari anche in Italia l’emergenza per il clima».

Anche per Roberto Speranza, che nell’annunciare l’iniziativa parlamentare si sofferma nel ringraziare il docente dell’Università di Siena Fulvio Mancuso – a evidenziare il supporto scientifico maturato attorno all’elaborazione della mozione – sottolinea come si tratti di «una scelta giusta e simbolica che indica la traiettoria di un futuro ecosostenibile come premessa ad una società che abbia al centro il lavoro e la sua dignità».

L’Italia oggi continua a non fare il suo dovere nel percorso di decarbonizzazione cui si è impegnata ratificando l’Accordo di Parigi sul clima, e con questa reticenza rinuncia anche alle possibilità di sviluppo economico e occupazionale che una simile impresa porta con sé: «È del tutto evidente che per combattere i cambiamenti climatici, come richiesto anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle settimane scorse, arrestare la recessione, la crisi economica e sociale, sviluppare l’economia circolare, ridurre il degrado degli ecosistemi, valorizzare le potenzialità del nostro Paese non si può che passare attraverso un piano decennale denominato “Green New Deal” – argomenta la mozione – che metta politiche e misure di stimolo antirecessione al centro di un “nuovo patto per uno sviluppo” in modo da affrontare le “molteplici crisi” dell’Italia”; a partire da quella della mancanza di lavoro.

Uno studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha calcolato gli effetti economici ed occupazionali, nei prossimi cinque anni, di un pacchetto di misure di green economy: ogni euro di investimento pubblico ne attiverebbe altri tre privati, con un rilevante incremento di unità di lavoro cumulate, pari a 2,2 milioni che, con l’indotto, arriverebbero a 3,3 milioni di posti».

Allegati

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 9 maggio 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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