Sea Shepered torna alle Eolie contro la pesca illegale

 

Ha preso il via Operazione Siso per proteggere il delicato ecosistema delle Isole Eolie dalla pesca illegale non dichiarata e non regolamentata (Inn): nei prossimi mesi la M/Y Sam Simon di Sea Shepered solcherà le acque del Sud Tirreno, in stretta collaborazione e coordinamento con il Centro Controllo Nazionale Pesca (Ccnp) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie e con la Guardia di Finanza.

Andrea Morello, campaign Leader di Sea Shepherd, sotolinea che «secondo l’Onu, il Mar Mediterraneo è il più sovrasfruttato del mondo con il 62% degli stock ittici ormai al collasso.

La pesca industriale e i suoi numeri, compreso il bycatch, lo stanno definitivamente impoverendo con un serio rischio di esaurimento delle specie marine che metterebbe a rischio l’intera specie umana direttamente dipendente dalla biodiversità presente nei sette decimi del nostro pianeta Blu.

E’ quindi naturale per Sea Shepherd difendere il nostro futuro difendendo il Mare.

La prima attività di pattugliamento è cominciata in due aree di Mare a sud del Tirreno denominate Alpha e Bravo.

Durante la prima settimana abbiamo percorso 1.460 miglia, sorvegliato un’area di 14.250 kmq, per 550 ore di navigazione; incontrando sistemi di pesca legali come il “palangaro”* per il Pesce Spada e segnalando alle autorità italiane la presenza di attività illegali in mare. 

La collaborazione con i pescatori artigianali, creata grazie alle passate campagne nelle Isole Eolie ed al grande lavoro dell’Aeolian Preservation Island Fund, ha reso efficace l’attività di controllo dell’area; già l’anno scorso con alcuni pescatori artigianali si era finalmente condiviso l’obiettivo di proteggere il Mare e le specie in pericolo di estinzione confiscando 130 KM di FAD (Fishing aggregating devices – sistemi di aggregazione di pesci, ndr) illegali proprio in questo arcipelago.

L’unione tra la Flotta di Nettuno e chi lavora da generazioni in aree così delicate come le Isole Eolie, potrà creare una collaborazione triangolare dedicata alla protezione dell’Arcipelago eoliano e di tutte le Vite che lo abitano; massimizzando la collaborazione con le forze dell’ordine e riportando giustizia dove il crimine si sia insediato.

Da marzo, nel sud Tirreno, sono morti 8 Capodogli quasi tutti con plastica nello stomaco; la nostra azione di recupero della plastica e delle attrezzature da pesca perse o lasciate alla deriva illegalmente, è quindi continuativa.

Puntiamo la prua delle nostre navi in difesa di quelli che noi chiamiamo “i nostri clienti”, e la terremo ben salda fino alla creazione di un’Area marina protetta nelle Isole Eolie che possa riportare la biodiversità e la tradizione alla sostenibilità.

Grazie alle donazioni dei nostri sostenitori e alle meravigliose persone dell’Aeolian Island Preservation Fund siamo tornati nel Sud Tirreno e ci rimarremo per proteggere ogni Vita senza nessun compromesso, misurando il nostro successo con il numero di vite che salveremo».

Non a caso la campagna di Sea Shepherd prende il suo nome da Siso, un giovane Capodoglio morto nel 2017, rimasto impigliato in una “spadara”illegale  durante il passaggio tra le Isole Eoli.

L’eroico tentativo di liberarlo, che impegnò la Guardia Costiera per molte ore, purtroppo non riuscì a salvare il cetaceo.

Siso è poi stato trovato senza vita lungo la costa di Capo Milazzo dal biologo marino Carmelo Isgrò, che ne ha conservato lo scheletro mantenendo la rete che l’ha ucciso e la plastica presente nel suo stomaco, come monito per le generazioni future.  

Siso era il soprannome dell’amico che ha aiutato Dr.Isgrò nel recupero del capodoglio, scomparso in un incidente d’auto proprio in quei giorni.

Sea Shepherd  ricorda che l’organizzazione «lotta contro la Inn in tutto il mondo, nelle Isole Eolie l’attività si focalizza in particolare contro l’uso delle reti “spadare”, un tipo di rete pelagica derivante, che nonostante la messa al bando in tutto il mondo nel 2003, viene ancora usata illegalmente nelle acque italiane per la pesca del pesce spada.

Le spadare negli anni hanno ucciso un numero impressionante di capodogli, tartarughe, tonni, pesci spada, squali e mammiferi marini, a causa delle sue maglie, delle dimensioni comprese tra i 20 e 50 centimetri. 

Attualmente in Italia è consentito l’utilizzo delle reti dette “ferrettare”, reti simili in tutto alle spadare ma con le maglie più piccole (10 cm di diametro), ma che rappresentano comunque un sistema di pesca selettivo per taglia ma non per specie».

Operazione Siso 2019 è iniziata  con un grande successo grazie alla collaborazione con il reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, in Calabria: l’attività investigativa da mare e da terra ha portato a controlli su motopescherecci al largo di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), una costa tristemente nota per l’uso di reti derivanti.

L’operazione è iniziata con l’attività coordinata dei gommoni veloci di Sea Shepherd e delle motovedette della Guardia di Finanza, intervenute per controllare due pescherecci e delle reti utilizzate durante la notte.

A Sea Shepherd  spiegano che «una delle due imbarcazioni ha tentato di liberarsi della rete derivante che stava utilizzando perché conteneva un pesce spada già morto soffocato dalla rete che lo aveva completamente intrappolato.

Le vedette della Guardia di Finanza avevano sotto controllo tutte l’attività; nel contempo il gommone “Vikings” di Sea Shepherd ha proceduto a segnalare la posizione della rete abbandonata insieme al pesce spada senza vita».

Luca Del Bono, chairman dell’Aeolian Islands Preservation Fund, conclude: «Sea Shepherd è un partner chiave alle Isole Eolie.

Crediamo fortemente che maggiori controlli possano scoraggiare le illegalità e rappresentino un’arma efficace contro l’impoverimento del nostro mare.

I piccoli pescatori artigianali delle Isole Eolie non riescono a competere con i grandi pescherecci ed è importante che chi viene a pescare in queste isole, lo faccia nel rispetto dei vincoli esistenti affinché la biodiversità del mare eoliano sia tutelata».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 giugno 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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